mercoledì 29 dicembre 2010

Ti vuoi decidere a cambiare dentro...?



Şoricelul

Într-o noapte de iarnă de gheaţă, un lama budist a găsit în pragul uşii un şoarece amorţit şi aproape mort de frig. Şoarecele a luat cuvântul şi a cerut de repetate ori să rămână să-îi ţină companie. Din acel moment, viaţa a şoarecelui a fost frumoasă. Dar, în ciuda acestui fapt, animalul nu arata fericit. Lama cerând-i cauza: "Ce te doare, amice", a întrebat el.
"Eşti foarte bun cu mine. Totul în casa ta este foarte bun pentru mine. Dar există o pisică .... "
Lama a zâmbit. El nu s-a gândit despre pisica familiei, un animal prea înţelept şi prea bine hrănit să-şi alunge şoareci.
Lama a spus, "Dar asta pisica frumoasa mare nu vrea nici un rău, prietenul meu! Nu Să nu ai nimic de frică, te asigur nu te va face nici-un rău!... "
"Te cred, dar este mai puternic decât mine", continuă şoricelul cel mic. "Mi e frică de pisica… Puterea ta este mare, schimbă-mă într-o pisică! Deci, mie nu mi-ar fi frică. "
Lama clătină din cap. Lui nu-i părea o idee bună ... dar şoarecele implora, atunci i-a zis, "Să-l fi făcut cum doreşti tu, amice."
Şi brusc şoarecele s-a transformat într-o pisică mare.
A murit ziua şi s-a născut noaptea, după aceea a venit a două zi; atunci o pisică frumoasă a ieşit din camera de lama. Dar când acea a văzut pisica familiei, pisica- şoarece a fugit să se refugieze în cameră şi a alunecat repede sub pat.
"Ce se întâmplă, amice?", a spus lama, surprins. "Oare ţi e încă frică de pisica?".
Şoarecele-pisica, foarte plin de mare ruşine a implorat: "Te rog să mă transformi intr-un câine, un câine mare cu dinţi ascuţiţi, care latră tare ...."
"Cum doreşti trăi, aşa să fie."
Când a două zi şi-a murit, si s-au aprins lămpile de ulei, un câine mare negru a ieşit din cameră a lui lama. Câinele sa dus la pragul casei şi sa întâlnit cu pisica familiei care ieşea din bucătărie. Pisica aproape a leşinat de frică la vederea câinelui, dar câinelui a fost chiar mai mare frica şi a fugit să se refugieze în camera de lama.
Lama se uită la câine care, săracul de el, tremura foarte tare şi a spus, "Ce se întâmplă? Te ai întâlnit cu un alt câine? ".
Şoricelului era aţâţă ruşine că să moară, dar a întrebat: "Schimbă-mă într-un tigru, te rog, într-un tigru teribil de mare."
Lama şi a convins. La o zi următoare un imens feroce tigru cu ochii teribili a părăsit sala de lama. Tigru merse în jurul casei şi a speriat toată lumea, apoi a ieşit în grădină şi acolo a întâlnit pisica care ieşea din bucătărie. Când pisica a văzut tigru, a sărit din cauză teroarei. S-a urcat într-un copac şi apoi, cu ochii închişi, spusese: ". Eu sunt o pisică moartă!"
Dar tigru, văzând pisica şi a fugit chiar mai rapid, atunci pisica a fugit să se ascundă într-un colţ.
"Ce o fiară îngrozitoare ai întâlnit?"- a întrebat lama.
"Eu ... eu ... mă tem ... pisica! Bâlbâi tigru, care era încă tremurând.
Lama izbucni în râs. "Acum vezi, prietenul mic", a explicat el. "Aspectul este nimic! Araţi groaznic afara ca un tigru, dar îţi este frică de pisica, deoarece inima ta este încă cea a unui şoarece. "
Tu trebuie să începi întotdeauna de la inimă.

