mercoledì 31 dicembre 2014

Sindone Esposizione. aggiornamenti

Esposizione della Santa Sindone:
19 aprile  24 giugno 2015.


"L'Amore più grande"   
Questo è il motto dell'ostensione 2015





Commenta mons. Nosiglia:
«l'Amore più grande», motto dell'ostensione della Sindone 2015, si richiama direttamente alle parole di Gesù: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici», nel Vangelo di Giovanni (15,13).
''L'amore più grande è quello di Dio per gli uomini; ed è lo stesso di Gesù Cristo, Figlio di Dio fatto uomo, che accetta la morte in croce per la salvezza di tutti, in ogni tempo e in ogni situazione della storia. L'immagine della Sindone ci riporta intera questa testimonianza di sofferenza e di morte di un Crocifisso. Il Volto e il corpo martoriato dell'Uomo dei Dolori sono, anche nel silenzio del lenzuolo funebre, un segno di quell'amore che non finisce con la morte.
Ma all'amore tutti siamo chiamati: la parola di Gesù indica la strada di un dono totale che però è alla nostra portata. Ciascuno è in condizione di 'donare la vita', mettendosi a servizio degli altri e costruendo la propria vocazione intera di uomo o donna, di cittadino, di padre o madre. E però l'amore più grande è anche quello che spinge a pensare ed agire in grande, alla ricerca di una vita più autentica e ricca non tanto di cose o di denaro ma di persone, di amici con cui condividere la vita.
I giovani, soprattutto in Occidente, oggi vivono spesso situazioni che non lasciano vedere la speranza, dove il futuro appare condizionato dall'economia e dalla paura. Eppure l'amore di Cristo propone proprio di «gettare la vita», di vincere la paura.
Il pellegrinaggio alla Sindone, per i giovani e non solo, si propone come un cammino alla riscoperta di se stessi, delle motivazioni profonde del vivere. L'immagine della sofferenza e della morte di Gesù che la Sindone testimonia è però un richiamo forte alla vita, a 'uscire dalla morte' per incontrare i fratelli''.
Il motto indica lo stile e le tematiche con cui si caratterizza il pellegrinaggio alla Sindone, dal 19 aprile al 24 giugno 2015: la scoperta del «prossimo», l'occasione di donare e ricevere amicizia: incontro autentico fra persone vive.

L'ostensione offrirà certamente grandi opportunità di incontro: con Papa Francesco come con le tante persone presenti alle celebrazioni del Giubileo Salesiano per il secondo centenario dalla nascita di don Bosco.
Proposte specifiche per i giovani e gli ammalati saranno preparate e presentate lungo il 2014 in vista dell'ostensione.

  
The greatest Love   

The theme of the 2015 public display of the Holy Shroud


"The greatest love", the theme of the 2015 public display of the Holy Shroud, 
recalls Jesus's words:"Greater love hath no man than this, that a man lay down his life for his friends", John 15,13.

Monsignor Cesare Nosiglia (Archbishop of Turin, Papal Custodian of the Shroud) explains: greater love refers to God's love for mankind, the same as that of Jesus, the Son of God made man, who accepted death on the cross for the salvation of all mankind, at all times and in every situation.
The image on the Holy Shroud bears full witness to the suffering and death of the Crucified. The mangled face and body of the Man of Pain are, even in the silence of a funereal cloth, a sign of that love which does not end with death.

But we are all called to love, the total offering up of our lives which Jesus's words point us towards is within our reach.
We can all "offer our lives" when we put ourselves at the service of others, when we develop our vocation as men and women, citizens, mothers and fathers.
And great love is also what pushes us to think and strive for greater achievements, while looking for a more authentic and richer life, not rich in objects and money, but in people, friends with whom we share our lives. Today the young, especially in the western world, often live in situations that leave them feeling hopeless, and the future seems to be driven only by economic concerns and fear. And yet, the love of Christ asks just to throw our life, overcome fear.

