giovedì 21 dicembre 2017

Natale-preparazione



Natale-preparazione





Il Magnificat ci insegna che la miglior preparazione al Natale è quella suggerita da Maria in visita a Santa Elisabetta.
Gioia, preghiera, ringraziamento (cfr. Papa Francesco) e amore di carità.

Nel Magnificat esplode il canto della gioia di Maria. Maria è piena di gioia perché l’opera di Dio si è manifestata in Lei e nel mondo. E’ proprio il Magnificat che rivela Maria come la Donna della gioia. Quella gioia è donata a noi e noi siamo chiamati a manifestarla.

Il canto di gioia di Maria è anche una preghiera, preghiera che avvicina Maria a Dio e ne esprime l’orientamento esistenziale. Con Dio accanto, con il Signore presente non si può non parlare e intrattenere un dialogo d'amore. E’ proprio quel dialogo-preghiera che rivela a noi che in noi si esprime il Figlio di Dio, presente in noi come in Maria.

Il Magnificat è anche un grido di lode e di ringraziamento evidente per il dono ricevuto da lei e dall’umanità. Anche noi siamo invitati a farci un inno di lode e di ringraziamento per il dono immenso che è Gesù, Dio con noi, Dio per noi.
Gioia, preghiera e ringraziamento sono allora i migliori atteggiamenti da avere in preparazione al Santo Natale. Lo insegna Maria, la Mamma di Gesù.
A questi atteggiamenti va unito un terzo elemento: l’amore origine in Maria del suo incontro con Elisabetta e del suo canto di lode.
”E’ tempo che l'amore non sia nascosto, ma diventi operoso, vivo e vero”.( Così S. Francesca Cabrini).
 Il Natale ci ricorda che siamo stati amati e che siamo divenuti capaci di amare. Non possiamo e non dobbiamo nascondere l'amore ricevuto, ma donarlo...Ora...

Così va preparato il Natale: con la gioia, la preghiera, il ringraziamento e l’amore di carità.











sabato 16 dicembre 2017

Speranza


Sperare






Qui è raro  vedere le stelle, 
ma quando le vedo,
alla sera, 
bastano due o tre 
per essere contento 
e lodare il Signore.
Si vede più spesso la luna...
ma pur quella 
è raro vederla,
qui.



Non ci sono più stelle nel cielo?...
E' sparita la luna?
C'è tanto buio,
la notte...
...E tornerà il giorno,
dopo la notte?
Congiungo le mani 
e spero.
E  il ciclo ritorna.
Che cielo! che stelle! che luna! che notte! che giorno!



Ma, se l'esclamativo 
anticipa l'interrogativo:
Che cielo?! che stelle?! che luna?! che notte?! che giorno?!...
Il senso è diverso:
 non c'è più cielo, 
né  stelle,nè luna, 
né la notte, né il giorno...
Tutto è perduto!
...
Tu puoi fare qualcosa: 
mettere l'interrogativo... 
o toglierlo.
Come?... 
con il tuo modo di vivere.



Auguri

Il NATALE ci porta la gioia della speranza
Preparalo
Attendilo
Gesù viene per te...per tutti e porta la gioia e la speranza.



Buon Natale!
D.S.

giovedì 9 novembre 2017

Chiesa madre S. Giovanni in Laterano

San Giovanni in Laterano,

fonte  La Chiesa .it


 E' prima chiesa in Occidente dedicata al Salvatore, e’ la Basilica e cattedrale di Roma, la prima di tutte le chiese del mondo, essa è il primo segno esteriore e sensibile della vittoria della fede cristiana sul paganesimo occidentale e…attuale.


Quell’edificio di pietre, costruito  dall’imperatore Costantino nel 320 per onorare il Salvatore del mondo, era il simbolo della vittoria, fino ad allora nascosta, della testimonianza dei numerosi martiri. Segno tangibile del tempio spirituale che è il cuore del cristiano, esorta a rendere gloria a colui che si è fatto carne e che, morto e risorto, vive nell’eternità.



l mistero di Cristo, venuto “non per condannare il mondo, ma per salvare il mondo” (Gv 12,47), deve infiammare i nostri cuori, sicche’ la testimonianza delle nostre vite dedicate completamente al servizio del Signore e dei nostri fratelli, potrà ricordare al mondo la forza dell’amore di Dio, meglio di quanto lo possa fare un edificio in pietra.

