sabato 20 settembre 2014

Atelier di arte













Nell'Oratorio Don Bosco di Bacau in Romania, D. S., un Salesiano, ha iniziato la creazione di un laboratorio per artisti... E' un laboratorio indirizzato ai ragazzi e ai bimbi che frequentano il Dopo scuola dell'Oratorio.
Si indirizza al Disegno e colorazione delle figure.
Si orienta alla creazione di medaglioni e statuine in gesso che i ragazzetti coloreranno con gusto.
Si rivolge al modellaggio della creta o argilla che in molteplici applicazioni puo' affinare il gusto artistico e la fantasia dei ragazzi.
Si sa che l'arte e' formativa e affina la persona e distende e allieta con la certezza che il bello non puo' non essere che vero e buono, come il buono non puo' essere che vero e bello, come il vero non puo' essere che bello e buono.
Ma tale laboratorio e' lasciato alla buona volonta' di un prete salesiano che si fa sempre piu' vecchio e solo. Per condurlo avanti, tale laboratorio, deve esser attrezzato, ammodernato, mantenuto, migliorato.
Molti dicono: "Siamo in tempo di crisi e non si puo' aiutare in questo.."
Ma si dimentica cio' che il pensiero attuale esprime con chiarezza: l'espressione artistica e' formativa se condotta con pertinenza e affrontata con entusiasmo giovanile....
Vediamo un po' per esempio cosa dice un professore di Universita', Rodolfo Papa:


L’Arte
All’arte, in particolare, viene riconosciuto un ruolo centrale tra le attività umane: «fra le più nobili attività dell’ingegno umano sono annoverate, a pieno diritto, le belle arti, soprattutto l’arte religiosa e il suo vertice l’arte sacra»(Sacrosanctum Concilium, n. 122). Viene precisato che nel percorso formativo dei chierici occorre inserire lo studio della storia dell’arte sacra ed anche lo studio di una corretta teoria dell’arte, ovvero dei “sani principi” su cui devono fondarsi le opere: «I chierici, durante il corso filosofico e teologico, siano istruiti anche sulla storia e sullo sviluppo dell'arte sacra, come pure sui sani principi su cui devono fondarsi le opere dell'arte sacra » (Sacrosanctum Concilium, n. 129).

Viene immediatamente messo in evidenza il legame tra la formazione artistica dei sacerdoti e la formazione degli artisti in quanto  il sacerdote ben formato saprà «offrire consigli appropriati agli artisti nella realizzazione delle loro opere» (Sacrosanctum Concilium, n. 129). Il collegamento con la formazione degli artisti viene precisato approfonditamente: «I vescovi, o direttamente o per mezzo di sacerdoti idonei che conoscono e amano l'arte, si prendano cura degli artisti, allo scopo di formarli allo spirito dell'arte sacra e della sacra liturgia» (Sacrosanctum Concilium, n. 127).

La formazione degli artisti è un compito per la Chiesa, e rimanda al ruolo “formatore” dell’arte stessa nei confronti dei fedeli: «Si raccomanda inoltre di istituire scuole o accademie di arte sacra per la formazione degli artisti, dove ciò sembrerà opportuno. Tutti gli artisti, poi, che guidati dal loro talento intendono glorificare Dio nella santa Chiesa, ricordino sempre che la loro attività è in certo modo una sacra imitazione di Dio creatore e che le loro opere sono destinate al culto cattolico, alla edificazione, alla pietà e alla formazione religiosa dei fedeli» (Sacrosanctum Concilium, n. 127).

Si delinea un vero e proprio intreccio formativo: l’arte forma il sacerdote. Il sacerdote preparato può formare l’artista e le opere di arte sacra formano i fedeli. Dalla dinamica stessa della formazione, si comprende che non è vero che un’arte qualunque  comunque “forma”. Non è accettabile considerare che qualunque tipo di opere d’arte possa svolgere un ruolo formativo.

Al contrario: solo un’arte formata, prodotta da artisti ben formati dal clero, può a sua volta formare i sacerdoti, i quali sono anche i formatori. Nei documenti magisteriali troviamo precise indicazioni. Innanzitutto il ruolo formativo dell’arte sta nella sua relazione con la bellezza: «Esse [le arti], per loro natura, hanno relazione con l’infinita bellezza divina, che deve essere in qualche modo espressa dalle opere dell’uomo e sono tanto più orientate a Dio e all’incremento della sua lode e della sua gloria, in quanto nessun altro fine è stato loro assegnato se non quello di contribuire il più efficacemente possibile, con le loro opere, a indirizzare religiosamente le menti degli uomini a Dio» (Sacrosanctum Concilium, n. 122).

Per indirizzare le menti a Dio, che è somma bellezza, l’arte deve essere bella. Occorre rilevare che la resistenza a ogni forma di “dittatura del relativismo” trova grande forza proprio nella obiettività della bellezza, nella verità della bellezza, che costituisce un presupposto concettuale del Magistero.

Nel Catechismo della Chiesa Cattolica la questione dell’arte viene affrontata, in modo significativo, entro l’analisi dell’ottavo comandamento “Non pronunciare falsa testimonianza”, evidenziando il legame tra arte, bellezza e verità: «La pratica del bene si accompagna ad un piacere spirituale gratuito e alla bellezza morale. Allo stesso modo, la verità è congiunta alla gioia e allo splendore della bellezza spirituale.

La verità è bella per se stessa. All'uomo, dotato d'intelligenza, è necessaria la verità della parola, espressione razionale della conoscenza della realtà creata ed increata; ma la verità può anche trovare altre forme di espressione umana, complementari, soprattutto quando si tratta di evocare ciò che essa comporta di indicibile, le profondità del cuore umano, le elevazioni dell'anima, il mistero di Dio» (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2500).

La vera formazione tiene sempre insieme la “triade esistenziale” di vero, bello e buono, come ha ribadito papa Francesco il 10 maggio scorso, incontrando il mondo della scuola, ovvero il primo gradino della formazione scolastica:  «La missione della scuola è di sviluppare il senso del vero, il senso del bene e il senso del bello. E questo avviene attraverso un cammino ricco, fatto di tanti “ingredienti”.

Ecco perché ci sono tante discipline! Perché lo sviluppo è frutto di diversi elementi che agiscono insieme e stimolano l’intelligenza, la coscienza, l’affettività, il corpo, eccetera. Per esempio, se studio questa Piazza, Piazza San Pietro, apprendo cose di architettura, di storia, di religione, anche di astronomia – l’obelisco richiama il sole, ma pochi sanno che questa piazza è anche una grande meridiana.

In questo modo coltiviamo in noi il vero, il bene e il bello; e impariamo che queste tre dimensioni non sono mai separate, ma sempre intrecciate. Se una cosa è vera, è buona ed è bella; se è bella, è buona ed è vera; e se è buona, è vera ed è bella. E insieme questi elementi ci fanno crescere e ci aiutano ad amare la vita, anche quando stiamo male, anche in mezzo ai problemi. La vera educazione ci fa amare la vita, ci apre alla pienezza della vita!».

Rodolfo Papa
docente di Storia delle teorie estetiche presso la Pontificia Università Urbaniana, artista, accademico ordinario della Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti.

(articolo tratto da rodolfopapa.blogspot.it)

Cfr Rete Sicomoro 20 settembre.