The pilgrimage to the Holy Shroud, for the young, and not only for them, is a path towards the rediscovery of ourselves, of our deepest motivations in life. The image of Jesus's suffering and death witnessed by the Holy Shroud is nevertheless a call to life, to leave death and meet our brothers.

The chosen theme indicates the approach and the topics that characterize the pilgrimage to the Holy Shroud from 19 april to 24 june 2015: the discovery of our neighbour, the opportunity to offer and receive friendship - that is to say an authentic meeting among
living people.
The exhibition will certainly provide great chances to meet: with Pope Francis and all the people who attend the Salesian Jubilee celebrations for the bicentenary of the birth of Saint John Bosco.
Specific initiatives for the young and the sick will be planned and presented during 2014 as we move towards the exhibition.

The theme was launched on 5/3/2014 from @sindone2015; there’s a Twitter link on the official website of the Holy Shroud, www.sindone.org.
Together with the Custodian the announcement was made by Turin vice-mayor Elide Tisi, who is also President of the board of the Managing committee, and don Roberto Gottardo, President of the archdiocese of Turin Shroud Exhibition Committee.

You can download this announcement and pictures
 of the launch from the website 



Attivita’ 

legate all’Ostensione 

1-       In cammino verso l'Ostensione:

Concorso letterario sulla Sindone
Accoglienza per malati e disabili: in avvio le prenotazioni
Collaboratori e partner per l'ostensione
Colletta del banco alimentare, segno dell’Amore più grande.

2-       Ostensione:
accordo per l'accoglienza a malati e disabili
Il sito ufficiale di don Bosco con un link alla Sindone
Volontari della Sindone: oltre 4.200
Al Sermig incontro sulla Sindone
Pastorale della Salute:
Convegno internazionale per l’Ostensione.
 la Messa del Papa in Piazza Vittorio

3-       Papa Francesco a Torino il 21 giugno 2015

 In piazza Vittorio la Messa con Papa Francesco
Papa Francesco presiederà la concelebrazione eucaristica a
Torino, il prossimo 21 giugno, in piazza Vittorio.
Il programma definitivo della visita verrà presentato a suo tempo. Al momento è impossibile anticipare dettagli della giornata papale. Le uniche «certezze» sono quelle indicate da Papa Francesco stesso: venire pellegrino alla Sindone e onorare
la memoria di San Giovanni Bosco nel secondo centenario
della nascita. Allo stesso modo si sa che, nella giornata
del Papa, ci sarà un'attenzione particolare per i giovani e
per le persone in condizioni di sofferenza, secondo quanto
indicato dall'arcivescovo di Torino mons. Nosiglia.
San Giovanni Paolo II fu due volte in piazza Vittorio
durante le sue visite a Torino. Nel 1980, dal sagrato della
Gran Madre, rivolse l'ultimo saluto alla città al termine
dell'intensissima giornata del 13 aprile; nel 1998 celebrò
in piazza Vittorio la Messa per la beatificazione di Teresa Bracco, Giovanni Maria Boccardo e Teresa Grillo Michel.
Benedetto XVI invece, nel 2010, celebrò la Messa in piazza
San Carlo e visitò la Sindone nel pomeriggio del 2 maggio.


4-       E altro:
«Vieni alla Sindone»
I malati con la Sindone.
28 ottobre: S. Messa per i Volontari
24 settembre, volontari a messa
La Sindone nel cuore di Vercelli
Messa in Duomo per i Volontari
Messa per i primi mille Volontari
Il Volto della Sindone
L'Amore più grande


Notizie ricevute da   www.sindone.org



martedì 9 dicembre 2014

8 dicembre Maria Immacolata

Oggi e' iniziato l'oratorio salesiano , 

sono passati circa 173 anni.


Fu allora che dopo l'ordinazione sacerdotale, Don Bosco incontro' Bartolomeo Garelli nella Chiesa ove fu ordinato sacerdote e con quel giovanetto inizio' il primo catechismo dell'Oratorio salesiano. 
Era l' 8 dicembre 1841.

Cosi' nacque l'Oratorio di Don Bosco.