(Bruno Ferrero - Uneori, doar o raza de soare)



IL TOPOLINO





In una notte gelida d'inverno, un lama buddhista trovò sulla soglia della porta un topolino intirizzito e quasi morto di freddo. Il lama raccolse il topolino, lo ristorò e gli chiese restare a fargli compagnia. Da quel momento la vita del topolino fu piacevole. Ma nonostante questo, la bestiola non aveva l'aria felice. Il lama si preoccupò: “Che hai, piccolo amico?”, gli chiese.
“Tu sei molto buono con me. E tutto nella tua casa è molto buono con me. Ma c'è il gatto…”.
Il lama sorrise. Non aveva pensato al gatto di casa, un animale troppo saggio e troppo ben pasciuto per degnarsi dare la caccia ai topi.
Il lama esclamò: “Ma quel bel micione non ti vuole certo male, amico mio! Non farebbe mai male a un topolino! Non hai niente da temere, te lo assicuro”.
“Ti credo, ma è più forte di me” piagnucolò il topolino. “Ho tanta paura del gatto. Il tuo potere è grande. Trasformami in gatto! Cosi non avrei più paura di quella bestia orribile”.
Il lama scosse la testa. Non gli sembrava una buona idea… Ma il topolino lo supplicava e allora disse: “Sia fatto come desideri, piccolo amico!”.
E di colpo il topolino fu trasformato in un grosso gatto.
Quando morì la notte e nacque il giorno, un bel gattone uscì dalla camera del lama. Ma appena vide il gatto di casa, il gatto-topolino corse a rifugiarsi nella camera del lama e si infilò sotto il letto.
“Che ti succede, piccolo amico?” chiese il lama, sorpreso. “Avrai mica ancora paura del gatto?”.
Il topolino-gatto si vergognò moltissimo. E implorò: “Ti prego trasformami in un cane, un grosso cane dalle zanne taglienti, che abbaia forte…”.
“Dal momento che lo desideri ti accontento e così sia!”.
Quando il giorno morì e si accesero le lampade a olio, un grosso cane nero uscì dalla camera del lama. Il cane andò fin sulla soglia della casa e incontrò il gatto di casa che usciva dalla cucina. Il gattone quasi svenne per la paura alla vista del cane. Ma il cane ebbe ancora più paura. Guaì penosamente e corse a rifugiarsi nella camera del lama. Il saggio guardò il povero cane tremante e disse: “Che ti succede? Hai incontrato un altro cane?”.
Il cane-topolino si vergognò da morire. E chiese: “Trasformami in una tigre, ti prego, in una grossa terribile tigre!”.
Il lama lo accontentò e, il giorno dopo, una enorme tigre dagli occhi feroci uscì dalla camera del lama. La tigre passeggiò per tutta la casa spaventando tutti, poi uscì nel giardino e là incontrò il gatto che usciva dalla cucina. Appena vide la tigre, il gatto fece un balzo terrorizzato, si arrampicò su un albero e poi chiuse gli occhi, dicendo: “Sono un gatto morto!”.
Ma la tigre, vedendo il gatto, miagolò lamentosamente e fuggì ancora più veloce del gatto e corse a rifugiarsi in un angolo della stanza del lama.
“Che bestia spaventosa hai incontrato?”, gli chiese il lama.
“Io… io ho paura… del… gatto!”, balbettò la tigre, che tremava ancora.
Il lama scoppiò in una gran risata. “Adesso capisci, piccolo amico” spiegò. “L'apparenza non è niente! fuori hai l'aspetto terribile di una tigre, ma hai paura del gatto perché il tuo cuore è rimasto quello di un topolino”.

Bisogna sempre incominciare dal cuore. 

(Bruno Ferrero - A volte basta un raggio sole)

Non ti pare che questa storiella ti richiami ad essere piu' sincero con te stesso e a mutare dentro di te piuttosto che solo esteriormente ...?!

