lunedì 31 dicembre 2018

Anno nuovo 2019

Carissimo, carissimi,

2018...
2019 anno nuovo

L'anno volge alla fine e ringraziamo il Signore del bene ricevuto; a Lui ricorriamo per il dolore inaspettato e le preoccupazioni ed incertezze passate; chiediamo perdono del male commesso...
Ma ora rinnoviamo la nostra speranza. Si apre un anno nuovo e la nostra fiducia nel Signore si fa grande. Egli infatti ci è Padre e il Padre non dimentica i figli che vivono in giorni di gioia o di dolore. Egli ci sarà accanto. Lo sappiamo.
Coraggio e speranza. 




La benedizione per il novo anno.

Il Signore ti benedica e ti custodisca.

Ti mostri il suo volto ed abbia misericordia di te.

Volga a te il suo sguardo e ti dia pace.

Ti benedica il Padre che ti ha creato,

il Figlio che ti ha redento,

lo Spirito Santo che vive e ama in te.

Amen, Amen!




sabato 17 novembre 2018

La fine



Il Signore è vicino:
vitale e nuovo come la primavera
Rielaborazione del commento di Ermes Ronchi e di Josè Maria Castillo al Vangelo.

 Marco 13,24-32

„In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. „




E che?... O Signore Gesù, per il nulla hai creato questo mondo che ci meraviglia nella sua bellezza, ordine e armonia?
...Eppure tu aggiungi:

„Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria.”



…dici che     
„vedranno” „venire”..
E’ come se Tu indicassi che il Tuo venire si effettuerà in modo progressivo, con successione lenta nel tempo, come in una gestazione che si concluderà nella nascita splendida di una Presenza nuova!
E aggiungi, quasi a confermare questa impressione, perché divenga certezza:

„Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l'estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.”

Ma allora, Tu parli di un processo grandioso, un procedere nella speranza e nella gioia  che sarà portato a termine in pienezza! Dici infatti:

 „Dalla pianta di fico sapete che l'estate è vicina. Così… sappiate che egli è vicino, è alle porte.”
 
Che bello! Tu non ci spingi alla paura e alla tristezza, ma ad una speranza gioiosa e attiva, fervente e ricca di un’attesa che già vede quello che non vedeva!…

In conclusione, quello che Tu annunzi è un processo grandioso, che pur si spera , ma il cui esito è sicuro.
E concludi:
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno”.

Parole che sono più comprensibili,se quello che sta avvenendo e di cui Tu parli è un avanzare di una realtà grandiosa, sperata, ma già portatrice di gioia  perché, se pur portata a termine nell'avvenire, ha già una sua presenza che sarà palese alla generazione a Te contemporanea.



Il Regno di Dio e la Venuta della fine è già incominciata:
Il rametto del fico si sta già ingrossando e diventa verde!




lunedì 5 novembre 2018

Dio ci ama veramente_




Una semplice storiella di Bruno Ferrero ci fa capire quanto grande sia la Bontà di Dio, che, non solo perdona, ma dimentica i nostri peccati.




MEMORIA LUI DUMNEZEU
Da Bruno Ferrero, 365 poveștioare, Ed.Presa Buna, 2013, Iași România,p.386

O femeie susținea că Dumnezeu i-ar apărea în viziuni. A mers, așadar, să se sfătuiască cu episcopul. Bunul prelat i-a dat următoarea recomandare:
-           Dragă doamnă, poate dumneavoastră credeți în închipuiri.
Trebuie să înțelegeți că în calitate de episcop al diecezei eu sunt cel care poate decide dacă viziunile dumneavoastră sunt adevărate sau false.
-           Desigur, Excelența.
-           Aceasta este o răspundere a mea, o datorie a mea.
-           Perfect, Excelenţă.
-           Atunci, dragă doamnă, faceţi ceea ce vă poruncesc.
-           O voi face, Excelentă.
-           Următoarea dată în care Dumnezeu vă va apărea, după cum susţineţi, să-l puneţi la o probă, pentru a şti dacă este cu adevărat Dumnezeu.
-           De acord, Excelenţă. Dar care este proba?
-           Să-i spuneţi lui Dumnezeu: „Descoperă-mi, te rog, păcatele personale ale episcopului!" Dacă vă apare într-adevăr Dumnezeu,acesta vă va face cunoscute păcatele mele. Apoi întoarceţi-vă aici şi povestiţi-mi ce v-a răspuns; mie şi nimănui altuia. De acord?
-           Voi face întocmai, Excelenţă.
După o lună, doamna a cerut să fie primită de episcop, care a întrebat-o:
-           V-a apărut din nou Dumnezeu?
-           Cred că da, Excelenţă.
-           L-aţi întrebat ceea ce v-am poruncit?
-           Desigur, Excelenţă!
-           Şi ce v-a răspuns Dumnezeu?
-           Mi-a zis: „Spune-i episcopului că păcatele sale le-am uitat”.