( rielaborazione da La Chiesa.it, 8 ott.2017)

venerdì 3 novembre 2017

Ricordando i Santi e i morti

Ci uniamo alla grande preghiera di ringraziamento e di intercessionoe della Chiesa.







La Gloria di Dio risplende nei Santi.







L'ardore dell'attesa ci accompagna nei Salvati che aspettano di entrare nella Gioia del Paradiso.





Ecco il commento eisuggerimenti di Don Ferdinando
per entrare e vivere il mese di novembre con il Signore:

Due feste che ci parlano di Cielo, di Paradiso
La festa di tutti i Santi e il ricordo dei nostri caridefunti arricchiscono di un particolare valore di intimità e di affettuosità tutto il mese di Novembre.Santi e defunti, riuniti in Cristo, sono più vivi di noi e giustamente li festeggiamo, li ricordiamo, preghiamo con loro.
Ci propongono una realtà definitiva, garantita da Cristo, finalmente raggiunta dopo la fatica di una vita tribolata. Aprono uno squarcio di pace serena nella Casa del Padre, che pone fine alle sofferenze fisiche e morali che a volte trasformano la nostra vita in un martirio.



Una festa in Paradiso per le nozze dell'Agnello
La Bibbia per descrivere la meta verso cui tende la storia umana non parla di un Paradiso astratto ma della festa di nozze, per farci balenare il destino di gioia a cui siamo chiamati.
In particolare nel libro dell'Apocalissel'ultimo della Bibbia, leggiamo al capitolo 19:
lo,Giovanni, udii come una voce potente di una folla immensa nel cielo che diceva: «Alleluia! Salvezza, gloria e potenza sono del nostro Dio». Udii poi come una voce di una immensa folla simile a fragore di grandi acque e a rombo di tuoni possenti, che gridavano: «Alleluia! Il Signore, il nostro Dio, dominatore dell'universo, ha stabilito il suo regno. Rallegriamoci ed esultiamo, diamogli onore e lode, perché è venuto il momento delle nozze dell'Agnello. La sua sposa si è preparata; le è stato dato da indossare un abito splendente, di lino puro: le opere giuste di quanti appartengono al Signore». Poi l'angelo mi disse: «Scrivi: Beati gli invitati al pranzo di nozze dell'Agnello».



La sposa è la Chiesa in continuo cammino di perfezionamento
La Chiesa è fatta di tutti noi che, già uniti a Cristo per mezzo del Battesimo, siamo ora in cammino su questa terra e sostenuti dalla spiritualità cristiana siamo in progressione di crescita nell'amore. È la Chiesa pellegrina.





La Chiesa è fatta anche dai nostri cari defunti e da tutti coloro che ci hanno preceduto nel pellegrinaggio terreno e ora, dopo la morte, stanno purificandosi dalle scorie del peccato fino a raggiungere "la misura di Cristo". È la Chiesa che si purifica.





La Chiesa soprattutto è fatta da coloro che finalmente sono in perfetta comunione con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo e vivono le nozze dell'Agnello in un arricchimento continuo e inesauribile di amore. È la Chiesa della pienezza d'amore.




Tutti invitati al banchetto dell'Eucaristia
A noi ancora in cammino in questa via di progressivo Gesù dice: «Venite al pranzo di nozze».
Sediamoci insieme alla tavola dell'Eucaristia per rinsaldare la comunione d'amore, unico valore che dà senso alla vita: a capotavola c'è Cristo risorto, al suo fianco i nostri cari che sono già avvolti nel suo amore, di fronte ci mettiamo noi pur con tanti dubbi e paure, ma con nel cuore la grande speranza che un giorno la comunione sarà perfetta. Nostra luce è la sua parola, nostro cibo il suo corpo donato e il sangue versato, vero segno d'amore e caparra di realtà definitive.




Il significato della Messa in suffragio per i nostri morti
Nell'Eucaristia si ricostruisce la vera comunione con loro.

Noi offriamo preghiera e un'offerta in denaro come segno del nostro amore per contribuire al loro progressivo trasfigurarsi in Cristo.

