martedì 4 ottobre 2022

Perin Don Filippo Missionario in Etiopia ci scrive






 Carissimi amici, come state?


Spero bene, vi mando i saluti da Lare,  il bellissimo villaggio a 80
km a ovest di Gambella,  circa un’ora e mezza di jeep in mezzo alla
savana, proprio sul confine con il Sud Sudan.



Da qualche giorno siamo entrati nel nell’anno 2015, siamo qualche anno
indietro visto che qui seguono il calendario giuliano, antecedente al
nostro, ma l’anno etiope ufficiale e’ proprio il 2015, poi abbiamo
tredici mesi invece che dodici, tutti di trenta giorni tranne
l’ultimo, che e’ di cinque o sei giorni, e anche l’ora e’ diversa: a
mezzogiorno sono le sei in Italia, mentre alle sei di sera sono le dodici... ci
vuole un po’ per adeguarsi, oppure basta venire a Lare dove nessuno ha
l’orologio...

Tutto il villaggio di Lare e molti altri villaggi nella nostra area,
hanno vissuto una grande innondazione di acqua da fine agosto a meta’
settembre. Un fiume che fa da confine con il Sud Sudan e’ esondato,
raccoglie varie piogge dall’Altopiano etiope, e ha allagato con circa
70 cm di altezza, Lare e tutti i villaggi attorno.












Tantissime persone sono scappate, hanno portato le proprie cose prima
nella nostra chiesa o in altre zone, poi quando anche queste si sono
allagate, in villaggi vicini. Soprattutto gli animali hanno sono stati
in pericolo, le mucche e le pecore che hanno in gran numero, sono
state portate con fatica lontano da Lare.
Il governo di Gambella e di Addis Abeba e’ intervenuto con qualche
aiuto per questo grande allagamento che abbiamo subito.
Ora l’acqua da un paio di settimane si e’ ritirata, molti sono tornati
qui a Lare, abbiamo i saloni, la scuola, la chiesa tutti pieni di
gente che vive qui da noi, aspettando di riparare le proprie capanne e
poter tornare a casa.
Il fiume che ha esondato e’ ancora pieno, ma le giornate di sole che
stanno venendo fanno ben sperare che non torni, almeno per quest’anno
tutta quest’acqua.

Stiamo cercando di consolare la gente e di preparare un piano di aiuto
per loro, sia per la ricostruzione delle capanne, sia per un aiuto
alimentare, l’acqua infatti ha distrutto il racconto di granoturco che
proprio nel mese di settembre doveva essere fatto.

Le strade per le nostre cappelle sono ancora impraticabili, ancora
piene d’acqua, ma speriamo al piu’ presto di poterci arrivare e
incontrare la gente. I catechisti delle cappelle di Gok, Kubri, Pilual
e Thiajak sono gia’ venuti a piedi a Lare per avere un incontro e
informarmi della situazione del loro villaggio.
Abbiamo iniziato in questi giorni le iscrizioni agli asili, ogni
cappella ha un asilo, per dare un segno di aiuto e sostegno, anche se
ancora non sappiamo quando potremo incominciare.
Siamo anche alle prese con le pulizie della chiesa e dalla canonica,
con tutto il fango che e’ stato portato dall’acqua.

Vogliamo poter iniziare qualche attivita’ della nostra parrocchia con
la festa del nostro santo patrono, san Daniel Comboni, a cui e’
dedicata la nostra chiesa di Lare, dopo il 10 ottobre, speriamo bene.








La guerra nascosta in Etiopia, nella regione del Tigray, continua,

abbiamo avuto un paio di mesi di tregua, ma a fine agosto sono
ricominciati i cambattimenti. Ora parlano di nuovo di un negoziato di
pace da aprire in Kenia, speriamo che stavolta lo facciano.
La guerra qui, e soprattutto quella in Ucraina, sta portando ad un
aumento pazzo dei prezzi di qualunque cosa, tutto e’ raddoppiato,
anche il cibo, i vestiti, materiali di uso comune... e i salari fanno
fatica a salire. Questo sta portando molta instabilita’ in tutte le
regioni dell’Etiopia, con varie proteste e attacchi indiscriminati.

Vorrei infine ringraziare di cuore tutte le persone che ho incontrato
nel mio passaggio in Italia, per l’amicizia che ci lega da poco o da
tanto tempo e il sostegno che ho ricevuto, sempre molto generoso da
parte di tutti. Vi ricordo sicuramente con una preghiera da qui e mi
scuso se non sono riuscito a incontrare tutti.
Vorrei ringraziarvi facendovi arrivare il sorriso di questi bambini
che ogni giorno ti accolgono pieni di vita, la speranza di un futuro
nel viso dei giovani di Lare, il grazie negli occhi di tanti uomini e
donne che vengono aiutati in qualche modo ogni giorno dalla missione,
grazie a tutti voi.


Così ci scrive Abuna Filippo.




Noi gli siamo vicini con la preghiera, 
il sacrificio e il dono possibile.