Dumnezeu este mai mare decât inimile noastre”( 1 In 3, 20 b).

Dio è più grande del nostro cuore.



martedì 23 ottobre 2018

Don Bosco e Maria. Devozione mariana.



Un testo che già da qualche mese è apparso nelle biblioteche e che fa parte degli studi sulla vita di  Don Bosco, ci indica le semplici linee teologiche su cui si basava la devozione mariana di Don Bosco.
Il testo è di Arthur J. Lenti: DON BOSCO STORIA E SPIRITO, vol. 2, La società e la Famiglia salesiana, Las, Roma 2017. Collana studi storici nr. 18.








Devozione Mariana in D. Bosco, basi teologiche (pag. 354)

La mariologia di don Bosco era semplice e di carattere pastorale; general-
mente egli si asteneva da teorizzazioni. A rischio di sembrare anacronistici
possiamo dire che la sua dottrina mariana corre lungo le linee adottate dal Vaticano II. Essa gli derivava dalla riflessione sulla Scrittura, i Padri, i primi
concili, la tradizione e la secolare storia della Chiesa. Le sue linee
soteriologiche erano semplici:
Dio ha scelto Maria, una donna, a cooperare nell’incarnazione del Figlio. A questo scopo l’ha preservata dal peccato, benedicendola in modo speciale e, siccome era perfettamente redenta, l’ha elevata alla gloria dei cieli in anima e corpo. Maria, Madre del Verbo Incarnato è quindi Madre di Dio, ha accettato la sua elezione con obbedienza perfetta, in santità di vita, nel servizio umile, in unione alla passione redentrice di suo Figlio.
 Data a noi come madre da Cristo sulla croce, Lei ha continuato a essere madre e sostegno della Chiesa e di ogni cristiano in tutte le circostanze.
Pertanto, in ragione dei doni ricevuti da Dio e della sua corrispondenza, Ella merita riverenza, gratitudine e culto speciali.

In questo quadro dottrinale, don Bosco ha sperimentato Maria come presenza viva lungo tutto il corso della vita e ha sviluppato nei suoi confronti
un affettuoso rapporto personale, espresso nella preghiera e nella dedizione
alla missione. Ha propagato la devozione mariana con la celebrazione delle
tradizionali feste liturgiche in suo onore, rendendole strumenti di crescita
spirituale per sé e per i suoi ragazzi. Ha accolto e incoraggiato le devozioni
tradizionali e popolari, quando erano teologicamente sicure e spiritualmente utili.
Ha evitato devozioni esagerate, pratiche superstiziose e sentimentalismo. La
sua preghiera mariana si radicava nella liturgia e nella tradizione della Chiesa,
e privilegiava le formule tradizionali: l’Ave Maria, il Sub tuum praesidium,
l’Angelus Domini, il Regina Caeli, gli inni liturgici (Salve Regina, Ave Regina Caelorum, Salve Redemptoris Mater), il Rosario, le litanie e le giaculatorie. Riteneva che lo scopo di ogni devozione mariana fosse quello di stimolare un miglioramento della vita cristiana, l’imitazione delle virtù della Madre del Salvatore (specialmente la fede, la carità e la purezza), di aderire con coerenza di vita all’insegnamento di Cristo e della Chiesa.
Questo aspetto etico-pastorale era caratteristico della sua devozione.

lunedì 1 ottobre 2018

Ottobre




E' il mese dedicato alla Vergine Maria 
Regina del Rosario e Madre della Chiesa. 




Noi ci uniamo alla Preghiera di Papa Francesco, recitando la corona del Rosario ogni giorno, per ottenere dal Signore, per l'intercessione di Maria, la difesa dal male e da Satana che si insinua nel mondo a perdere le anime. Supplichiamo San Michele Arcangelo di cacciare nell'inferno il nemico di ogni persona, il diavolo e di difendere la Chiesa di Gesù, risorto per noi.