Loro intercedono per noi chiedendo alla Santissima Trinità di guidarci nel percorso della vita che un giorno ci porterà ad incontrarci e a rendere definitiva la nostra comunione con loro, in Cristo.

La celebrazione dell’Eucaristia è il punto di incontro tra noi e loro:convocati alla mensa di Cristo, noi i sopravvissuti e loro i viventi, anticipiamo la comunione che ci unirà per sempre.

Più del marmo delle tombe e dei fiori, è la celebrazione della Santa Messain loro ricordo che testimonia il nostro amore e la nostra speranza
.
Non perdiamo questa meravigliosa tradizione cristiana di far celebrare le Messe per loro, perché è proprio nel celebrare l'Eucaristia insieme, che noi gli vogliamo davvero bene e che loro ci ricambiano generosamente con la loro protezione.
( Don Ferdinando Colombo)
                                

domenica 22 ottobre 2017

Giornata missionaria



Oggi 22 ottobre 2017

dedichiamo la preghiera,
il sacrificio e il ricordo
 alle Missioni.

Chi ha accolto Cristo e' missionario; annuncia Colui che ci ha amati fino a dare la sua vita per la nostra: Gesu' Salvatore, Figlio Unigenito del Padre, fatto uomo per opera dello Spirito Santo.


Ed ecco un Missionario "doc" che ci scrive...

Carissimi amici, come state?

Spero bene, vi mando i saluti da Pugnido, il bellissimo villaggio a
120 km a sud di Gambella, circa tre ore di jeep, vicino al confine con
il sud Sudan, dove mi trovo.
In Etiopia l’11 settembre siamo entrati nell’anno 2010, siamo qualche
anno indietro per svariati motivi, ma l’anno ufficiale e’ il 2010 e
abbiamo appena concluso il primo mese dell’anno, ne abbiamo tredici
invece che dodici di mesi, tutti di trenta giorni tranne l’ultimo, che
e’ di cinque o sei giorni. 
E’ un pò di tempo che non mi faccio più sentire, ma adesso accomi qua

Abbiamo avuto due ospiti in questo periodo, il sig. Giorgio da San
Dona’, che ci ha sistemato l’impianto dei pannelli solari e tante
altre cose della missione e il sig. Natalino, che visitando il
villaggio di Ilea, ha deciso di aiutarci con la costruzione dell’asilo
per i bambini del villaggio. A loro va il nostro grazie e
riconoscimento per la visita, la condivisione per alcuni giorni della
nostra vita missionaria e per il loro preziosissimo aiuto. Sperando di
rivederli ancora, magari il prossimo anno.

La missione si sta riempiendo di nuovo di bambini, ragazzi e giovani,
dopo le vacanze e le feste dell’inizio dell’anno e la festa della
Croce che e’ stata il 27 settembre.
Al centro della missione c’è la Chiesa, rotonda, a forma delle capanne
di cui e’ formato il villaggio di Pugnido, e che la domenica, ma anche
ogni giorno verso sera, si anima di ragazzi e giovani per la S. Messa,
poi c’è l’asilo, che accoglie ogni giorno circa 150 bambini,
quest’anno abbiamo fatto due classi, mentre per i più piccolini diamo
loro la colazione e il pranzo, mentre durante il tempo delle classi
vanno a casa,
il Convitto, che ospita circa 60 studenti dai villaggi più lontani che
vogliono finire le superiori qui a Pugnido, in questi giorni abbiamo
fatto le interviste per chi vuole entrare, sono sempre di più le
richieste dei posti disponibili, e da lunedì abbiamo iniziato
ufficialmente con l’accoglienza, un incontro, l’assegnazione delle
stanze, il programma della libreria...
l’oratorio con i campi da gioco e un’ampia sala incontri, stiamo gia’
iniziando a raccogliere i nomi delle varie squadre per i molti
tornei...
e infine il pozzo per l’acqua per la gente, sempre affollato per avere
l’acqua da bere, per fare da mangiare, per lavarsi....

