venerdì 6 maggio 2011

Pensieri ai giovani

PENSIERI ai Giovani. (Benedetto XVI)- cfr. Zenit 6 maggioo2011-.


Credere- “Credo!”- “Amen!”
Benedetto XVI

“'Credo', 'Amen': sono le due parole con cui inizia e si conclude il 'Credo', la 'Professione di fede' della Chiesa”, ha osservato il Pontefice.

“Che cosa vuol dire credo?”,  la parola “ha vari significati”: “indica accogliere qualcosa tra le proprie convinzioni, prestare fiducia a qualcuno, essere certi”.

“Quando, però, la diciamo nel 'Credo', essa assume un significato più profondo”.
“E' affermare con fiducia il senso vero della realtà che ci sostiene, che sostiene il mondo; significa accogliere questo senso come il solido terreno su cui possiamo stare senza timore; è sapere che il fondamento di tutto, di noi stessi, non può essere fatto da noi, ma può essere solo ricevuto”.
“La fede cristiana non dice 'Io credo in qualcosa', bensì 'Io credo in Qualcuno', nel Dio che si è rivelato in Gesù, in Lui percepisco il vero senso del mondo; e questo credere coinvolge tutta la persona, che è in cammino verso di Lui”.
“La parola 'Amen', poi, che in ebraico ha la stessa radice della parola 'fede', riprende lo stesso concetto: il fiducioso poggiare sulla base solida, Dio”.

Nel mondo di oggi c'è il pericolo di un “saccheggio spirituale”, ha avvertito Papa Benedetto XVI questo venerdì mattina rivolgendosi al Corpo della Guardia Svizzera Pontificia, ricevuto in udienza nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano.

L'udienza si è svolta in occasione del giuramento delle 34 nuove reclute, alle quali il Papa, nel suo discorso in tedesco, francese e italiano, ha ricordato “il senso del servizio disinteressato” che caratterizza i membri del Corpo.

In particolare, il suo pensiero è andato al famoso “Sacco di Roma”, “che vide le guardie svizzere impegnate nella strenua difesa del Papa, fino a dare la vita per lui”. Il 6 maggio 1527, infatti, 147 soldati morirono nell’atto di difendere Clemente VII dall’assalto dei Lanzichenecchi.

“Il ricordo di quel saccheggio terreno deve far riflettere che esiste anche la minaccia di un saccheggio più pericoloso, quello che potremmo definire spirituale”, ha sottolineato il Pontefice.

“Nell’odierno contesto sociale molti giovani rischiano, infatti, di cadere in un impoverimento progressivo dell’anima, poiché inseguono ideali e prospettive di vita superficiali, che colmano solo bisogni ed esigenze materiali”.

“Fate in modo che la vostra permanenza a Roma costituisca un tempo propizio per sfruttare al meglio le molte possibilità che questa città vi offre per dare un senso sempre più solido e profondo alla vostra vita”, ha esortato il Pontefice rivolgendosi ai membri della Guardia Svizzera.

“Il periodo che trascorrerete nella 'Città eterna' sarà un momento eccezionale nella vostra esistenza – ha aggiunto –: vivetelo con spirito di sincera fratellanza, aiutandovi gli uni gli altri a condurre una vita esemplarmente cristiana, che corrisponda alla vostra fede e alla vostra peculiare missione nella Chiesa”.

Guardare a Cristo

“Quando alcuni di voi oggi giureranno di svolgere fedelmente il servizio nella Guardia Svizzera Pontificia e altri rinnoveranno questo giuramento nel loro cuore, pensate al volto luminoso di Cristo, che vi chiama ad essere autentici uomini e veri cristiani, protagonisti della vostra esistenza”, ha chiesto il Papa.

La passione, morte e risurrezione di Gesù “sono un eloquente richiamo ad affrontare con consapevole maturità gli ostacoli e le sfide della vita”, ha sottolineato.

“Lui solo è la Verità, la Via e la Vita. Lui deve diventare ogni giorno di più il parametro della nostra vita e del nostro comportamento, così come Lui ha scelto la piena e totale fedeltà alla missione di salvezza affidatagli dal Padre come misura e fulcro della sua vita”.

“Il Signore, cari giovani, cammina con voi, vi sorregge, vi incoraggia a seguirLo nella stessa fedeltà”, ha ricordato Benedetto XVI, augurando ai presenti “di sentire sempre la gioia e la consolazione della sua presenza luminosa e corroborante”.

“La vostra significativa presenza nel cuore della cristianità, dove folle di fedeli giungono senza sosta per incontrare il Successore di Pietro e per visitare le tombe degli Apostoli, susciti sempre più in ciascuno di voi il proposito di intensificare la dimensione spirituale della vita, come pure l’impegno ad approfondire la vostra fede cristiana, testimoniandola gioiosamente con una coerente condotta di vita”, ha concluso.


Reagire al pericolo di compromessi nella fede.
(Benedetto XVI)
Esiste  la minaccia di un saccheggio pericoloso, quello che potremmo definire spirituale”, ha sottolineato il Pontefice.
“Nell’odierno contesto sociale molti giovani rischiano, infatti, di cadere in un impoverimento progressivo dell’anima, poiché inseguono ideali e prospettive di vita superficiali, che colmano solo bisogni ed esigenze materiali”.
Guardare a Cristo
“Pensate al volto luminoso di Cristo, che vi chiama ad essere autentici uomini e veri cristiani, protagonisti della vostra esistenza”.

La passione, morte e risurrezione di Gesù “sono un eloquente richiamo ad affrontare con consapevole maturità gli ostacoli e le sfide della vita”.

“Lui solo è la Verità, la Via e la Vita. Lui deve diventare ogni giorno di più il parametro della nostra vita e del nostro comportamento, così come Lui ha scelto la piena e totale fedeltà alla missione di salvezza affidatagli dal Padre come misura e fulcro della sua vita”.

“Il Signore, cari giovani, cammina con voi, vi sorregge, vi incoraggia a seguirLo nella stessa fedeltà”. “Sentite sempre la gioia e la consolazione della sua presenza luminosa e corroborante”.

“si approfondisca sempre di più in ciascuno di voi il proposito di intensificare la dimensione spirituale della vita, come pure l’impegno ad approfondire la vostra fede cristiana, testimoniandola gioiosamente con una coerente condotta di vita”.