Termina il mese di maggio e la liturgia ci presenta Maria che va a trovare Elisabetta. Un incontro di stupore reciproco e di fede profonda nell'opera del Signore che inizia la Redenzione promessa dall'inizio della vita dell'uomo creatura amata e ribelle sulla terra.
In un clima di affetto e di amore incondizionato a Dio ed alla sua Volonta' si realizza l'incontro ove i due silenzi divengono voce di gioia e lode a Dio.
Visita
di Maria ad Elisabetta.
Il mistero della Visitazione è il mistero della comunicazione mutua di due donne diverse per età, ambiente, caratteristiche e della rispettosa vicendevole accoglienza.
|
Due donne, ciascuna delle quali porta un segreto difficile a comunicare, il segreto più intimo e più profondo che una donna possa sperimentare sul piano della vita fisica: l’attesa di un figlio, e quale Figlio! |
PRIMA
LETTURA (Sof 3,14-18)
Re d’Israele è il Signore in mezzo a te.
Dal libro del profeta Sofonìa
Rallégrati, figlia di Sion,
grida di gioia, Israele,
esulta e acclama con tutto il cuore,
figlia di Gerusalemme!
Il Signore ha revocato la tua condanna,
ha disperso il tuo nemico.
Re d’Israele è il Signore in mezzo a te,
tu non temerai più alcuna sventura.
In quel giorno si dirà a Gerusalemme:
«Non temere, Sion, non lasciarti cadere le
braccia!
Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te
è un salvatore potente.
Gioirà per te,
ti rinnoverà con il suo amore,
esulterà per te con grida di gioia».
*
Il vangelo ci rivela che Maria è regina della
comunicazione, dell’accoglienza e della gioia.
VANGELO (Lc 1,39-56)
Grandi
cose ha fatto per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni, Maria si alzò e andò in
fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò
Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino
sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed
esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo
grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena
il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel
mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore
le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio
salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi
chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua
misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro
cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi
tornò a casa sua.
*
Due donne, ciascuna delle quali porta un
segreto.
Elisabetta fatica a dirlo a causa dell’età,
della novità, della stranezza. Maria fatica perché non può spiegare a nessuno
le parole dell’angelo.
Se Elisabetta ha vissuto, secondo il Vangelo, nascosta
per alcuni mesi nella solitudine, infinitamente più grande è stata la
solitudine di Maria. Forse per questo parte “in fretta”; ha bisogno di trovarsi
con qualcuno che capisca e da ciò che le ha detto l’angelo ha capito che la
cugina è la persona più adatta. Quando si incontrano, Maria è regina nel
salutare per prima, è regina nel saper rendere onore agli altri, perché la sua
regalità è di attenzione premurosa e preveniente, quella che dovrebbe avere
ogni donna. Elisabetta si sente capita ed esclama: “Benedetta tu tra le donne”.
Immaginiamo l’esultanza e lo stupore di Maria che si sente a sua volta
compresa, amata, esaltata. Sente che la sua fede nella Parola è stata riconosciuta.
Il mistero della Visitazione ci parla quindi
di una compenetrazione di anime, di un’accoglienza reciproca e discretissima,
che non si logora con la moltitudine delle parole, che non richiede un eloquio
fluviale ma che con semplici accenni di luci, di fiaccole nella notte, permette
una comunicazione perfetta” [Da La donna nel suo popolo, Ed. Ancora, 1984, pp.
77ss].
(Cfr.: LaChiesa It 30 maggio `16).