mercoledì 2 dicembre 2020

Don Giuseppe Polo - Piazzetta




Don Polo Giuseppe.
Il 1 novembre di sei anni fa è morto don Polo Giuseppe.
Ha vissuto al Collegio Astori come Sacerdote religioso e insegnante. Il suo merito è quello di esser stato un grande educatore, un valente ricercatore della storia di Mogliano Veneto (Treviso) e dintorni e un grande organizzatore di diverse attività in vista della conoscenza e della storia di Mogliano Veneto.
I suoi amici sono riusciti ad ottenere che il Comune gli dedichi una piazzetta, dietro alla Chiesa.

La Comunità di Mogliano, Astori ha partecipato alla Santa Messa e all'inaugurazione della lapide e della piazzetta.
Il luogo prescelto è' stata una scelta molto appropriata per la bellezza del posto e l'ubicazione stessa.

La cerimonia con la benedizione della lapide da parte del Parroco D. Samuele e la presenza di un gran numero di cittadini e di personalità, è riuscita molto bene. I discorsi furono molto belli e non lunghi.

Parlò anche il Direttore del Collegio Astori di Mogliano, Don Dino.

Alla fine un felice rinfresco e la posa di fiori sulla tomba di Don Polo nel vicino cimitero.

Una cosa molto bella in onore di Don Polo "Salesiano, insegnante e storico locale".





Gesù, confido in Te

 

Confidenza in Gesù

(Don Quadrio Giuseppe)

 

2 novembre 1944

Magnificat anima mea Dominum!  Quia fecit mihi magna qui potens

est... Fecit potentiam in brachio suo... Quia respexit humilitatem ancillae

suae... Esurientes implevit bonis... Suscepit Israel puerum suum, recordatus misericordiae suae.

 

Di quanta grazia hai inondato l’anima mia fino a traboccarne, nella

Giornata Missionaria (22 ott.), di Cristo Re (29 ott.), di tutti i Santi (1

nov.), dei Fratelii morti (2 nov.). Quale meraviglioso crescendo di luce, di

comprensione, di nuovi panorami, di ineffabili illuminazioni dello Spirito.

Veramente sei grande, o mio dolce Fratello; e onnipotente é la tua

grazia, e divinamente efficace il tuo sangue.

 

 


Mio Gesù, se io fossi Caino, o Giuda,o il più Iussurioso e ladro degli uomini, confiderei follemente in te, nel tuo Amore senza sponde,

e nella tua carne fecondissima; confiderei non solo di salvarmi, ma di farmi santo. Gesù, credo che mi vuoi bene, che mi perdoni, che vuoi essere amato da me, che ti é gradito il mio servizio.

Credo che nelI’ordine della Santità, tu sei tutto e fai tutto, io non sono niente e non faccio niente.

Confido in Te.

 

La vita tra teologia e poesia vivente ( don Quadrio insegna)

 

Vivere vincente.


Vorrei raccogliere 

tutta la successione della mia vita

in un unico

<< ora! >>, 

tutto il mio essere in un momento

 e consumarlo

tutto

nell’amore del Figlio 

per ripagare l’amore del Padre;

come se fosse 

un piccolo grano 

d’incenso

su un immenso braciere.




Come spiegare questo ?...

Stamane ... mi hai fatto capire, o Gesù, l’identità di

rapporti che per la creazione e la redenzione ci sono fra Te e il Padre, fra

me e ii Padre. Tutta la storia dell’Essere non ha che due grandi elementi

o temi che si sviluppano e si intrecciano e si succedono:

 Amore,

Amore + Peccato (=Dolore),

cui segue il primo: Amore (ecco l’intreccio!).

 

Il primo capitolo della storia dell’Amore è la Trinità, il secondo è la

creazione, il terzo è l’amore attraversato dal peccato (dolore), il quarto è  

l’Amore che vince il peccato (dolore), il quinto è l’Amore che trionfa ( ecco la successione!).

 

Il mio essere nella sua costituzione e nel suo durare deve essere una

risposta all’Amore Creatore del Padre, deve essere amore. Come il Verbo

ripaga infinitamente l’amore del Padre, così a causa del Verbo Incarnato io devo

ripagare con l’amore, adeguatamente, l’amore del Padre; non con l’amore

mio, ma con lo stesso amore del Figlio, fatto mio Amore per mezzo della Grazia,

per la conformità a Lui, cioè per conformarmi alla sua vita e alla sua morte.

La mia vita entra in questa successione a causa di Cristo.

 

Vorrei raccogliere tutta la successione della mia vita in un unico

<< ora! >>, tutto il mio essere in un momento e consumarlo tutto

nell’amore del Figlio per ripagare l’amore del Padre;

come se fosse un piccolo grano d’incenso

su un immenso braciere.