Era la festa dell'Immacolata.



·

      Dicembre 2014
Nella festa dell’Immaclata a cui Don Bosco teneva tanto.

.... ecco la
Preghiera  all’Immacolata di Papa Francesco
(pronunciata e scritta da Papa Francesco l’ 8 dicembre 2014):


"O Maria, Madre nostra, oggi il popolo di Dio in festa ti venera Immacolata, preservata da sempre dal contagio del peccato. Accogli l'omaggio che ti offro a nome della Chiesa che è in Roma e nel mondo intero.
Sapere che Tu, che sei nostra Madre,sei totalmente libera dal peccato ci dà grande conforto. Sapere che su di te il male non ha potere ci riempie di speranza e di fortezza nella lotta quotidiana che noi dobbiamo compiere contro le minacce del maligno.
Ma in questa lotta non siamo soli, non siamo orfani, perché Gesù, prima di morire sulla Croce, ci ha dato Te come Madre. Noi dunque, pur essendo peccatori, siamo tuoi figli, figli dell'Immacolata, chiamati a quella santità che in Te risplende per grazia di Dio fin dall'inizio.
Animati da questa speranza, noi oggi invochiamo la tua materna protezione per noi, per le nostre famiglie,per questa Città, per il mondo intero. La potenza dell'amore di Dio, che ti ha preservata dal peccato originale, per tua intercessione liberi l'umanità da ogni schiavitù spirituale e materiale,e faccia vincere, nei cuori e negli avvenimenti, il disegno di salvezza di Dio.
Fa' che anche in noi, tuoi figli, la grazia prevalga sull'orgoglio e possiamo diventare misericordiosi come è misericordioso il nostro Padre celeste. In questo tempo che ci conduce alla festa del Natale di Gesù, insegnaci ad andare controcorrente: a spogliarci, ad abbassarci, a donarci, ad ascoltare, a fare silenzio,a decentrarci da noi stessi, per lasciare spazio alla bellezza di Dio, fonte della vera gioia.
O Madre nostra Immacolata, prega per noi!"
(Fonte Eclesia News )


Is 40,31:
„…quanti sperano nel Signore riacquistano forza,
mettono ali come aquile,
corrono senza affannarsi,
camminano senza stancarsi”.


Sotto la Guida di Maria, che Gesu' ci diede come Mamma, siamo in cammino verso l’incontro con il Signore. Viviamo gli ultimi tempi di un mondo che passa e lascia il posto ad un mondo  nuovo a noi promesso da Gesu’, ma i cui segni sono gia’ presenti.




giovedì 20 novembre 2014

Famiglia e divorzio


Una riflessione che si rifa' al pensiero della Chiesa senza volersene accaparrare...




Famiglia  e posizione dei coniugi di fronte al divorzio.

I divoziati,
 Che posizione hanno nei confronti della Chiesa?...
Per capire in verità la visione della Chiesa Cattolica circa il Matrimonio e il Divorzio, e’ necessario approfondirne l’aspetto sacramentale tenendo presente il concetto antropologico .
Circa l’aspetto antropologico , il corpo umano e’ considerato godere di differenze complementari e arricchenti la persona: la mascolinità e la femminilità, quale struttura antropologica fondamentale.
L’Unione sessuale tra l’uomo e la donna e’ intesa come un dono reciproco, che viene offerto tra loro due e da loro due. Tale dono e’ basato sull'amore reciproco che dura  nella fedeltà e che testimonia l’unita’ tra due persone in quanto tali.
In questa realtà che si costituisce, il Sacramento del Matrimonio e’ presente cosicché il dono reciproco ed il Matrimonio quale realizzazione di tale amore, non solo continua il suo compito profetico di annunciare  l’amore di Dio Creatore alle sue creature, ma diviene una realtà nuova, perché rinnovata dall'amore di Cristo Redentore.
Il Matrimonio ed il dono reciproco nel Matrimonio rinnovato dall'amore di Cristo Salvatore, assume invero il significato  nuovo e il compito di garantire al mondo che Cristo Signore Gesù si da’ e continua a darsi per la sua Chiesa ed alla sua Chiesa, che diviene Una con Lui come avviene tra marito e moglie  nel loro stesso essere dono uno all'altronell'amore fedele e unico.
Il Matrimonio e l’amore reciproco e fedele tra i coniugi cristiani e’ dunque  di una elevatezza straordinaria  proprio alla luce di questo mistero divino e diviene fonte di grazia  fin quando dura la loro vita di sposi ( Sacramento permanente).
La situazione di Cristiani divorziati allora non solo contraddice la natura del loro legame matrimoniale, ma toglie al corpo il significato profondo che gli e' proprio ed e’ contraddittorio con il Sacramento celebrato insieme.
L’adulterio del resto non sara’ mai un dono , perché il dono e’ già stato promesso e dato; sara’ invece solo una infedeltà ed una bugia bella e buona.

