La vocazione
La vocazione non si sceglie, ma ci è data; noi possiamo solo
riconoscerla e accoglierla; prima che impegno e compito, è dono e grazia.
La vocazione non nasce da
iniziativa personale, perché è una chiamata per una missione specifica, che non
viene determinata da noi ma da Colui che chiama. Leggiamo nel vangelo di Marco
che Gesù «chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui. Ne
costituì Dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perché
avessero il potere di scacciare i demoni» (Mc 3,13-15). Anche il vangelo
di Giovanni conferma che l'essere discepolo e apostolo non è una scelta
personale, ma una elezione da parte di Gesù, una vocazione: «non voi avete
scelto me, ma io ho scelto voi» (Gv 15,16a); e la missione è «rimanere nel suo amore» (Gv 15,9b).
Solo così coloro che sono chiamati possono
ottenere pienezza di gioia: «questo vi ho detto
perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena»
(Gv 15,11);
entrare nella sua intimità: «voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando»
(Gv 15,14);
avere fecondità:
«vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga»
(Gv 15,16b).
(da un messaggio del Rettor Maggiore dei Salesiani Don Pascual Chavez Villanueva).
Parafrasando l’istruzione sulla Preghiera del Santo Padre di
mercoledi’30 maggio 2012, possiamo dire:
La vocazione e’ pure un atto di fede che non è primariamente
azione umana, ma dono gratuito di Dio, che si radica nella sua fedeltà, nel suo
«sì», che ci fa comprendere come vivere la nostra esistenza amando Lui e i
fratelli, nella certezza che «i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili!»,
come dichiara l’Apostolo nella Lettera
ai Romani (11,29).
La vocazione di ognuno si radica sulla certezza che
Dio ci aspetta, ci cerca
sempre, vuole accoglierci nella comunione con Sé per donare a ognuno di noi
pienezza di vita, di speranza e di pace.
La vocazione diviene allora prima di tutto l’incontro con una
Persona viva da ascoltare e con cui dialogare; è l’incontro con Dio che rinnova
la sua fedeltà incrollabile, il suo «sì» all’uomo, a ciascuno di noi, per
donarci la sua consolazione in mezzo alle tempeste della vita e farci vivere,
uniti a Lui, un’esistenza santificata dalla Croce,ma piena di gioia e di bene,
che troverà il suo compimento nella vita eterna.
Con la vocazione personale siamo chiamati a dire «sì» a Dio alla sua chiamata; a rispondere a Lui «amen» con la fedeltà di tutta la nostra vita. Fedelta’ che non possiamo mai conquistare con le nostre forze, che non è solo frutto del nostro impegno quotidiano poiche’, ancora una volta, essa viene da Dio ed è fondata sul «sì» di Cristo, che afferma: mio cibo è fare la volontà del Padre (cfr Gv 4,34).
Con la vocazione personale siamo chiamati a dire «sì» a Dio alla sua chiamata; a rispondere a Lui «amen» con la fedeltà di tutta la nostra vita. Fedelta’ che non possiamo mai conquistare con le nostre forze, che non è solo frutto del nostro impegno quotidiano poiche’, ancora una volta, essa viene da Dio ed è fondata sul «sì» di Cristo, che afferma: mio cibo è fare la volontà del Padre (cfr Gv 4,34).
E’ in questo «sì» che
dobbiamo entrare, entrare in questo «sì» di Cristo, nell’adesione alla volontà
di Dio, per realizzare il compito a cui Dio ci chiama, e per giungere cosi’
come fu per san Paolo ad affermare che non siamo noi a vivere, ma è Cristo
stesso che vive in noi.
Allora l’«amen» della nostra vocazione personale, elevato dalla
preghiera, avvolgerà e trasformerà tutta la nostra vita, facendola una vita alla
sequela di Gesu’ crocifisso e risorto, una vita ricca della consolazione di
Dio, una vita immersa nell'Amore eterno ed incrollabile.