sabato 25 dicembre 2010

Natale

Il Natale nelle parole del Papa


. "La Parola eterna che si esprime nella creazione e che si comunica nella storia della salvezza è diventata in Cristo un uomo, « nato da donna » (Gal 4.4). La Parola qui non si esprime innanzitutto in un discorso, in concetti o regole. Qui siamo posti di fronte alla persona stessa di Gesù. La sua storia unica e singolare è la Parola definitiva che Dio dice all'umanità. Da qui si capisce perché all'inizio dell'essere cristiano non c'è una decisione etica o una grande idea, bensì l'incontro con un avveni­mento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva . Il rinnovarsi di questo incontro e di questa consape­volezza genera nel cuore dei credenti lo stupore per l'iniziativa divina che l'uomo con le proprie capacità razionali e la propria immaginazione non avrebbe mai potuto escogitare. Si tratta di una novità inaudita e umana­mente inconcepibile: « il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi » (Cr 1.14a). Queste espressioni non indicano una figura retorica, ma un'esperienza vissuta! A riferirla è san Giovanni, testimone oculare:
" Noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio Unigenito, che viene dal Padre, pieno di grazia e di  verita'" (Gv 1,14b). La fede apostolica testimonia che la Parola erterna  si e' fatta Uno di noi. "   (Papa Benedetto XVI.mo, Verbum Domini, n.11).
E' l'esperienza del Natale.

giovedì 16 dicembre 2010

Lode al Signore dalle creature


AMMIRANDO.


La natura intorno a noi e’ un invito a cantare le lodi di Dio Creatore e Padre, ricco d’amore per noi.
“....
Il creato nasce dal Logos e porta in modo indelebile la traccia della Ragione creatrice che ordina e guida. Di questa certezza gioiosa cantano i salmi:
« Dalla parola del Signore furono fatti i cieli, dal soffio della sua bocca ogni loro schiera » (Sal 33.6);
ed ancora:
« Egli parlò e tutto fu creato, comandò e tutto fu compiuto » (Sal 33.9).
L'intera realtà esprime questo mistero: « I cieli narrano la gloria di Dio, l'opera delle sue mani annuncia il firmamento » (Sal 19.2).
Per questo è la stessa sacra Scrittura che ci invita a conoscere il Creatore osservando il creato
(cfr Sap 13,5: Rm 1,19-20).”
( cfr Benedetto XVI,Verbum Domini,esortaz. Apostolica postsinodale, n.8)

mercoledì 8 dicembre 2010

In onore dell' Immacolata

Maria Maestra dei Cristiani

MARIA Maestra della CHIESA in cammino perche’ Madre della Sapienza.



Ego ex ore Altissimi prodivi, primogenita ante omnem creaturam. Ego feci in coelis ut oriretur lumen indeficiens...  (I) ...in onmi ter::-a steti
et in omni populo et in omni genti prima tum ha bui... (2)
transite ad me omnes qui concupiscitis me...
et a generationibus meis implemini...  (3)
Qui audit tue non confundetur,
et qui operantur in me non peccabunt ...(4)

Ci siamo mai chiesti perchè la Liturgia applica a Maria queste parole della Scrittura?. .. E’ significativo il fatto che Maria sia accostata alla Sapienza. E’come se la Liturgia volesse inculcare ai fedeli che a Maria spetta un compito simile a quello della





