martedì 23 ottobre 2018

Don Bosco e Maria. Devozione mariana.



Un testo che già da qualche mese è apparso nelle biblioteche e che fa parte degli studi sulla vita di  Don Bosco, ci indica le semplici linee teologiche su cui si basava la devozione mariana di Don Bosco.
Il testo è di Arthur J. Lenti: DON BOSCO STORIA E SPIRITO, vol. 2, La società e la Famiglia salesiana, Las, Roma 2017. Collana studi storici nr. 18.








Devozione Mariana in D. Bosco, basi teologiche (pag. 354)

La mariologia di don Bosco era semplice e di carattere pastorale; general-
mente egli si asteneva da teorizzazioni. A rischio di sembrare anacronistici
possiamo dire che la sua dottrina mariana corre lungo le linee adottate dal Vaticano II. Essa gli derivava dalla riflessione sulla Scrittura, i Padri, i primi
concili, la tradizione e la secolare storia della Chiesa. Le sue linee
soteriologiche erano semplici:
Dio ha scelto Maria, una donna, a cooperare nell’incarnazione del Figlio. A questo scopo l’ha preservata dal peccato, benedicendola in modo speciale e, siccome era perfettamente redenta, l’ha elevata alla gloria dei cieli in anima e corpo. Maria, Madre del Verbo Incarnato è quindi Madre di Dio, ha accettato la sua elezione con obbedienza perfetta, in santità di vita, nel servizio umile, in unione alla passione redentrice di suo Figlio.
 Data a noi come madre da Cristo sulla croce, Lei ha continuato a essere madre e sostegno della Chiesa e di ogni cristiano in tutte le circostanze.
Pertanto, in ragione dei doni ricevuti da Dio e della sua corrispondenza, Ella merita riverenza, gratitudine e culto speciali.

In questo quadro dottrinale, don Bosco ha sperimentato Maria come presenza viva lungo tutto il corso della vita e ha sviluppato nei suoi confronti
un affettuoso rapporto personale, espresso nella preghiera e nella dedizione
alla missione. Ha propagato la devozione mariana con la celebrazione delle
tradizionali feste liturgiche in suo onore, rendendole strumenti di crescita
spirituale per sé e per i suoi ragazzi. Ha accolto e incoraggiato le devozioni
tradizionali e popolari, quando erano teologicamente sicure e spiritualmente utili.
Ha evitato devozioni esagerate, pratiche superstiziose e sentimentalismo. La
sua preghiera mariana si radicava nella liturgia e nella tradizione della Chiesa,
e privilegiava le formule tradizionali: l’Ave Maria, il Sub tuum praesidium,
l’Angelus Domini, il Regina Caeli, gli inni liturgici (Salve Regina, Ave Regina Caelorum, Salve Redemptoris Mater), il Rosario, le litanie e le giaculatorie. Riteneva che lo scopo di ogni devozione mariana fosse quello di stimolare un miglioramento della vita cristiana, l’imitazione delle virtù della Madre del Salvatore (specialmente la fede, la carità e la purezza), di aderire con coerenza di vita all’insegnamento di Cristo e della Chiesa.
Questo aspetto etico-pastorale era caratteristico della sua devozione.