Una riflessione che si rifa' al pensiero della Chiesa senza volersene accaparrare...
Famiglia e posizione dei coniugi di fronte al divorzio.
I divoziati,
Che posizione hanno
nei confronti della Chiesa?...
Per capire in verità la visione della Chiesa Cattolica circa
il Matrimonio e il Divorzio, e’ necessario approfondirne l’aspetto sacramentale
tenendo presente il concetto antropologico .
Circa l’aspetto antropologico , il corpo umano e’
considerato godere di differenze complementari e arricchenti la persona: la mascolinità e la femminilità, quale struttura antropologica fondamentale.
L’Unione sessuale tra l’uomo e la donna e’ intesa come un
dono reciproco, che viene offerto tra loro due e da loro due. Tale dono e’
basato sull'amore reciproco che dura
nella fedeltà e che testimonia l’unita’ tra due persone in quanto tali.
In questa realtà che si costituisce, il Sacramento del
Matrimonio e’ presente cosicché il dono reciproco ed il Matrimonio quale realizzazione
di tale amore, non solo continua il suo compito profetico di annunciare l’amore di Dio Creatore alle sue creature, ma
diviene una realtà nuova, perché rinnovata dall'amore di Cristo Redentore.
Il Matrimonio ed il dono reciproco nel Matrimonio rinnovato dall'amore di Cristo Salvatore, assume invero il significato nuovo e il compito di garantire al mondo che
Cristo Signore Gesù si da’ e continua a darsi per la sua Chiesa ed alla sua
Chiesa, che diviene Una con Lui come avviene tra marito e moglie nel loro stesso essere dono uno all'altro: nell'amore fedele e unico.
Il Matrimonio e l’amore reciproco e fedele tra i coniugi cristiani
e’ dunque di una elevatezza
straordinaria proprio alla luce di
questo mistero divino e diviene fonte di grazia
fin quando dura la loro vita di sposi ( Sacramento permanente).
La situazione di Cristiani divorziati allora non solo
contraddice la natura del loro legame matrimoniale, ma toglie al corpo il
significato profondo che gli e' proprio ed e’ contraddittorio con il Sacramento
celebrato insieme.
L’adulterio del resto non sara’ mai un dono , perché il
dono e’ già stato promesso e dato; sara’ invece solo una infedeltà ed una
bugia bella e buona.
Devorţaţii.
Pentru a înţelege cu adevărat viziunea Bisericii Catolice
despre căsătorie şi divorţul , este necesar să se aprofundeze aspectul antropologic şi aspectul sacramental.
După aspectul antropologic, trupul uman este considerat cu
diferenţele sexuale, masculinitate şi feminitate ca o structură antropologică
fundamentală. Unirea sexuală dintre
bărbat şi femeie este înţeleasă ca un dar reciproc, pe care şi-l oferă unul
altuia, şi care este întemeiat deasupră
iubirii care dăinuie în fidelitate şi mărturiseşte
unitatea nu numai fisică ci între două
persoane.
În această realitate este prezent Sacramentului Cununii aşa încât darul acesta reciproc şi Căsătoria, ca expresie a iubirii,
nu doar continuă să aibă puterea profetică a proclamării iubirii lui Dumnezeu Creatorul,
ci şi devine o nouă realitate, înnoită de iubirea lui Cristos.Casatoria şi
dăruirea reciprocă în Casatorie va semnifica atunci Isus care se dă pe Sine
pentru Biserica Sa, care se uneşte cu ea, asemenea soţului cu soţia sa.
Casatoria dintre un bărbat şi o femeie şi iubirea lor este mare tocmai la
lumina acestui mister divin şi devin izvorul harului care durează cât durează
viaţa lor (sacrament permanent).
Situaţia divorzaţi recasatoriţi nu doar contrazice natura
legământului marital, ci şi lipseşte trupul de semnificaţia lui profundă
(adulterul nu va fi niciodată un dar, pentru că darul tău îl ai deja dat cuiva;
va fi numai o infidelitate şi o minciună) şi contrazice Sacramentul.
Ha affermato Papa Francesco: “È
significativo come - anche nella cultura individualista che snatura e rende
effimeri i legami - in ogni nato di donna rimanga vivo un bisogno essenziale di
stabilità, di una porta aperta, di qualcuno con cui intessere e condividere il
racconto della vita, di una storia a cui appartenere. La comunione di vita
assunta dagli sposi, la loro apertura al dono della vita, la custodia
reciproca, l’incontro e la memoria delle generazioni, l’accompagnamento
educativo, la trasmissione della fede cristiana ai figli...: con tutto questo
la famiglia continua ad essere scuola senza pari di umanità, contributo
indispensabile a una società giusta e solidale. E più le sue radici sono
profonde, più nella vita è possibile uscire e andare lontano, senza smarrirsi
né sentirsi stranieri ad alcuna terra”.(fonte Ghiggini)
E... per finire...Liberta'?...
Come ricevo da D.G.G. cosi' riferisco e scrivo...
E... per finire...Liberta'?...