Sapienza: ammaestrare i popoli. Quasi la Liturgia dicesse:
" Maria non è solo Creatura privilegiata nella Chiesa, ma anche Maestra della Chiesa". "Ego Mater pulchrae dilectionis,  et timoris, et agnitionis,  et sanctae spei..."      (5)
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(1) cfr.  Eccli.24,5-6
(2)              24,9
(3)              24,26
(4)              24,30
(5)                24,24
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Alla Madre di Dio e della Chiesa,allaMediatrice della Grazia non disdice, ma conviene assai questo tìtolo di "maestra". Il Vangelo, la vita dei Santi,  la storia e l'insegnamento della Chie­sa confermano questa prerogativa di Maria. Dall’ Annunciazione al Calvario Maria ci ammaestra.
Di fronte all'Angelo che la proclama Madre di Dio e Corredentrice del genere umano,è Maestra di umiltà: tutto viene da Dio è dono suo, l'uo-mo non è che al servizio di Lui. "Ecce Ancilla Domini!" (1)
A Gerusalemme, quando, ritrovato Gesu’ nel Tempio, non comprende la sua risposta Sacerdotale," in his quae Patris mei sunt oportet me esse", ci ammaestra a meditare i disegni di Dio ed a inchinarci ad essi anche se incomprensibili per il momento o misteriosi.  (2)
A Cana:  "Vinum non habentl" Ella chiede con fiduciosa perseveranza, certa di ottenere. "Quodcumque dixerit vobis, facite." (3) E Gesù anticipa i tempi.
L'episodio di Cana è un altro ammaestramento di Maria: non ci insegna forse con l"esempio ciò che Gesu’ raccomanderà alle folle: "Petite, et dabitur vobis; quaerite, et invenietis; pulsate, et operietur vobis"?(4)
"Magnificat anima mea Dominum." In questo inno di esultanza Maria ci è Maestra di Verità.
Il mondo cultuale e culturale del tempo aveva svisato il vero senso dell'Alleanza : si era finito infatti col credere che Dio di Israele avesse bisogno del suo popolo e che le loro due sorti fossero   unite come da un legame naturale. Maria riafferma con chiarezza il vero clima dell'Alleanza mostrando quale ne debba essere l'idea più pura: l'alleanza viene cioè prospettata nel suo vero aspetto di gratuità che esalta la pietà dell'Altissimo nei riguardi di Abramo e della sua stirpe per sempre.    Inoltre le ristrette vedute carnali del particolarismo   giudaico vengono condannate. Il Magnificat ci offre infatti una dottrina intera­mente aperta all’universalità della salvezza.      (5)
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(1) Lc 1, 38
(2) v. Dilleshneider, “Il nostro Sacerdozio nel Sacerdozio di Cristo”,vol `1, p. 63;
 Lc 2, 49.
(3) Io 2, 3-5
(4) Mt 7, 7
(5) Lc 1,54-55
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Universalità e gratuità della salvezza,due insegnamenti della Vergine eco fedele della Sapienza divina.
Nel resto del Vangelo non la parola, ma la vita di nascondimento, di docilità e di silenzio è l'ammaestramento di Maria.
La S. Scrittura sembra porre il fondamento dogmatico del Magistero di Maria in queste parole dell’Apostolo ai Corinti:”Noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo
ma lo Spirito che viene da Dio, onde poter conoscere i doni che Dio ci ha
elargito."(I-Cor. 2,10-12 cfr. commento Bibbia Mons, Garofolo - ed. Marietti).
Meditando questo passo ci accorgiamo che lo Spirito Santo viene qui chia-
mato il Maestro che fa conoscere ai Cristiani i doni di Dio,quali la sal-
vezza, la gloria futura,la dignità di figli di Dio.
Questa asserzione accostata alla considerazione che Maria è Madre di Cri­sto, Corredentrice, Mediatrice, piena di Grazia ed intimamente inabitata dallo Spirito Santo (1) induce a farci credere massimamente conveniente estendere il compito di ammaestrare^, dallo Spirito Santo alla Vergine, che ne fu lo strumento docile; e che talora vien detta la Sposa dello Spirito: tanto più che la Chiesa l'invoca oggi ufficialmente sotto il titolo di Madre della Chiesa;  e non comprende forse la missione di madre anche di istillare nei suoi figli gli elementi indispensabili del sapere?
Maria dunque è Maestra dèi Cristiani perchè la sua dignità lo esige e perchè è Madre dei Cristiani.
I Santi testimoniano che Maria è Maestra universale. " Mammina mia, - diceva testualmente S. Gemma galgani - Mammina mia,io ti amo tanto perchè tu mi fai amare Gesù!"
In questo slancio di amore mistico non riconosciamo forse l'intuizione di una Santa del compito che Maria ha di essere Maestra di ogni membro del Corpo mistico di tristo?
Ricordiamo il sogno dei nove anni del nostro S. Fondatore. Gesù stesso rivolgendosi a Giovannino disse: - Io fi ti darò la Maestra, sotto la cui disciplina puoi divertire sapiente e senza cui ogni sapienza diviene stoltezza. Sembra a questo punto della nostra riflessione sentir risuonare nella mente la parola della Scrittura:  " qui audit me non confundetur, qui operabunt in me non peccabunt" (2)
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(1) Lc 1, 35
(2) Eccli. 24, 30
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E e siamo maggiormente confortati dalla testimonianza della vita di D. Bosco, testé riportata, ad attribuire alla Vergine Maria quelle parole che escono dalla bocca della Sapienza!
Anche altri Santi c'insegnano questa verità. Basti citare il Santo di Monfort. Nelle sue opere sulla Madonna egli inculca queste verità. Nel trattato sulla vera devozione a Maria egli insiste infatti sull'oppor­tunità di scorgere in Maria la nostra Maestra e di accettarla come tale.
Ci sembrano sufficienti questi esempi per farci intendere l'opinione dei Santi su questo punto.
Tutti i Santuari Mariani parlano di numerosi insegnamenti disseminati nella storia della Chiesa dalla Vergine Madre. Ricordiamone alcuni: Lourdes, Fatima, Siracusa.
A Lourdes II febbraio - 16 luglio 1858 Maria insegna a pregare e a fare penitenza per i peccatori e non alla sola piccola Bernardetta, ma al mondo intero.
La Vergine così si fa pietosa Maestra di vera sapienza e al mondo intero dimentico di una tale saggezza amorosamente proclama il suo privilegio: io sono l'Immacolata Concezione! eco celeste del Dognma dell'8 dicembre 1854.
 A Fatima, 13 maggio 1917, il suo insegnamento di fa più pressante: "preghiera e penitenza per i peccatori e per la cessazione della guerra; amoroso richiamo alla conversione,accompagnato da una profezia di un altro flagello se il mondo non si convertirà.
A Siracusa, le lacrime della Vergine sono un altro silenzioso insegnamento.     Le lacrime di una madre parlano di molte cose ai figli! L'insegnamento però è nascosto:  solo l'intimità del cuore di ogni uomo ne può svelare il significato.
La storia stessa ci assicura dunque, attraverso le testimonianze delle
apparizioni, che Maria non solo merita il titolo di Maestra dei Cristia-ni, ma realmente lo è.
La pietà dei fedeli lo riconosce quando nelle litanie della Vergine La saluta "Sede della Sapienza!".
Il Magistero Ecclesiastico inculca questa verità. Maria è Maestra. Questo insegna ai fanciulli il Papa Pio XII0 quando nell'udienza del 2 maggio 1954 al pellegrinaggio degli soolari d'Italia, esclama:
"dovete imparare a dirle un "bel sì, ogni volta che vi chiederà qualche co sa. Vi esorterà a pregare , vi suggerirà di essere studiosi e voi Le ri­sponderete sempre con un bel'"sì".
Agli sposi il Papa presenta come Maestra di vita famigliare la Vergine: "essa - disse in un discorso agli Sposi novelli nel IO maggio del 1939-non solo conosce per propria esperienza le gravi necessità della famiglie, ma come Madre di pietà e di misericordia, vuole di fatto venire in loro aiuto".
Ella è preconizzata Maestra nell'apostolato dei laici. Salutandola in fatti Mediatrice dei laici nell'esplicazione del loro apostolato, il Papa affida a questa potente Mediatrice le organizzazioni cattoliche,come ad una Maestra: dice infatti:" Ella la Sede della Sapienza vi porterà sicuramente alla vittoria"(1).
Anche il Papa Paolo VI0 affermò esplicitamente questa prerogativa.
Nel suo discorso sull'Assunta,il 15 agosto 1964,
la dice Maestra, Maestra di umiltà e modello di vita cristiana.
Così pure in un discorso dell'aprile del 1965 le attribuisce il titolo di Maestra.  (2)