Ottobre, mese Missionarioe mese del Sinodo  (da una lettera di Don Ferdinando Colombo)
Se noi oggi ci diciamo cristiani è perchè siamo stati raggiunti dall'amore gratuito del Padre che ci ha fatto conoscere suo Figlio Gesù, e noi abbiamo deciso di metterlo al centro del nostro cuore. Questo amore del Padre ci è giunto per mezzo di persone che con la loro vita cristiana e il loro insegnamento ci hanno coinvolti: sono stati per noi dei missionari.
Ora tocca a noi essere missionari nei confronti di altri, testimoniando con fatti concreti la nostra fede; e così via in una specie di contagio spirituale. Così crescono le comunità cristiane, cresce la Chiesa fino a raggiungere persone e popoli che non hanno mai sentito parlare di Gesù.
Riflessione, preghiera e solidarietàIl mese di ottobre, tradizionalmente, è dedicato alla riflessione sul nostro impegno di testimoniare il Vangelo in casa, al lavoro, nella società, nei divertimenti, nella solidarietà.
Un mese per ricordare nella nostra preghiera tutti gli annunciatori del Vangelo: genitori, catechisti, missionari. Soprattutto una intensa preghiera per icristiani perseguitati, per le comunità cristiane vittime di  attentati, per chi continua fedelmente ad annunciare il Vangelo a rischio della propria vita.
Un mese di solidarietà con chi è nel bisogno. Ti segnalo in particolare i giovani poveri dei paesi in via di sviluppo che vogliono farsi sacerdoti, ma non hanno i mezzi economici per studiare. Sostieni anche tu uno di questi seminaristi.
il Sinodo dei vescovi che tratterà il tema: «I giovani, la fede e il discernimento Vocazionale».Ci sono nel mondo circa 1,8 miliardi di persone di età compresa tra i 16 e i 29 anni, che rappresentano poco meno di un quarto dell’umanità. La giovinezza è una età della vita originale ed entusiasmante. La ricerca della gioia domina la giovinezza con una certa naturalità, facendo perno intorno alla bellezza fisica che diventa attenzione e attrazione per l’altro. È il momento di massima espansione della propria energia fisica e porta con sé una fortezza unica nell’affrontare le sfide della vita e nell’osare sentieri nuovi.Ma le forti disuguaglianze sociali ed economiche che generano un clima di grande violenza, spingono alcuni giovani nelle braccia della malavita e del narcotraffico; situazioni di guerra ed estrema povertà spingono a emigrare in cerca di un futuro migliore.Oggi la mancanza di sicurezze crea nei giovani incertezza; la molteplicità di opzioni disponibili genera confusione; e la presenza dell’odio e della violenza riempie di paura le nuove generazioni, abbassando la stima delle proprie risorse.Tanti giovani chiedono per questo una Chiesa che sia madre e che non si dimentichi mai di loro. Prendersi cura dei giovani non è un compito facoltativo per la Chiesa, ma parte sostanziale della sua vocazione e della sua missione nella storia.Ecco allora la preghiera assidua allo Spirito Santo perchè illumini i Vescovi e il Papa perchè raggiungano questi obiettivi, ma anche per i giovani perchè siano sempre più coscienti che la vita è un dono del Padre da spendere per i fratelli.
Con questi desideri profondi, alziamo la nostra preghiera assieme a papa Francesco:


Signore Gesù, la tua Chiesa in cammino verso il Sinodo volge lo sguardo a tutti i giovani del mondo.

Ti preghiamo perché con coraggio prendano in mano la loro vita, mirino alle cose più belle e più profonde e conservino sempre un cuore libero. Accompagnati da guide sagge e generose, aiutali a rispondere alla chiamata che Tu rivolgi a ciascuno di loro, per realizzare il proprio progetto di vita e raggiungere la felicità. Tieni aperto il loro cuore ai grandi sogni e rendili attenti al bene dei fratelli. Come il Discepolo amato, siano anch’essi sotto la Croce per accogliere tua Madre, ricevendola in dono da Te. Siano testimoni della tua Risurrezione e sappiano riconoscerti vivo accanto a loro annunciando con gioia che Tu sei il Signore






mercoledì 12 settembre 2018

Poesie

AM

Ogni tanto un po' di poesia non fa male 
per ricordare il tempo passato 
e poi guardare avanti
 ad un futuro
 più  a misura d'uomo















AURORA




Schizzano nel cielo

zampilli
di luce.
Si ampliano
in linee
oblique
di intenso splendore,
ricadono in segni di fuoco.


Aggrovigliarsi
in fasce luminose,
bellezza
di atmosfera
su masse
in svariati colori.

Somiglianze

a collane
di perle
in armonia
perenne.









Mio padre era cosi'

Lui vide un poveretto,
che scalzo era e stracciato,
e le scarpe sue cavò,
pensando certamente
di esser più fortunato,
ecco a lui le lasciò
Mio padre era cosi'.



Alla sposa era accanto
per il suo primo figlio,
al secondo e al terzo pure,
che "galletto" nomino'.
Mio padre era cosi'.