Come ricevo da D.G.G. cosi' riferisco e scrivo...
DIO PERMETTE AGLI UOMINI DI FARE CIO' CHE VOGLIONO:
OMOSESSUALITA', DIVORZI, ABORTI, ECC.
Fiaba ironica sulle permissioni divine
e la
stupidità umana
......
Il vescovo li vide arrivare, una folla di persone dall'aria decisa.
Sospirando, si girò verso di loro: "Che cosa volete, figlioli?".
Quello che era evidentemente il loro capo si fece avanti: "Vogliamo che la
Chiesa...". Il santo vescovo li ascoltò pazientemente, poi ad un certo
punto alzò la mano:
"Sì, sì, credo di avere capito. A questo punto penso
che sia meglio che queste che cose le chiediate direttamente a Dio."
Si levò un mormorio di sorpresa. "Ma... disturbarlo per..." Ma il vescovo fece un cenno con la mano a liquidare l'obiezione e si avviò con passo deciso. Gli altri lo seguirono.
Dio stava potando delle viti nel suo giardino. "Sì, un attimo, ho quasi finito." Recise un ultimo ramo e poi si sedette su un muretto. "Allora, forza, parlate" disse, con fare affabile.
Si fece avanti il capo del gruppo: "Signore, ecco, noi... vorremmo che permettessi l'uso di anticoncezionali..." Disse, quasi farfugliando. Dio scambiò un'occhiata con il vescovo: "Certo, lo permetto". Un mormorio di sorpresa si levò tra i presenti, che cominciarono a scambiarsi pacche sulle spalle. "C'è altro, vero?" disse Dio. "Ecco, vorremmo che fossero permessi anche i rapporti omosessuali...". "Sono permessi", disse Dio. Da alcuni degli astanti si levarono degli "Olè". "E anche i rapporti al di fuori del matrimonio...". "Accordàti", fece Dio. "La masturbazione...". "Certo". "L'aborto...". "Come no. Ma aspettate, è inutile che vi sforziate di esprimerlo in parole, tanto lo posso leggere in voi cosa vorreste fare."
Li guardò, uno per uno. "Vorreste fare del sesso quando vi va e con chi vi va? Lo permetto. Anche con dei bambini? Sì, lo permetto. Vorreste impossessarvi dei beni di chi secondo voi ha troppo? Lo permetto. Della donna, dell'uomo di un altro? Lo permetto. Anche con la forza? Con la menzogna? Lo permetto. Volete uccidere chi non sopportate? Permetto anche questo."
Man mano che Dio parlava, tutti ad uno ad uno tacquero. Dio si alzò: "Io permetto tutte queste cose. Le permetto già. E dovreste saperlo, visto che già le fate. Tutte". Si avvicinò, e fissò negli occhi il loro capo: "Ma quello che non posso fare è dire che tutte queste cose vi renderanno felici. Non posso proprio farvele bastare. Perché io ho fatto voi uomini in un'altra maniera." Mentre parlava sorrideva, un sorriso triste."Non solo il fare tutte queste azioni non vi basterà, ma vi renderà ancora più infelici, perché sono proprio il contrario del modo in cui vi ho fatto."
Il leader del gruppo abbassò lo sguardo. Dio gli posò una mano sulla spalla: "Vi ho fatti in una certa maniera, e nemmeno io posso farvi in maniera diversa senza disfarvi del tutto. Nel fondo del vostro cuore voi non volete le cose che avete chiesto: chiedete delle cose che pensate colmino quella sete che avete, ma non sono le cose giuste. Sono le cose che qualcuno che odia voi e me vi ha suggerito proprio sapendo cosa vi succederebbe."
Si rivolse a quelli dietro: "Voi, che già le fate, ditemi, vi hanno resi felici, o ancora più disperati e famelici? Cosa è successo, come conseguenza di quelle azioni? Quale tristezza e schifo hanno generato?" Nessuno parlò. "E quindi," proseguì Dio, "cosa vorreste che io facessi? Che, nonostante quello che siete, quello che è, io vi dessi il permesso di sentirvi giustificati qualsiasi cosa facciate? In maniera da accusarmi anche di questo? Bene, il permesso di farlo ve l'ho dato. E ve l'ho dato fin dal principio. Si chiama libertà. Ma avete anche qualcosa d'altro, dentro, cioè la conoscenza di cosa sia bene e cosa sia male. E nemmeno io posso togliervela, perché ve la siete presa assieme alla libertà."
Si accostò al vescovo, passò il braccio attorno alle sue spalle bianche e lo strinse a sé. "Il vostro vescovo vi può ricordare cosa io stesso ho detto ai vostri padri che cosa può rendervi felici. Ma, se non lo posso io, neanche lui può cambiare la vostra natura". "Cos'è che può renderci felici, allora?" chiese il capo del gruppo. "Già lo sai" disse Dio "stare qui assieme a me."
A questo punto, il silenzio era totale. Neanche si sentivano più gli uccellini tra i rami del giardino. Poi, uno ad uno, i presenti si voltarono e se ne andarono.