(1) v. Pio XII. * dic 1947 dal discorso “ Grande e’ la nostra letizia”.
(2) v. Osservatore della Domenica”, 2 maggio 1965, p.4, 2.a-3.a colonna.



La Chiesa considera Maria in quanto riguarda il suo fine "quale sua propria Maestra". Il Concilio infatti nella Costituzione Liturgica all’articolo  103 dice : "in Maria la Chiesa... come in una immagihe purissi_ ma contempla con gioia ciò che essa stessa nella sua totalità desidera e spera di essere.,,
Se la Chiesa contempla in Maria ciò che essa deve essere, è logico affer mare che Maria in ciò è Maestra della Chiesa.
Il Vangelo, la storia della Chiesa, i Santi, la Liturgia, alcune espressioni del Magistero ecclesiastico ci inducono dunque ad affermare che Maria è Maestra della Chiesa.. Alcune considerazione sulla S. Scrii tura e sulle prerogative di Maria ci mostrano la convenienza di un tale titolo e di una tale missione della Vergine Maria.
Non oh resta allora che accettare con l'assenso della mente questa verità e aprire il cuore ad una semplice considerazione:
"Se Maria è la nostra Maestra, perchè noi non Le siamo scolari fedeli? Mettiamoci alla sua scuola!
Nel S. Rosario essa ci parla. Ascoltiamo ciò che ci insegna: meditiamo ed agiamo!
Ci troveremo così tutti promossi all'incontro con Cristo!" perchè "qui operantur in me non peccabunt!"  (3).