Mariella era il nome
di quell’esile piccolo fiore
del nostro angusto giardino,
sfiorito come incanto
in un rapido mattino.
E mio padre era lì.



Con la mamma egli rise,
con lei pure spesso pianse
nella fede e in preghiera,
sempre a lei affezionato;
opero' assai solerte
dal mattino alla sera
nel lavoro a lui dato.
Mio padre era cosi'.



E raggiunto inaspettato
da un altro triste giorno,
lui si vede dimezzato
ma non perde no l'amore:
ricercando ancor la vita,
sulla mano lui ripose
due anelli per le dita.
Mio padre era cosi'.



E accanto a nuova sposa
per il quarto figlio infine
egli apre il suo cuore,
segno certo e sublime
di speranza e di amore.
Mio padre era cosi'.



Burbero e un po’ severo,
ma dolce nel suo cuore,
ardente e appassionato,
al chiudersi del giorno
a cavalluccio lui dintorno,
o al collo abbracciato,
amava di vedersi
dai figli circondato.
Mio padre era così.

Così io l’ho amato,
mio padre,

ch'era così…



lunedì 3 settembre 2018

Santità

La santità giovanile






Un articolo interessante 
che ci apre il cuore alla speranza 
ed alla gioia


Una domanda: «É ancora l’ora dei santi nel tempo dell’indifferenza religiosa, nell’epoca che tace su Dio, negli anni della “notte etica”?» La risposta più saggia è che proprio oggi è l’ora dei santi.
E questo perché tutti, oggi, desideriamo la testimonianza della vita più che delle parole, vogliamo prima constatare la coerenza della vita e poi accettiamo le parole.
«Non pensiamo solo ai Santi già beatificati o canonizzati. Lo Spirito Santo riversa santità dappertutto nel santo popolo fedele di Dio. Questa è tante volte la santità “della porta accanto”, di quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio». (Gaudete et Exultate, 7)

«Sant’Ambrogio diceva: "Ogni età è matura per Cristo". La santità non è riservata a una particolare stagione della vita, ma è una realtà per tutte le stagioni. 
La venerazione ancora viva verso figure come sant’Agnese o santa Cecilia e tanti altri giovani martirizzati nelle persecuzioni dei primi secoli dell’era cristiana dimostra che la loro santità non perde mai di attualità, così come un gioiello d’oro è prezioso in ogni tempo. Il martirio, come la santità, non conosce età, così dal tempo dei Santi Innocenti fino ad oggi sono innumerevoli i santi giovani, siano essi martiri o «confessori» che restano sempre attuali.
Il 1° ottobre del 2000 è stato canonizzato un gruppo di martiri cinesi. Tra di essi ci sono alcuni giovanissimi, come i piccoli Paolo Lang Fu, di appena 7 anni, Andrea Wang Tianqing, di 9 anni, e Maria Zheng Xu di 11 anni. Anche durante la persecuzione alla fine degli anni Trenta in Spagna ci furono giovanissimi seminaristi che andarono al martirio col sorriso sulle labbra e perdonando i loro carnefici. Ma con questo non si deve pensare che la santità giovanile sia riservata solo ai martiri. Ci sono anche tanti santi «confessori », coloro, cioè, che hanno vissuto in modo eroico il Vangelo delle beatitudini vivendo una sorta di martirio incruento. Come la tredicenne Imelda Lambertini, beatificata da Leone XII nel 1824 o gli ultimi in ordine di tempo, i pastorelli Francesco e Giacinta Marto, di 11 e 10 anni, canonizzati il 13 maggio 2017 a Fatima. La loro santità vissuta da bambini non si fonda solo sul fatto di essere i veggenti della Vergine, ma anche sulla testimonianza davvero eroica delle virtù della fede, della speranza e della carità». (card. Angelo Amato)

Rivolgendosi direttamente ai giovani San Giovanni Paolo II in una delle sue prime udienze generali, il 22 novembre 1978 diceva: «Rifletteteci bene - diceva - voi giovani, che siete proprio nell’età in cui si tiene tanto ad essere belli o belle per piacere agli altri! Un giovane, una giovane devono essere belli anzitutto e soprattutto interiormente. Senza tale bellezza interiore, tutti gli altri sforzi diretti solo al corpo non faranno, né di lui né di lei, una persona veramente bella. Ed io vi auguro, figli carissimi, di essere sempre raggianti di interiore bellezza!»   