Devorţaţii.

Pentru a înţelege cu adevărat viziunea Bisericii Catolice despre căsătorie şi divorţul , este necesar să se aprofundeze aspectul antropologic  şi aspectul sacramental.
După aspectul antropologic, trupul uman este considerat cu diferenţele sexuale, masculinitate şi feminitate ca o structură antropologică fundamentală.  Unirea sexuală dintre bărbat şi femeie este înţeleasă ca un dar reciproc, pe care şi-l oferă unul altuia, şi care este  întemeiat deasupră iubirii care dăinuie  în fidelitate şi mărturiseşte  unitatea nu numai fisică ci între două persoane.
În această realitate este prezent  Sacramentului Cununii aşa încât darul acesta  reciproc şi Căsătoria, ca expresie a iubirii, nu doar continuă să aibă puterea profetică a proclamării iubirii lui Dumnezeu Creatorul, ci şi devine o nouă realitate, înnoită de iubirea lui Cristos.Casatoria şi dăruirea reciprocă în Casatorie va semnifica atunci Isus care se dă pe Sine pentru Biserica Sa, care se uneşte cu ea, asemenea soţului cu soţia sa. Casatoria dintre un bărbat şi o femeie şi iubirea lor este mare tocmai la lumina acestui mister divin şi devin izvorul harului care durează cât durează viaţa lor (sacrament permanent).
Situaţia divorzaţi recasatoriţi nu doar contrazice natura legământului marital, ci şi lipseşte trupul de semnificaţia lui profundă (adulterul nu va fi niciodată un dar, pentru că darul tău îl ai deja dat cuiva; va fi numai o infidelitate şi o minciună) şi contrazice Sacramentul.


Ha affermato Papa Francesco: “È significativo come - anche nella cultura individualista che snatura e rende effimeri i legami - in ogni nato di donna rimanga vivo un bisogno essenziale di stabilità, di una porta aperta, di qualcuno con cui intessere e condividere il racconto della vita, di una storia a cui appartenere. La comunione di vita assunta dagli sposi, la loro apertura al dono della vita, la custodia reciproca, l’incontro e la memoria delle generazioni, l’accompagnamento educativo, la trasmissione della fede cristiana ai figli...: con tutto questo la famiglia continua ad essere scuola senza pari di umanità, contributo indispensabile a una società giusta e solidale. E più le sue radici sono profonde, più nella vita è possibile uscire e andare lontano, senza smarrirsi né sentirsi stranieri ad alcuna terra”.(fonte Ghiggini)



E... per finire...Liberta'?...

Come ricevo da D.G.G. cosi' riferisco e scrivo...


DIO PERMETTE AGLI UOMINI DI FARE CIO' CHE VOGLIONO:
OMOSESSUALITA', DIVORZI, ABORTI, ECC.
Fiaba ironica sulle permissioni divine 
e la stupidità umana
......

