mercoledì 30 gennaio 2013

Speranza


La forchetta...




Ho trovato un racconto molto semplice, ma simpatico e significativo.
 Una signora anziana si trovava ormai di fronte alla morte, pienamente lucida.
 La sua più grande amica, che le stava sempre accanto, le chiede:
‘Vuoi qualche cosa di speciale, da conservare con te dopo la morte?’
Lei rispose: ‘Vorrei che mi seppellissero con una forchetta tra le mani.
‘Una forchetta?’ - domandò con stupore l’amica.
‘Sì, una forchetta. Quando andavo a qualche banchetto, terminati i primi piatti conservavo sempre la forchetta perché sapevo che mancava ancora il meglioCosì, a tutti quelli che verranno a pregare e vedere la mia salma, quando domanderanno, come te “perché ha la forchetta in mano?” potrai rispondere, a nome mio: Perché lei sapeva che il meglio… stava ancora per arrivare!’



In fondo, è questa anche la motivazione ultima e più profonda della nostra vita e del nostro lavoro (quello che Don Bosco chiamava, con incantevole semplicità, il “pezzo di paradiso” nel giardino salesiano): “Per il salesiano, la morte è illuminata dalla speranza di entrare nella gioia del suo Signore”

(NN)