Alla fine rimasero solo Dio e il vescovo. Il vescovo sospirò: "Credi che l'abbiano capito, stavolta?" chiese, rivolgendosi a Dio. Dio si strinse le spalle: "Come tutte le altre volte. Ma una cosa la sanno, anche se ogni volta sembrano scordarsene".
Si levò un mormorio di sorpresa. "Ma... disturbarlo per..." Ma il vescovo fece un cenno con la mano a liquidare l'obiezione e si avviò con passo deciso. Gli altri lo seguirono.
Dio stava potando delle viti nel suo giardino. "Sì, un attimo, ho quasi finito." Recise un ultimo ramo e poi si sedette su un muretto. "Allora, forza, parlate" disse, con fare affabile.
Si fece avanti il capo del gruppo: "Signore, ecco, noi... vorremmo che permettessi l'uso di anticoncezionali..." Disse, quasi farfugliando. Dio scambiò un'occhiata con il vescovo: "Certo, lo permetto". Un mormorio di sorpresa si levò tra i presenti, che cominciarono a scambiarsi pacche sulle spalle. "C'è altro, vero?" disse Dio. "Ecco, vorremmo che fossero permessi anche i rapporti omosessuali...". "Sono permessi", disse Dio. Da alcuni degli astanti si levarono degli "Olè". "E anche i rapporti al di fuori del matrimonio...". "Accordàti", fece Dio. "La masturbazione...". "Certo". "L'aborto...". "Come no. Ma aspettate, è inutile che vi sforziate di esprimerlo in parole, tanto lo posso leggere in voi cosa vorreste fare."
Li guardò, uno per uno. "Vorreste fare del sesso quando vi va e con chi vi va? Lo permetto. Anche con dei bambini? Sì, lo permetto. Vorreste impossessarvi dei beni di chi secondo voi ha troppo? Lo permetto. Della donna, dell'uomo di un altro? Lo permetto. Anche con la forza? Con la menzogna? Lo permetto. Volete uccidere chi non sopportate? Permetto anche questo."
Man mano che Dio parlava, tutti ad uno ad uno tacquero. Dio si alzò: "Io permetto tutte queste cose. Le permetto già. E dovreste saperlo, visto che già le fate. Tutte". Si avvicinò, e fissò negli occhi il loro capo: "Ma quello che non posso fare è dire che tutte queste cose vi renderanno felici. Non posso proprio farvele bastare. Perché io ho fatto voi uomini in un'altra maniera." Mentre parlava sorrideva, un sorriso triste."Non solo il fare tutte queste azioni non vi basterà, ma vi renderà ancora più infelici, perché sono proprio il contrario del modo in cui vi ho fatto."
Il leader del gruppo abbassò lo sguardo. Dio gli posò una mano sulla spalla: "Vi ho fatti in una certa maniera, e nemmeno io posso farvi in maniera diversa senza disfarvi del tutto. Nel fondo del vostro cuore voi non volete le cose che avete chiesto: chiedete delle cose che pensate colmino quella sete che avete, ma non sono le cose giuste. Sono le cose che qualcuno che odia voi e me vi ha suggerito proprio sapendo cosa vi succederebbe."
Si rivolse a quelli dietro: "Voi, che già le fate, ditemi, vi hanno resi felici, o ancora più disperati e famelici? Cosa è successo, come conseguenza di quelle azioni? Quale tristezza e schifo hanno generato?" Nessuno parlò. "E quindi," proseguì Dio, "cosa vorreste che io facessi? Che, nonostante quello che siete, quello che è, io vi dessi il permesso di sentirvi giustificati qualsiasi cosa facciate? In maniera da accusarmi anche di questo? Bene, il permesso di farlo ve l'ho dato. E ve l'ho dato fin dal principio. Si chiama libertà. Ma avete anche qualcosa d'altro, dentro, cioè la conoscenza di cosa sia bene e cosa sia male. E nemmeno io posso togliervela, perché ve la siete presa assieme alla libertà."
Si accostò al vescovo, passò il braccio attorno alle sue spalle bianche e lo strinse a sé. "Il vostro vescovo vi può ricordare cosa io stesso ho detto ai vostri padri che cosa può rendervi felici. Ma, se non lo posso io, neanche lui può cambiare la vostra natura". "Cos'è che può renderci felici, allora?" chiese il capo del gruppo. "Già lo sai" disse Dio "stare qui assieme a me."
A questo punto, il silenzio era totale. Neanche si sentivano più gli uccellini tra i rami del giardino. Poi, uno ad uno, i presenti si voltarono e se ne andarono.
Alla fine rimasero solo Dio e il vescovo. Il vescovo sospirò: "Credi che l'abbiano capito, stavolta?" chiese, rivolgendosi a Dio. Dio si strinse le spalle: "Come tutte le altre volte. Ma una cosa la sanno, anche se ogni volta sembrano scordarsene".
Il vescovo si girò verso Dio: "E qual
è?".
Rispose Dio: "Che io li amo".
Titolo originale: Permesso?
Fonte: Blog di Berlicche, 11/02/2014