Il vescovo li vide arrivare, una folla di persone dall'aria decisa.
 Sospirando, si girò verso di loro: "Che cosa volete, figlioli?". 
Quello che era evidentemente il loro capo si fece avanti: "Vogliamo che la Chiesa...". Il santo vescovo li ascoltò pazientemente, poi ad un certo punto alzò la mano:
 "Sì, sì, credo di avere capito. A questo punto penso che sia meglio che queste che cose le chiediate direttamente a Dio."
Si levò un mormorio di sorpresa. "Ma... disturbarlo per..." Ma il vescovo fece un cenno con la mano a liquidare l'obiezione e si avviò con passo deciso. Gli altri lo seguirono.
Dio stava potando delle viti nel suo giardino. "Sì, un attimo, ho quasi finito." Recise un ultimo ramo e poi si sedette su un muretto. "Allora, forza, parlate" disse, con fare affabile.
Si fece avanti il capo del gruppo: "Signore, ecco, noi... vorremmo che permettessi l'uso di anticoncezionali..." Disse, quasi farfugliando. Dio scambiò un'occhiata con il vescovo: "Certo, lo permetto". Un mormorio di sorpresa si levò tra i presenti, che cominciarono a scambiarsi pacche sulle spalle. "C'è altro, vero?" disse Dio. "Ecco, vorremmo che fossero permessi anche i rapporti omosessuali...". "Sono permessi", disse Dio. Da alcuni degli astanti si levarono degli "Olè". "E anche i rapporti al di fuori del matrimonio...". "Accordàti", fece Dio. "La masturbazione...". "Certo". "L'aborto...". "Come no. Ma aspettate, è inutile che vi sforziate di esprimerlo in parole, tanto lo posso leggere in voi cosa vorreste fare."
Li guardò, uno per uno. "Vorreste fare del sesso quando vi va e con chi vi va? Lo permetto. Anche con dei bambini? Sì, lo permetto. Vorreste impossessarvi dei beni di chi secondo voi ha troppo? Lo permetto. Della donna, dell'uomo di un altro? Lo permetto. Anche con la forza? Con la menzogna? Lo permetto. Volete uccidere chi non sopportate? Permetto anche questo."
Man mano che Dio parlava, tutti ad uno ad uno tacquero. Dio si alzò: "Io permetto tutte queste cose. Le permetto già. E dovreste saperlo, visto che già le fate. Tutte". Si avvicinò, e fissò negli occhi il loro capo: "Ma quello che non posso fare è dire che tutte queste cose vi renderanno felici. Non posso proprio farvele bastare. Perché io ho fatto voi uomini in un'altra maniera." Mentre parlava sorrideva, un sorriso triste."Non solo il fare tutte queste azioni non vi basterà, ma vi renderà ancora più infelici, perché sono proprio il contrario del modo in cui vi ho fatto."
Il leader del gruppo abbassò lo sguardo. Dio gli posò una mano sulla spalla: "Vi ho fatti in una certa maniera, e nemmeno io posso farvi in maniera diversa senza disfarvi del tutto. Nel fondo del vostro cuore voi non volete le cose che avete chiesto: chiedete delle cose che pensate colmino quella sete che avete, ma non sono le cose giuste. Sono le cose che qualcuno che odia voi e me vi ha suggerito proprio sapendo cosa vi succederebbe."
Si rivolse a quelli dietro: "Voi, che già le fate, ditemi, vi hanno resi felici, o ancora più disperati e famelici? Cosa è successo, come conseguenza di quelle azioni? Quale tristezza e schifo hanno generato?" Nessuno parlò. "E quindi," proseguì Dio, "cosa vorreste che io facessi? Che, nonostante quello che siete, quello che è, io vi dessi il permesso di sentirvi giustificati qualsiasi cosa facciate? In maniera da accusarmi anche di questo? Bene, il permesso di farlo ve l'ho dato. E ve l'ho dato fin dal principio. Si chiama libertà. Ma avete anche qualcosa d'altro, dentro, cioè la conoscenza di cosa sia bene e cosa sia male. E nemmeno io posso togliervela, perché ve la siete presa assieme alla libertà."
Si accostò al vescovo, passò il braccio attorno alle sue spalle bianche e lo strinse a sé. "Il vostro vescovo vi può ricordare cosa io stesso ho detto ai vostri padri che cosa può rendervi felici. Ma, se non lo posso io, neanche lui può cambiare la vostra natura". "Cos'è che può renderci felici, allora?" chiese il capo del gruppo. "Già lo sai" disse Dio "stare qui assieme a me."
A questo punto, il silenzio era totale. Neanche si sentivano più gli uccellini tra i rami del giardino. Poi, uno ad uno, i presenti si voltarono e se ne andarono.
Alla fine rimasero solo Dio e il vescovo. Il vescovo sospirò: "Credi che l'abbiano capito, stavolta?" chiese, rivolgendosi a Dio. Dio si strinse le spalle: "Come tutte le altre volte. Ma una cosa la sanno, anche se ogni volta sembrano scordarsene". 
Il vescovo si girò verso Dio: "E qual è?". 
Rispose Dio: "Che io li amo".