«Quanti santi, anche tra i giovani, annovera la storia della Chiesa! Nel loro amore per Dio hanno fatto risplendere le proprie virtù eroiche al cospetto del mondo, diventando modelli di vita che la Chiesa ha additato all'imitazione di tutti. Tra i molti basti ricordare: Agnese di Roma, Andreas di Phú Yên, PedroCalungsod, Giuseppina Bakhita, Teresa di Lisieux, Pier Giorgio Frassati,Marcel Callo, Francisco Castelló Aleu o ancora Kateri Tekakwitha, la giovane irochese detta "il giglio dei Mohawks". Prego il Dio tre volte Santo che, per l'intercessione di questa folla immensa di testimoni, vi renda santi, cari giovani, i santi del terzo millennio!». (san Giovanni Palo II alla XVII GMG).

La giovinezza è una tappa-chiave della vita di ogni uomo, delle nazioni e delle società, di ogni famiglia e dell'intera umanità, della Chiesa stessa. Un bene dell'umanità. Ci sono diversi passi nei Vangeli, in cui Gesù di Nazareth incontra i giovani - particolarmente suggestive sono le due risurrezioni: quella della figlia di Giairo (cfr. Lc 8,49-56) e quella del figlio della vedova di Naim (cfr. Lc 7,11-17) -; senz'altro, però, il colloquio con “il giovane ricco” è l'incontro più completo e più ricco di contenuto. Ha carattere più universale e ultratemporale. «Cristo parla così con un giovane, con un ragazzo o una ragazza - scriveva Giovanni Paolo II nella lettera apostolica Dilecti Amici - conversa in diversi luoghi della terra, in mezzo alle diverse nazioni, razze e culture. Ognuno di voi in questo colloquio è un suo potenziale interlocutore».

Giovanni Paolo II in occasione della XIX Giornata Mondiale della Gioventù del 2 aprile 2004 facendo appello al desiderio di vedere Dio, che abita il cuore di ogni uomo e di ogni donna, affermava: «Che ne siamo coscienti o no, Dio ci ha creati perché ci ama e affinché lo amassimo a nostra volta. Ecco il perché dell’insopprimibile nostalgia di Dio che l’uomo porta nel cuore: “Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto” (Sal 27, 8).
Grandi prodigi il Signore ha operato in Maria e nei Santi! Penso ad esempio aFrancesco d’Assisi e Caterina da Siena, patroni d’Italia. Penso anche a giovani splendidi come santa Gemma Galgani, san Gabriele dell’Addolorata, santa Maria Goretti, i beati Piergiorgio Frassati e Alberto Marvelli. E penso ancora ai molti ragazzi e ragazze che appartengono alla schiera dei santi "anonimi", ma che non sono anonimi per Dio. Per Lui ogni singola persona è unica, con il suo nome e il suo volto. Tutti, e voi lo sapete, siamo chiamati ad essere santi!»

«Noi facciamo consistere la santità nello stare sempre allegri», diceva il quattordicenne san Domenico Savio. Una caratteristica è certamente la gioia. Nei piccoli le virtù cristiane sono praticate con tanta spontaneità e facilità da sembrare un abito di vita fin dal loro battesimo. Questi giovani sono persone piene, colme di grazia divina e di esemplarità umana, alla scuola del Vangelo, fonte autentica di umanità.
                   
                                 Don Ferdinando Colombo

Nel centenario della morte del Beato Toniolo
un invito ai giovani che tanto egli amava
PER PUNTARE A COSE GRANDI
con un cuore grande.
  

domenica 15 luglio 2018

Migranti




I Migranti…

Il Presidente mondiale della Croce rossa ci invita a riflettere su alcuni punti fondamentali…
Il 14 luglio 2018, ha parlato alle Nazioni Unite. Sarà ascoltato?
Ha detto

Per assicurare il controllo delle frontiere non c’è alcuna necessità di maltrattare le persone.

Ogni essere umano, indipendentemente dal suo status di immigrazione, deve avere accesso ai servizi e all’assistenza umanitaria di base.


Impedire l’accesso ad una adeguata alimentazione, le essenziali cure mediche e la giusta informazione legale sui propri diritti è assolutamente inaccettabile.

Tutti hanno il diritto di essere trattati con dignità e rispetto”

In aggiunta, in alcune parti del mondo, i governi stanno implementando leggi che criminalizzano l’assistenza umanitaria,
comprese le operazioni di ricerca
e salvataggio
e l’assistenza di emergenza a migranti privi di documenti di identità.

(Così Francesco Rocca Presidente internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna rossa)



..e allora…
……..Cerchiamo di formare la nostra coscienza e la nostra vita a maggior senso di umanità e ad operare nel nostro piccolo secondo umanità e coerenti con la nostra fede in Cristo Signore, che disse: 

„Amatevi come io vi ho amato”.