E nel week end cosa facciamo? partenza all’alba per visitare le
cappelle, cioè le piccole chiese che in diversi anni sono sorte, nei
villaggi lontano da Pugnido, e sono ben 11: Ateti, Gog dipac, Janjor,
Aukoy, Tata, Olau, Two, Shintoia, Burangel, Pocialla, Otiel e i due
campi profughi attaccati a Pugnido, dove abbiamo altre 6 chiese che
serviamo ogni domenica. Così a turno, ogni 15 giorni, passiamo in
ciascuna cappella, visitando la comunità per la S. Messa, vedendo come
sta la gente, incoraggiando i nuovi arrivi.

E la gente come sta? La gente povera qui vive in capanne di legno,
fango e paglia, vicino o in mezzo alla foresta perché sono soprattutto
cacciatori o pescatori, infatti a Pugnido passa un importante fiume
che poi sfocia sul Nilo, il Gilo. Coltivano granoturco, orzo e qualche
ortaggio. Siamo vicini a due Campi Profughi, dove ci sono circa 60
mila rifugiati in questi due campi, in tutta la regione di Gambella
dicono piu’ di 400 mila dal Sud Sudan.
Stare nel campo profughi oppure abitare nel villaggio di Pugnido non
passa molta differenza, anzi nel campo sei più aiutato, almeno
nell’avere del cibo.
La vita di questa gente sembra non cambiare mai, ma ci fa cambiare noi
che siamo qui, per camminare insieme, per far maturare qualche cosa
insieme, “certi che Qualcuno, Colui che tutti cerchiamo, ci camminerà
accanto”.

Vorrei infine ringraziare di cuore tutte le persone che ho incontrato
nel mese scorso passato in Italia, ringraziarle per l’amicizia che ci
lega da poco o da tanto tempo e il sostegno che ho ricevuto, sempre
molto generoso da parte di tutti. Vorrei potervi ringraziare facendovi
arrivare il sorriso di questi bambini che ogni giorno ti accolgono
pieni di vita, la speranza di un futuro nel viso degli  studenti del
nostro convitto di finire la scuola, magari trovare un lavoro, farsi
una famiglia, il grazie negli occhi di tanti uomini e donne che
vengono aiutati ogni dalla missione in qualche modo.

Un saluto affettuoso, a presto
Abba filippo




Non ci interessa la forma italiana,
che sgarra, ma il contenuto che commuove... e impegna  a dire almeno una preghiera per lui.
Area degli allegati

martedì 3 ottobre 2017

L'amore di Cristo ci spinge- ottobre missionario

Le Missioni e il Rosario


Missione                  



In questo mese di ottobre preghiamo perchè
l'annuncio missionario dell'amore Misericordioso
del Padre, del Figlio e dello Spirito
 possa raggiungere ogni persona.


Chiediamo allo Spirito Santo di farci prendere coscienza che il più grande dono che abbiamo ricevuto è di aver conosciuto Gesù e in Lui aver trovato il senso della vita.

A suo tempo 
gli Apostoli
 hanno incontrato Gesù, il Maestro che donando la sua vita per amore ha dato loro la risposta fondamentale sul senso della vita. 
Si sono innamorati di Cristo 
e questo li ha spinti a farlo conoscere ad altre persone facendole innamorare a loro volta e così l'amore di Cristo è giunto fino a noi.

Si è così compiuta in pienezza la promessa di Gesù: “Io sono la luce del mondo. Chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8,12).

Di testimone in testimone questa luce è giunta fino a noi. 


Per non spegnere questa luce
la missione di ogni cristiano
è quella di annunciare Cristo alla società di oggi
 non solo con le parole ma soprattutto con la vita.

Oggi tocca a te, annunciare: è la missione di tutti coloro che, immersi nell'amore di Cristo per mezzo del Battesimo, sentono di poter dire con san Paolo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me.


Ognuno di noi ha l'onore e il dovere di annunciarlo in famiglia, nell'ambiente di lavoro, con semplicità. Aiutare le persone che vivono con noi a ritrovare in Gesù l'orientamento della loro vita; a ritrovare la speranza perchè questa nostra esistenza terrena è un cammino dove Gesù è al nostro fianco, lo Spirito vive dentro di noi e ci sta accompagnando fino all'incontro con il Padre per un amore che non finirà più.


ROSARIO                                           



Ottobre è anche il mese che richiama la preghiera del Rosario.
"Recitare il Rosario significa imparare a guardare Gesù con gli occhi di sua Madre, amare Gesù con il Cuore di sua Madre...

