L'orientamento e l'accompagnamento. (1)
La figura del Direttore spirituale.
Il giovane credente, che si forma alla vita e diviene respondabile di se' necessita di una persona che lo aiuti a scoprire la propria vocazione nella societa' e che lo aiuti ad ascoltare la voce di Dio che lo chiama a fare della propria vita un dono. Tale persona puo' essere detta con una voce tradizionale Direttore spirituale.
Il Direttore spirituale puo' essere un eccclesistico, un religioso, un laico cui la comunita' ha dato riconoscimento in questo compito. Egli non puo' non essere uno che ascolta la Parola di Dio e vive un intenso rapporto con Dio con cui sa dialogare nella preghiera come ad un Tu Personale. Tutto questo lo rende per ogni giovane che lo accosta un testimone dell'amore di Dio, un fratello, un amico, un padre che accoglie e aiuta a divenire se' stessi, ad essere fedeli alla chiamata dello Spirito Santo, di Dio.
Le sfide alle quali ogni orientatore deve rispondere
sono le seguenti:
La situazione in cui si trovano i giovani riguardo
a una progettazione cristiana del proprio futuro è contraddistinta da alcuni fenomeni
importanti:
a) La prima sfida riguarda le trasformazioni
socio-culturali
che investono manifestazioni,
valori, simboli e pratiche religiose tradizionali.
Tra esse, a modo di esempio,
si contano:
- una cultura pluralista con grande quantità
e disparità di messaggi e di modelli di vita, che rende difficile orientarsi
per la scelta di un progetto di vita;
- il secolarismo e il materialismo dominanti
nella cultura che creano una mentalità critica, più attenta ai valori immediati
e utili e meno sensibile ai valori trascendenti e di gratuità, un relativismo che diminuisce il senso
morale e rende fragile l'esperienza e la vita di fede;
- il
ricupero del sociale all'infuori di
motivazioni religiose;
-
il prolungamento dell'età giovane
e il ritardo dell'ingresso nelle
responsabilità sociali.
b) La seconda sfida si riferisce all'atteggiamento psicologico e religioso dei giovani
davanti alle scelte.
In esso gravitano:
-
la valorizzazione della persona come valore assoluto e la ricerca
di senso nella vita quotidiana;
-
la necessità di sperimentare
personalmente il desiderio di corresponsabilità e di partecipazione, il bisogno di soddisfazioni immediate;
- il forte
senso comunitario che si manifesta
nella ricerca della vita di gruppo e della
comunicazione, con una acuta sensibilità per la giustizia, per la solidarietà e
il servizio agli ultimi;
- una
diffusa nostalgia del profondo, di
silenzio, di preghiera e di forme diverse di religiosità, ma molte volte
segnate dal soggettivismo e dalla frammentarietà;
- una
tendenza psicologica a mutamenti di valutazioni di giudizio, che comporta una difficoltà nell'assumere e portare a termine
impegni a lunga scadenza.
c) Come terza sfida si possono considerare i modelli di identificazione significativi di alcune
vocazioni specifiche nella Chiesa, come la
vocazione religiosa e sacerdotale.
Infatti:
- non risulta chiara la loro
identità, cioè il contributo specifico che queste scelte di vita offrono alla
comunità umana;
- la forma
in cui sono vissute in un contesto concreto (la loro realizzazione umana, il
tipo di rapporto che impostano e concretizzano, la serenità e la sicurezza nei
momenti di prova...) non appare troppo
credibile, cioè come un modello di vita che incoraggia a scelte simili.
Per questo la pastorale
vocazionale, non raramente, oscilla tra due estremi di fronte a un mondo
giovanile contraddittorio e complesso: o ignora le dinamiche della psicologia,
facendo proposte che non interrogano e non interessano, o resta come intimorita
lasciando mancare cammini seri in prospettiva vocazionale, paga di proporre
solo esperienze senza decisioni per la vita.
Si impongono allora all'accompagnatore vocazionale scelte precise.
Questa situazione e le sfide elencate esigono per i giovani una
educazione vocazionale con basi corrispondenti. E cioe' essa dovra' essere
• basata sulla qualità vocazionale
degli educatori e della comunità educativa. La
loro testimonianza di vita e la
dinamica con la quale vivono la propria vocazione saranno la mediazione più efficace
per aiutare i giovani in una generosa e cosciente progettazione del loro
futuro;
• L'educazione e formazione per essere autenticamente vocazionale dovra' esser inserita nell'itinerario
di educazione
alla fede,
come convergenza di tutti gli sforzi per educare e per evangelizzare.
Questo itinerario suppone:
a) un orientamento
vocazionale offerto
a tutti i giovani, mediante:
-
l'orientamento pedagogico e professionale,
secondo l'età e le diverse situazioni, che aiuti ogni giovane a scoprire le
proprie risorse e a far fruttificare i doni ricevuti;
-
un ambiente educativo con testimoni significativi che vivano la
vita come vocazione;
-
l'avere informazioni sulle diverse vocazioni nella società e nella Chiesa
(incontri, testimoni, esperienze, ecc.);
-
l'offerta di esperienze di servizio gratuito verso i più bisognosi, come
allenamento alla generosità e alla disponibilità;
-
il contatto formativo personale
offerto a tutti i giovani che lo desiderano.
b) Una proposta chiara e credibile mediante:
-
la presenza e il contatto con testimoni personali e comunitari
significativi;
- una formazione spirituale profonda;
-
la partecipazione attiva alla vita della comunità attraverso i gruppi
e movimenti, considerati come luoghi privilegiati di maturazione;
-
l'approfondimento dell'itinerario di educazione alla fede e del tema vocazionale,
soprattutto nelle tappe di adolescenza e di giovinezza;
- l'invito personale a
seguire la vocazione;
- la possibilità
d'un contatto diretto con qualche
comunità di riferimento vocazionale.
c)
Un discernimento
accurato e graduale fatto in
comunità secondo criteri condivisi, attraverso la conoscenza diretta, il dialogo
e la comunicazione.
d) L'accompagnamento
personale, che
assicuri diverse possibilità e momenti di incontro e di dialogo personale per
i singoli, i gruppi e le famiglie specialmente attraverso la direzione spirituale
sistematica.
(1) Vedi per questo S. De Pieri, Orientamento e accompagnamento vocazionale , Elledici, Torino, 2000,
pagg 92.94.96. Il valido Docente ha editato recentemente una nuova opera intitolata "Orientare e' educare".
L'opera consta di due volumi. La presentazione e' del Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Pascual Chavez, che, parlando recentemente al Sinodo dei Vescovi a Roma, ha affermato proprio questa idea. "Orientare e' educare" e "non si puo' educare e formare senza formazione vocazionale".