Titolo originale: Permesso?
Fonte: Blog di Berlicche, 11/02/2014




sabato 15 novembre 2014

Gender?...

Gender sì gender no?




„Corporeità e sessualità sono dimensioni fondamentali della persona umana, esprimendone radicalmente relazionalità,  ricche differenze personali e capacita' generativa. Esse non sono importanti solo sul piano affettivo, ma su di essi si fonda l’essere ed il fare famiglia, e quindi, il matrimonio, la paternità e la maternità, la vita sociale, fino alla sfera politica, nel suo senso più proprio e più nobile di costruzione del bene comune.

Nascondere questi contenuti ad un ragazzo/a che ne cerca il significato, non accettare la SFIDA EDUCATIVA che la sessualità racchiude, significa ridursi a individui soli, atomizzati, incapaci di costruire relazioni stabili e con responsabilità per il bene comune, in fin dei conti più facilmente manipolabili”.



E allora?...Gender che stravolge questi valori sì o gender no?...

Al gender  che causa un problema culturale: 
appiattire la differenza sessuale e la genitorialità, 
va risposto :

NO!

Corporeità e sessualità sono dimensioni fondamentali della persona umana, esprimendone radicalmente relazionalità, ricchezza di caratteristiche e differenze particolari e capacita' generativa.

E dunque....

Si deve ricominciare a educare come si deve!...

1-   I genitori si riprendano la responsabilità di educare i propri fgli!

La Costituzione italiana, all’art.30, del resto, recita: “È diritto e dovere dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori dal matrimonio (…)”; e la Convenzione ONU sui diritti del fanciullo art.14 , par 2), a sua volta, dichiara: “Gli Stati parti devono rispettare il diritto e il dovere dei genitori ( …) di guidare il fanciullo nell'esercizio del diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione in modo consono alle sue capacità evolutive”.

Il che significa per quanto riguardi i genitori:  

ricominciare ad assumersi la propria responsabilità educativa.

Per questo:

2-   Si attui il “Patto di corresponsabilità” fra scuola, famiglia e studenti  e
e  associazioni di famiglie, in alleanza con la scuola.

3-   Si attui il contatto fra genitori, docenti e referenti di esperienze educative valide in particolare sui temi dell’affettività e della sessualità.  Occorre da un lato riaffermare che il lavoro educativo compete in primis alla coppia genitoriale, ma dall'altro sottolineare che le risorse che vanno attivate non possono provenire solo dal suo interno
(cfr. Forum delle associazioni familiari).






giovedì 30 ottobre 2014

Sindone a Torino- Esposizione e bicentenario Don Bosco



Ro

Giulgiul din Torino.

Expunerea de la 19 aprilie 2015 la 24 iunie , la Torino Italia.

Ocaziă de a nu uita pentru a cunoaşte acest reper istoric 

arheologic şi icoană de mare importanţă 

culturală ştiintifică şi religioasă.



It

Sindone e Don Bosco

Dal 19 aprile 2015 al 24 giugno,
Esposizione della Sindone a Torino
In occasione del bicentenario 
della nascita di Don Bosco,  1815-2015.