'' Con Maria, ancella del Signore, scoprire­te la gioia e la fecondità della vita nascosta.
Con Lei, discepola del Maestro, seguirete Gesù lungo le strade della Palestina, divenendo testimoni della sua predicazione e dei suoi miracoli.
Con Lei, Madre dolorosa, accompagnerete Gesù nella passione e nella morte.
Con Lei, Vergine della speranza, accoglierete l'annuncio gioioso della Pasqua e il dono inestimabile dello Spirito Santo ".
 Giovanni Paolo II

... che ha pure detto alle  famiglie:

 "Il Santo Rosario 

recitato in famiglia

 è lodevole abitudine e dolce espressione della Fede religio­sa.

La casa diventa così il santuario domestico

di cui i genitori sono in qualche modo i sacerdoti. 

Che la famiglia di oggi non dimentichi mai questo modo singolare

 di ono­rare Dio e la Vergine Maria sua Madre ".

( Don Ferdinando Colombo)
  






Italia anni 50'
Una vecchina vicino alla stufa sta recitando il Rosario.
Entra nella stanza un uomo. E'noto personaggio di convinzione comunista e appartiene al Consiglio Regionale.
Vede la vecchina con in mano il Rosario; sta pregando.
Con rabbia quell'uomo le strappa il rosario di mano e grida: " Butta via queste anticaglie!.."
Lui e' il figlio  della vecchina, il piu' anziano dei figli.
Essa dice semplicemente:"... va bene!...Ma adesso, cosa mi dai tu perche' io trovi conforto nel dolore, quando tutto mi sembra mi cada addosso e non so come fare...Quando mi assale la malattia e la morte si avvicina...Cosa mi dai tu per confortarmi e sperare...?"
Quell'uomo comunista fino all'osso si sente trafiggere il cuore e dice:
"Hai ragione, mamma! ...Scusami!"
E ripone nella mano della mamma anziana la corona che le aveva strappato e che voleva gettare via... " Scusa, mamma!..."





O Rosario benedetto di Maria, catena dolce che ci rannodi a Dio,
vincolo di amore che ci unisci agli Angeli,
torre di salvezza negli assalti dell'inferno,
porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più.
Tu ci sarai conforto nell'ora dell'agonia.
A te l'ultimo bacio della vita che si spegne.
E l'ultimo accento delle nostre labbra sarà il nome tuo soave,
o Regina del Rosario, o Madre nostra cara,
o Rifugio dei peccatori, o Sovrana consolatrice dei mesti.
Sii ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra e in cielo.

sabato 23 settembre 2017

Napoli- tra natura e grida di bimbi(poesia)

I bambini ed i ragazzi dei  popolosi rioni di Napoli 

nel 1987.



I bambini ed i ragazzi dei popolosi rioni di Napoli in estate si riversano per le strade ed il loro chiasso si mescola al fruscio delle fronde degli alberi della costa, mentre il colore di un mare tranquillo sembra sgridare chi non si accorge di tanta bellezza.








Tra risa e grida,
come dei pazzi
ebbri di sole,
nei popolosi
stretti rioni
in giochi e spintoni
bimbi e ragazzi
ecco d'estate
lieti apparire,
dal salso intrisa,
nella citta'.


E' un riversarsi
in strade tortuose
nella festosa
Napoli citta'.
Luce e rumore
sole e calore
svelto s'avanza
lungo la costa,
forma un tutt'uno
con la natura
fino alla pianura,
quella lontano,
proprio laggiu'. 

Ma d'altro lato
tutto quel mare
sembra sgridare
il passeggero,
se da straniero
sembri ammaliato
della bellezza
nella pianura,
non nelle acque
tinte di blu'.








sabato 2 settembre 2017

Mese di settembre Ecologia e fede

Ancora una volta ci e' guida in questo mese
il commento   di Don Ferdinando Colombo:



Settembre e l'amore al creato.

In questo mese, ormai da 12 anni la Chiesa ci invita a porre attenzione al creato invitandoci avivere la vocazione di custodi del creato.

Papa Francesco, parlando di cura della casa comune ricorda a ogni persona che abita questo pianeta, che pur dando spazio alla lode: «Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra», «questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei».

