lunedì 20 dicembre 2021

Natale e Maria. Maria e il Natale (riflessione)

 

Don Ferdinando Colombo ci scrive un messaggio bellissimo per il Natale. 

Non posso far a meno di renderlo noto anche ad altri. E' molto bello!


Il Mistero del Natale e quello di Maria, 

Madre di Gesù, sono intrecciati insieme.


Un Dio che si fa uomo, 

perchè l'uomo possa farsi Dio.

 

Per l'immenso dono della tua incarnazionepassione, morte e risurrezione,

noi ti contempliamo, ti adoriamo e preghiamo.

 

            Fermati e pensa, rifletticontempla, prega.

Dall'eternità  Padre, Figlio e Spirito Santo, hanno previsto e desiderato con infinita Misericordia, che tutti noi, semplici creature,  potessimo entrare a far parte della relazione d'amore che unisce le tre persone della Trinità, per sempre.

 

            La strada che la Trinità ha scelto per realizzare questo progetto è la più semplice e la più umana, quella da cui tutti siamo passati: il grembo di una donna, il grembo di Maria.

 

            Dall'eternità Maria è stata voluta, amata, preparata come un capolavoro perfetto perchè potesse dare carne e sangue al Figlio di Dio.

·         Il cuore vivo di questo progetto è Gesù, il Figlio che si fa uomo, uomo perfetto e quindi è il nuovo Adamo, e dà origine ad un'umanità nuova.

·         Proprio per questo, Maria, scelta per generarlo, è davvero la nuova Eva, la donna perfetta, come Dio l'ha sognata da sempre.

·         E noi la ammiriamo mentre stringe tra le braccia quel tenero bambino in cui è presente la Santissima Trinità nel Figlio incarnat e 

 la proclamiamo Madre di Dio.

 

            Ascoltiamo un filosofo francese, 

Jean-Paul Sartre, che mentre era prigioniero a Treviri nel 1941,

 ebbe una autentica illuminazione e si espresse così:


 «Sul volto di Maria è apparso uno stupore che non apparirà mai più sul volto di una creatura.

Maria, infatti, è l'unica creatura che, stringendo al petto Suo Figlio, può dirgli: «Dio mio!».

Ed è l'unica creatura che, pregando il Suo Dio, può dirgli: «Figlio mio!».

L’ha portato nove mesi e gli dà il seno e il suo latte diventerà il sangue di Dio.

Il Cristo è il suo bambino.

Maria sente nello stesso tempo che Gesù è suo figlio, il suo piccolo, e che è Dio.

Lo guarda e pensa: «Questo Dio è mio figlio. Questa carne divina è la mia carne.

È fatta di me, ha i miei occhi e la forma della sua bocca è la forma della mia.

Mi assomiglia. È Dio e mi assomiglia!».

Un Dio piccolo che si può prendere fra le braccia e coprire di baci, un Dio caldo che respira e sorride».

 

            Auguri!

 Ti auguro che meditando sull'Immacolata e sul Natale il tuo cuore esploda in un inno di lode e di ringraziamento all'infinita Misericordia del Padre, del  Figlio e dello Spirito Santo che nella donna nuova, Maria, e soprattutto nell'uomo nuovo, Gesù, mostrano concretamente quello che hanno preparato anche per te, per me, per tutti.

            Restiamo uniti nella preghiera.

(Don Ferdinando Colombo)


Ringraziando D. Ferdinando, ne ascoltiamo l'esortazione.

BUON NATALE!







domenica 19 dicembre 2021

POESIE Ricordando Don Aldo Bort




Per ricordare Don Bort...(morto in ottobre 2013) .

...uno dei primi Salesiani della fine del secondo millennio, il quale venne in Romania a Constanța per offrire l' Unico Amore di Gesù riflesso sui giovani da Don Bosco e dai suoi "figli" i Salesiani, e il quale diresse la Comunità salesiana di Constanța ,

 presento due sue poesie scritte nel tempo di Natale

e ben intonate a quel periodo.


Il bimbo della chitarra.

Suona la tua chitarra                                   

bambino biondo, 

coperto di stracci.

Suona 

il tuo triste ritornello. 


Ma chi ti accoglie 

Bambino,

venuto per noi? 

Sono chiuse le porte, 

non c’è lume 

alle finestre sbarrate, 

né filo di fumo, 

dal focolare.  


Tu te ne stai solo

nel gelo.

Chi ti ascolta

nel livido inverno, 

Bambino, 

dai neri occhi 

sperduti?


Ma tu suona 

la tua canzone. 

Non deporre, 

ti prego, 

la tua chitarra

Qualcuno udrà

alla fine. 

E, forse, verrà

a parlare con te. 


D. Aldo Bort


N.B. A commento della visione di un bambino che in una strada di Constanța, in Romania, trascina la sua chitarra sulla neve , chiedendo l’elemosina, il poeta esprime la sua compassione e ricorda Gesù nella sua Nascita. 


Storia di una stella

Inverno sul Mar Nero . 


Ornavo l’Albero in Chiesa...

Raruca,bambina zigana,

uccellino spaurito,

mi guardava rapita.

Si intrecciavano fili d’argento

stelline colorate,

fragili campanelle dal tenue suono.

“Si eu vreau un pom de Crăciun”.

Mi disse,alla fine,ardita.

“Ma non ho un albero per te.

Ti piace,invece,questa campanella piccina?”

“Da!”

“Ma prima,forse meglio, una scodella di latte caldo

ed un pezzo di pane per la tua fame!”

Inzuppò il pane nel latte e mangiò felice.

Poi se ne andò, tenendo stretto il suo piccolo tesoro.

E venne Natale.

La neve bella e cattiva,

imbiancò la città,

coprì di gelo le case dei poveri.

Ma la mia piccina non aspettò il sole,

quel giorno, per giocare con i suoi fratellini.

Fuggì, invece, dal livido inverno..

E, per incanto, divenne una piccola stella.

Fuggì e si nascose nella ...nebulosa di Orione.

Era così piccina che nessuno la vedeva.

Io solo sapevo dov’era e, forse,

brillava soltanto per me.

Allora la chiamai:


“Lascia, ti prego, le tue superbe compagne,

la gigantesca Rigel, la gialla Betelgeuse

e Sirio luminosa

e va in cerca del Signore del cielo.

Certo lo troverai.

Parlagli dei bambini che, come te, conoscono

solo il soffrire.

Cercalo, so che ti aspetta.

Prega per loro un poco di pane e di speranza,

un raggio di pace, un giorno d’amore. 

Cercalo, so che ti ascolterà.

Per questo ti ha fatto diventare una stella”.         

D. Aldo Bort



NB: 

Ricordando gli zingari più poveri e i loro bimbi, che sanno soffrire in silenzio, 

D. Bort racconta un esempio avvenuto prima di Natale, 

un fatto che lui trasfigura e rende immortale.