Sedes Sapientiae, ora pro nobis!


(3) Odo Casel, Il Mistero dell’Ecclesia, Ed. Citta’ Nuova, alla voce “Maria riflesso del Logos”.

lunedì 6 dicembre 2010

giovedì 2 dicembre 2010

Gioia e fede

Parole di fede
Un mio caro amico – che si chiama Gian Piero ... è stato ricevuto dal Papa e gli ha fatto pervenire questo messaggio: «Ho voglia di vivere, sono entusiasta e curioso, amo la natura e il mondo in cui ho la fortuna e il privilegio di esistere. Sono consapevole che la mia fortuna è frutto della volontà del Signore e ringrazio infinite volte per quanto mi viene concesso».
Gian Piero è una persona felice. Eppure Gian Piero è da più di dieci anni un uomo completamente paralizzato, muto, cieco, mezzo sordo e attaccato ventiquattro ore su ventiquattro a un respiratore artificiale. È anche un po’ storpio.
( da Totus Tuus)

mercoledì 1 dicembre 2010

Parola di Dio

Dal libro del profeta Isaìa (Is 26,1-6)
In quel giorno si canterà questo canto nella terra di Giuda:
«Abbiamo una città forte;
mura e bastioni egli ha posto a salvezza.
Aprite le porte:
entri una nazione giusta,
che si mantiene fedele.
La sua volontà è salda;
tu le assicurerai la pace,
pace perché in te confida.
Confidate nel Signore sempre,
perché il Signore è una roccia eterna,
perché egli ha abbattuto
coloro che abitavano in alto,
ha rovesciato la città eccelsa,
l’ha rovesciata fino a terra,
l’ha rasa al suolo.
I piedi la calpestano:
sono i piedi degli oppressi,
i passi dei poveri».
Parola di Dio

martedì 30 novembre 2010

Icoana Maicii Domnului din Cacica



Copia uneia dintre cele mai cunoscute icoane ale Fecioarei Maria, "Madona Neagră" de la Czestochowa (Polonia), icoana Maicii Domnului de la Cacica este veche (începutul sec. XVII). Având dimensiunile de 86x60 cm, icoana reprezintă pe preasfânta Fecioară Maria ţinând în braţe pe pruncul Isus. Pictura pe pânză este acoperită cu un basorelief din lemn aurit şi argintat, lăsând să se vadă feţele şi palmele lui Isus şi ale Maicii Domnului. Maria şi Isus au pe cap coroane. Mâna dreaptă a Fecioarei este îndreptată către Isus, ca şi cum ar spune: "Faceţi tot ce el vă zice!". Cu mâna stângă, pruncul Isus strânge la piept o carte, iar dreapta o are ridicată în semn de binecuvântare. Icoana a ajuns la Cacica pentru prima dată în urmă cu mai bine 200 de ani, odată cu polonezii veniţi pentru a extrage zăcămintele de sare descoperite în zonă. (Biroul de presă al Diecezei de Iaşi, pr. Cornel Cadar)


Azi )6 decembrie 2010)Icoana este la Bacău pentru întarire în credinţa familiile române.

lunedì 29 novembre 2010

La tua grandezza.- riflessione.

Che pensi di te...?



Ognuno e’ amato da Dio...



La mia vita è voluta da Dio dall'eternità. Io sono amato, sono necessario. Dio ha un progetto con me nella totalità della storia; ha un progetto proprio per me. La mia vita è importante e anche necessaria. L'amore eterno mi ha creato in profondità e mi aspetta. Quindi, questo è il primo punto: conoscere, cercare di conoscere Dio e così capire che la vita è un dono, che è bene vivere... Quindi c'è una volontà fondamentale di Dio per noi tutti, che è identica per tutti noi. Ma la sua applicazione è diversa in ogni vita, perché Dio ha un progetto preciso con ogni uomo....