Viviamo nel mondo, ma non siamo i padroni del mondo, bensì i custodi. 

Il Patriarca Ecumenico Bartolomeo perciò ci ricorda che «un crimine contro la natura è un crimine contro noi stessi e un peccato contro Dio».

Questa nostra terra è impregnata di Divino

Con l'incarnazione di Cristo, una Persona della Trinità si è inserita nel cosmo creato, condividendone il destino fino alla croce, e quindi il destino dell’intera creazione passa attraverso il mistero di Cristo.

Cristo come Parola del Padre è presente fin dall’origine: «Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui» (Col 1,16), ma in modo particolare a partire dall’incarnazione.

Per circa 33 anni il Gesù terreno è stato in relazione concreta e amorevole con il mondo e ha moltiplicato e trasformato i frutti della terra con il lavoro umano.
Ora, Risorto, è presente in tutto il creato con la sua signoria universale: «È piaciuto infatti a Dio che abiti in lui tutta la pienezza e che per mezzo di lui e in vista di lui siano riconciliate tutte le cose» (Col 1,19).
In tal modo, il creato non ci si presenta più come una realtà esclusivamente naturale, perché il Risorto lo avvolge misteriosamente e lo orienta a un destino di pienezza.


Le benedizioni di Dio
Ogni volta che celebriamo un Sacramento valorizziamo e trasfiguriamo uno dei beni della terra: l'acqua per il Battesimo, il grano e l'uva per l'Eucaristia, l'oliva e il suo prezioso olio per consacrare o curare.
 Ma anche la cera delle api, il fuoco, i fiori e soprattutto il nostro corpo:
 la mente e il cuore per pregare, le mani per benedire.

Sono il modo privilegiato in cui la natura viene assunta da Dio e trasformata in strumento di grazia:

quando vogliamo incontrarci con Dio usiamo con sapienza i suoi doni: 
tutto è benedizione, tutto è grazia, 
se l'uomo riconosce il suo compito di vivere rispettando il creato.


Afferma san Giovanni Paolo II: «Il Cristianesimo non rifiuta la materia, la corporeità; al contrario, la valorizza pienamente nell’atto liturgico, nel quale il corpo umano mostra la propria natura intima di tempio dello Spirito e arriva a unirsi al Signore Gesù, anche Lui fatto corpo per la salvezza del mondo». 




Vivere come sacerdoti del creato.

Se questa presenza del divino nella natura ci affascina, pensate con quanta gioia vivremo quando il creato sarà trasfigurato nei cieli nuovi e nella terra nuova.

Cristiani e non, persone di fede e di buona volontà, dobbiamo essere uniti nel dimostrare misericordia verso la nostra casa comune – la terra – vivendo con sapienza e valorizzando pienamente il mondo in cui viviamo come luogo di condivisione e di comunione.

                                 Don Ferdinando Colombo

Grazie don Ferdinando.
Porremo in pratica le tue esortazioni.








. Domenica 3 settembre 2017.

 Lodiamo Dio per il creato, la natura, i fiori i monti, l'atmosfera, il cielo, la terra, il mare, i fiumi, i diversi animali...tutto e' dono. E dobbiamo amare e rispettare Colui che ci ha regalato cosi' tanti doni.

 Quando vogliamo incontrarci con Dio usiamo con sapienza i suoi doni. 

Tutto è benedizione, tutto è grazia,
 se l'uomo riconosce il suo compito 
di vivere rispettando il creato 
come un dono d'amore di Dio 
che volendoci bene, ci fa suoi figli di adozione
e amministratori del creato...














Il pensiero della Chiesa:

Redento, infatti, da Cristo e diventato nuova creatura dello Spirito Santo, l'uomo può e deve amare anche le cose che Dio ha creato. Da Dio le riceve, e le guarda e le onora come se al presente uscissero dalle mani di Dio. Di esse rin­grazia il Benefattore e, usando e godendo delle creature in verita’ e libertà di spirito, viene introdotto nel vero possesso del mondo, quasi al tempo stesso niente abbia e tutto possegga: “...tutto, infatti, è vostro; ma voi siete di Cristo, Cristo di Dio”(1 Cor. 3,22-23).
                                   

Gaudium et Spes nr. 37