La Sindone


 La Sindone è l’icona direi più importante che la storia, la tradizione e i nostri padri ci hanno tramandato e che hanno conservato.
 In quel Telo c’è tutta la storia della salvezza, in quel Telo è impressa l’immagine totale della donazione del Figlio di Dio per la salvezza dell’umanità.
Chi si trova di fronte a quell’icona ha veramente la percezione e la sensazione profonda che Dio ha proprio stampato nello storia il suo dono totale d’amore; non c’è più grande amore se non di colui che dà la vita per le persone amate. -  Mons.  mons. Liberio Andreatta  –
(da Bollettino Radiogiornale vaticano 27 ottobre 2015)



Don Bosco conosceva bene la Sindone e portava i suoi ragazzi a venerarla con amore.



(ANS – Città del Vaticano) – “Sono lieto di annunciare che, a Dio piacendo, il 21 giugno prossimo, mi recherò in pellegrinaggio a Torino per venerare la Sacra Sindone e onorare San Giovanni Bosco, nella ricorrenza bicentenaria della sua nascita”. Ad annunciarlo ai fedeli, al termine dell’udienza generale di oggi, 5 novembre, è stato direttamente Papa Francesco. Sempre stamattina, nella Sala Stampa della Santa Sede, si è svolta una conferenza stampa sullo stesso tema.

giovedì 16 ottobre 2014

Famiglia cristiana

Famiglia.
Nostalgia di famiglia.
Nostalgia di preghiera.

 
dal Web



Disse Papa Francesco, quasi in poesia; era il 4 ottobre 2014:
"Scende ormai la sera sulla nostra assemblea.
È l’ora in cui si fa volentieri ritorno a casa
per ritrovarsi alla stessa mensa,
nello spessore degli affetti,
del bene compiuto e ricevuto,
degli incontri che scaldano il cuore e lo fanno crescere,
vino buono che anticipa nei giorni dell’uomo
la festa senza tramonto.
È anche l’ora più pesante
per chi si ritrova a tu per tu con la propria solitudine,
nel crepuscolo amaro di sogni e di progetti infranti:
 quante persone trascinano le giornate
nel vicolo cieco della rassegnazione,
dell’abbandono, se non del rancore;
in quante case è venuto meno il vino della gioia
e, quindi, il sapore – la sapienza stessa – della vita
[...]
Degli uni e degli altri
questa sera
ci facciamo voce
con la nostra preghiera,
una preghiera per tutti".(1)
(Papa Francesco)


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(1)           In questo contesto la Chiesa avverte la necessità di dire una parola di speranza e di senso. Occorre muovere dalla convinzione che l’uomo viene da Dio e che, pertanto, una riflessione capace di riproporre le grandi domande sul significato dell’essere uomini, possa trovare un terreno fertile nelle attese più profonde dell’umanità. I grandi valori del matrimonio e della famiglia cristiana corrispondono alla ricerca che attraversa l’esistenza umana anche in un tempo segnato dall’individualismo e dall’edonismo.
Occorre accogliere le persone con la loro esistenza concreta, saperne sostenere la ricerca, incoraggiare il desiderio di Dio e la volontà di sentirsi pienamente parte della Chiesa anche di chi ha sperimentato il fallimento o si trova nelle situazioni più disparate.

Questo esige che la dottrina della fede, da far conoscere sempre di più nei suoi contenuti fondamentali, vada proposta insieme alla misericordia.( Voce del Sinodo sulla Famiglia) (cfr.Retesicomoro 16 ottobre 2014 )

lunedì 13 ottobre 2014

Taglialegna

AM

Affilare la gioia…
S. Domenico Savio entro’ nell’ufficio di Don Bosco e vide sulla parete un cartello…:
-          Cos’e’ scritto li’?...- domando’
E Don Bosco: - „Da mihi animas cotera tolle”, „ che vuol dire: „dammi la salvezza dei giovani e prenditi pure il resto”!
E Domenico disse: - Ho capito!... Qui si cerca la salvezza eterna dei giovani. Voglio anch’io far parte di questo suo impegno.
Don Bosco che cercava le anime, oggi cerca la tua anima per raccontarti qualcosa…