Non "avere"la vita, ma fare della vita un dono, non cercare me stesso, ma dare aglialtri. Questol'essenziale.
(Don Juan Vechi Rett. Maggiore dei Salesiani)












"A che cosa, in questo momento della mia vita, è proteso il mio cuore? E questa stessa domanda si può porre a livello di famiglia, di comunità, di nazione. Che cosa attendiamo, insieme? Che cosa unisce le nostre aspirazioni, che cosa le accomuna? Nel tempo precedente la nascita di Gesù, era fortissima in Israele l’attesa del Messia, cioè di un Consacrato, discendente del re Davide, che avrebbe finalmente liberato il popolo da ogni schiavitù morale e politica e instaurato il Regno di Dio. Ma nessuno avrebbe mai immaginato che il Messia potesse nascere da un’umile ragazza come era Maria, promessa sposa del giusto Giuseppe. Neppure lei lo avrebbe mai pensato, eppure nel suo cuore l’attesa del Salvatore era così grande, la sua fede e la sua speranza erano così ardenti, che Egli poté trovare in lei una madre degna. Del resto, Dio stesso l’aveva preparata, prima dei secoli. C’è una misteriosa corrispondenza tra l’attesa di Dio e quella di Maria, la creatura "piena di grazia", totalmente trasparente al disegno d’amore dell’Altissimo. Impariamo da Lei, Donna dell’Avvento, a vivere i gesti quotidiani con uno spirito nuovo, con il sentimento di un’attesa profonda, che solo la venuta di Dio può colmare." (Benedetto xvi. 28 nov. Angelus ,fonte ZENIT)

L'uomo e' chiamato a porre al centro della sua vita il desiderio di Dio
Questo fa si' che noi tutti siamo chiamati ad essere interpreti di una storia che si fa salvezza ed in cui il Padre, per mezzo del Figlio e la forza dello Spirito Santo, fa tutti gli uomini protagonisti.
La vita umana prende forma concreta di una vocazione
La chiave di questo e' il Cristianesimo, che e' chiamata ad una salvezza donataci: un appello che ci precede, perfettamente gratuito e libero, che ci invita all'azione, al coinvolgimento personale
E questo e' il Vangelo, la comunione Trinitaria, la partecipazione al Corpo di Cristo, la condivisione ad essere fratelli e figli nella Chiesa, la conformazione a Cristo e la consegna definitiva al Padre di Gesu'.

Pentru a reflecta- Per riflettere...



                                                                                         *





Cercul = persoane semnificative



Pătratul = locurile semnificative


Triunghiul = faptele sau evenimentele semnificative






4- Ce hotărâre drept temelie ai luat?..sau trebuie să iei?

domenica 28 novembre 2010

Questo Blog sara' in italiano e Rumeno a seconda dei casi.

Nota introduttiva.


In questo blog troverai un po' di tutto e potrai fermarti a riflettere o a curiosare lietamente ove avrai interesse di farlo. Puo' darsi che non ti interessi nulla... Sappi tuttavia che ci troverai sempre qualcosa di buono per crescere in bonta'.
Questo e' il mio desiderio e... con te, il nostro!
Ciao D.S.

sabato 27 novembre 2010

Da un' umile realta' e' nata un'opera meravigliosa e mondiale. E' la nostra speranza



La' Cominciamo! - disse Don Bosco... E fiorirono i miracoli.
...e' quello che spero per te che mi leggi: che scopra il miracolo della felicita'.


Farti conoscere

Farti conoscere la gioia che ho scoperto,
farti conoscere il Nome che mi conforta,
farti conoscere il Cielo che mi illumina,
farti conscere il Futuro che non sai,
farti amare l'Amore,
che si Chiama Dio con Noi
che ci avvolge con le sue Braccia,
che ci stringe al suo Petto,
Padre d'eterna Grazia
di impensato Affetto,
insperato Amore,
"Amor che non amato,
amar perdona!"
e vive in Te.