mercoledì 19 febbraio 2020

Etiopia Don Filippo

Filippo Perin ci scrive...

E noi lo accompagneremo nel suo apostolato con la preghiera,
 il sacrificio e, se possibile, l'aiuto materiale.

Cari amici come state?

Un saluto dall’Etiopia e da Lare. Siamo appena entrati nei tre mesi più caldi della stagione secca, di giorno abbiamo già toccato i 40’.    Speriamo di non arrostirci troppo.
Dopo Natale ho iniziato a visitare tutte le famiglie della nostraparrocchia, tre pomeriggi alla settimana insieme a due catechisti giriamo fra le capanne del villaggio, ci fermiamo un’oretta perfamiglia.

Prima l’accoglienza fuori, i saluti, poi si entra nella capannaattraverso una porta stretta e bassa, si lasciano le ciabatte fuori,io le scarpe, e ci si siede per terra all’interno.



Chi ha un materasso e chi invece ha solo delle stuoie dove dormire,  nessun cuscino, nessuna luce elettrica, per armadio dei fili tirati da una parte all’altra, tanto i vestiti sono pochissimi, un tavolino dove ci sono delle pentole, qualche tazza; per posate solo cucchiai, qualche centrino colorato sulle pareti basse, poi da un metro in su è tutta paglia... 

ecco tutta la casa della nostra gente.

Fuori due sassi dove si cucina, due contenitori di plastica per prendere l’acqua al pozzo,una zona per le mucche e le pecore;  in questo periodo le portano al fiume, distante 7 km, perché lì c’è l’acqua e dell’erba.

Dopo che ci siamo seduti e salutati, prendo un quaderno e annoto i nomi della famiglia: di solito c’è una mamma con vari figli, o una donna anziana, il papà alle volte c’è, alle volte non c’è; chiedo unpo’ di notizie, vedo come è la casa... e poi preghiamo insieme, qualche canto, le preghiere spontanee che a loro piacciono tanto, tutti chiudono gli occhi e abbassano la testa, il padre nostro alzandole mani al cielo.

Alla fine consegno loro un’immagine da appendere: una di Gesù e una di Maria, una piccola croce e un rosario. Finiamo parlando della famiglia, delle difficoltà ma anche di qualche notizia bella che è successa.

Ci salutiamo, usciamo dalla capanna, riprendiamo le ciabatte e le mie scarpe e andiamo da un’altra famiglia.


La visita alle famiglie e’ una esperienza molto bella e forte: stringiamo più amicizia, cerco poi di ricordare i loro nomi, mi rendo conto della realtà della vita quotidiana qui a Lare. 

Le richieste poisono tante per le loro malattie: non hanno i soldi per andare alla clinica o non ci vogliono andare, tanto danno sempre quelle due medicine, tachipirina e l’antibiotico, e neppure per mandare qualcuno all’ospedale di Gambella ( l’abbiamo fatto per tre persone) devi pagare l’ambulanza, la benzina e l’autista...

Richieste per il cibo, soprattutto per chi ha tanti figli e non ha più il marito e soprattutto adesso che c’è la stagione secca. 

Grazie ad alcuni benefattori ogni mese possiamo aiutare 8 famiglie con50 kg di granoturco a testa e altre 4 famiglie nel villaggio di Gok,dove abbiamo una piccola chiesetta

Richieste per la casa: chi ha la paglia che cade o nelle pareti e’ il fango a cadere, chi ha la porta rotta, chi ha solo una pentola, chi non ha i soldi per prendere le legna per il fuoco per far da mangiare...Chi non ha il materasso e dorme su una stuoia, soprattutto per alcune signore anziane cercheremo di provvedere, che poi anziane qui vuoldire al massimo sui 50 anni e sono molto poche...


Ogni settimana, sabato mattina, con il gruppo dei catechisti locali ci incontriamo per vedere tutte queste richieste e come poter fare per risolverne alcune insieme.


Due belle notizie, nella capella di Gok abbiamo battezzato 20 bambinie altri 8 ragazzi e dato 10 prime comunioni. È’ stata una bella festa, piena di vita, di canti e preghiere, di esultanza per i battesimi e le comunioni, e poi con un bel pranzo con polenta e tanto sugo fatto di poco pesce e tante erbe. Alla fine caffè, biscotti e caramelle per tutti.
In questo mese abbiamo attivato il capo del nostro villaggio e l’assessore all’acqua per realizzare un pozzo a mano per l’acqua in un villaggio dove ancora non c’è e la gente lo chiedeva.  Prima siamo andati a vedere tre villaggi e poi abbiamo deciso per un’area molto povera dove il nuovo pozzo possa servire tre villaggi vicini, chiamando tutti i capi villaggio e decidendo insieme il posto. Abbiamo attivato una ditta per scavare il pozzo e speriamo che al più presto venga a realizzarlo.

 Il nostro sentito grazie va ai nostri benefattori per questo pozzo.

Sabato 8 febbraio e’ il giorno della nostra santa preferita, Santa Bakita, originaria del Sudan, madre moretta, con questa bella sua frase vi saluto, a presto, 

don filippo. 




“O Signore, potessi io volare laggiu’, presso la mia gente e predicarea tutti a gran voce la Tua bonta’, oh, quante anime potrei conquistarti! Fra i primi, la mia mamma, il mio papa’, i miei fratelli, la mia sorella ancora schiava... tutti i poveri negri dell’Africa, fa’ o Gesu’, che anche loro ti conoscano e ti amino!”