Il taglialegna.
C'era una volta un possente taglialegna in cerca di lavoro. Dopo aver girato diverse città, il taglialegna trovò finalmente impiego presso un importante commerciante di legno. L'ottima paga e le eccellenti condizioni di lavoro convinsero il taglialegna a dare il meglio di sé.
Il primo giorno il capo diede al nuovo arrivato un'ascia e gli indicò l'area del bosco dove avrebbe dovuto lavorare. Al termine della giornata, il possente taglialegna frantumò il record degli altri dipendenti, raggiungendo i 18 alberi abbattuti. Il capo si congratulò sinceramente con lui e questo motivò ancor più il taglialegna.
Il secondo giorno il taglialegna lavorò con tutte le sue energie, ma al tramonto gli alberi abbattuti furono 15. Per nulla demoralizzato, il terzo giorno il taglialegna si impegnò con ancora più vigore, ma anche questa volta il numero di alberi calò: 10 unità. Per quanta energia mettesse nel suo lavoro, giorno dopo giorno, il numero di alberi abbattuti continuò a calare inesorabilmente.



Mortificato, il taglialegna sì presentò dal capo scusandosi per lo scarso rendimento. Al che l'esperto commerciante di legno pose al suo dipendente una semplice domanda: "Quando è stata l'ultima volta che hai affilato la tua ascia?". Un po' imbarazzato il taglialegna rispose: "Signore, non ho avuto tempo per affilare la mia ascia, ero troppo impegnato a tagliare gli alberi".

E tu?... quanti giorni hai lasciato prima di confessarti ancora?....
E tu?...  quanto tempo hai lasciato prima di pregare ancora?...
E tu?... quanto tempo hai lasciato prima di incontrare ancora Gesù’ nell'Eucaristia?
…prima di obbedire?
… prima di fare il tuo dovere?
…prima di leggere il Vangelo, di meditare?
… prima di chiedere perdono, di fare la pace, di parlare con quel tuo compagno/a?

Non siamo solo muscoli, intelligenza, emotività
 In ciascuno di noi c’e’ qualcosa dentro  di profondo, di grande, di bello…che dobbiamo…affilare…per non perdere la gioia.



lunedì 6 ottobre 2014

Poesie

Voglia di poesia.


Permanenza.

Da Bacău sì e no
io "Pierino"...me ne andrò,
quando pioggia, quando vento
tanta forza mostrerà
da scacciarmi fuor di la'.

Ma se un dolce mi darete
segno autentico di bontà,
più contento mi farete
che stanarmi fuor di la'.




RABBIA CIECA

Cupo lo sguardo,
il passo deciso,
curvo cammina,
rifugge ogni viso.
Questa e' figura
meschina e un po' strana
d'uomo piccino,
che ha meta lontana.


La bocca rinserra
e i denti digrigna
lo sguardo e' per terra
e il cuore maligna.
Ecco, m'accorgo 
di esserlo sì:
spiace e mi dolgo,
...e non resto così.






Grammatica italiana

Gli accenti

Su qui e su qua
su fa e su ma
nessun accento 
si metterà.

Il di e il da 
lo sta e il va
solo se verbo
quel segno avrà
Ancora l'accento
cola' si ponga
qualora il di
il ci supponga .
E poi sul di
accento andrà
se tutto un giorno
indicherà.


Accento lo sto
accento il do?
La mia risposta e' sempre no!

A su e a fu 
se impegno hai
giammai un segno
tu metterai.

Un vivo accento
porrai sul si,
quando significa:
"proprio così ".

Il li e il la 
accento avrà
ma sol se luogo
indicherà

Lo metto sul me
lo "sgnacco" sul te?
SI',... se e' una marca
di buon caffè.

E per concluder,
che mai dirò?
Nessuno sbaglio,
mai più! faro'.