Il Perdono dei peccati.
In che cosa consiste?...
E il nostro perdonare
Che cosa intendiamo quando professiamo con il Simbolo
apostolico:"Credo la remissione dei peccati"?
Se vogliamo dire che Dio, nella sua misericordia e in
virtù
dell’espiazione di Gesù, condona i nostri peccati, in
modo che
possiamo riconciliarci e rientrare in un rapporto di
Alleanza con
Lui, non c’e alcuna sostanziale differenza rispetto alla
fede anti-
cotestamentaria.
Anche gli Israeliti credevano che, in virtù delsacrificio
di Isacco,
Dio era pronto a perdonare chiunque since-
ramente pentito tornasse a Lui.
in virtù dei meriti di Cristo, ci giustifica in un modo
soltanto “forense”,
considerandoci giusti ai suoi occhi, ma lasciandoci di
fatto nei
nostri peccati, questo non risolve in radice il nostro
dramma e,
alla fine, fa di Cristo - per usare le parole di Paolo -
un "ministro
del peccato" (Galati 2,17). E se anche ritenessimo
che Dio mise-
ricordioso, con la remissione dei peccati, ci metta
nuovamente in
condizione di osservare fedelmente la sua Legge, in modo
da
poter rneritare alla fine la giustificazione in virtù
delle nostre
opere (cfr Galati 2,16), in che cosa questa nostra
giustizia oltre-
passerebbe quella pur ammirevole degli scribi e dei
farisei?
(cfr Matteo 5,20).
In realtà, quanto Dio ha compiuto in Cristo nella
"pienezza
dei tempi", e cioè
"la redenzione per mezzo del suo sangue, la
remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua
grazia» (cfr
Efesini 1,7-10), è molto di più:
Egli non soltanto ha ristabilito la situazione originaria,
cioè quella prima del peccato, ma, in coloro
che hanno accolto il dono dello Spirito di Cristo, ha
operato
una "nuova creazione".
Il dono dello
Spirito Santo
Proviamo a vedere, infatti, che cosa è successo non
appena
Io Spirito Santo è sceso il giorno di Pentecoste (cfr.
Atti 2). Pietro,
rigenerato dal perdono di Gesù (cfr. Giovanni 21,15-19),
diventa
un uomo nuovo, capace di annunziare con gioia e potenza
il Crocifisso Risorto. I Giudei, che alla sua predicazione
si sentono
crocifiggere il cuore e si fanno battezzare nel nome di
Gesù per
la remissione dei peccati, ricevono il dono dello Spirito
Santo ed
entrano nella nuova comunità dei salvati.
zione del pane e nella condivisione dei beni, nella
letizia e nella
semplicità di cuore, appaiono a tutti come la comunità
escatologica
in cui si vivono i beni messianici della riconciliazione
fraterna e della pace.
Come dice Paolo, „in Cristo” ognuno è diventato „una nuova creazione” (2Corinti 5,17).
„Egli, infatti, è la nostra pace…. (Efesini
2,14-18):
in lui è stata abbattuta ogni inimicizia per formare un
solo corpo
ed è stato creato l’uomo nuovo, cioè un uomo che ha
riconciliato tutte le
sue relazioni, che sa guardare Dio negli occhi,
chiamandolo
Padre nostro e che, come san Francesco, si riconosce
fratello di
ogni creatura.
E così, crescendo tutti insieme verso Cristo (cfr. Efesini
5,11-16),
lo Spirito Santo ci edifica in santuario di Dio, „a lode
della sua gloria”
(Efesini 1,612.14).
Ecco, dunque, a cosa “serve” la remissione dei peccati,
ecco
quali possono essere gli effetti di una semplice
confessione,
magari fatta per poter ricevere la comunione a Natale o a
Pasqua!
al dono di Dio, non solo Lui ci riconcilia a sé,
facendoci sperimentare
tutta la dolcezza del suo perdono, come alla donna di
Luca 7,56-50, ma ancor di più effonde su di noi lo
Spirito Santo,
trasformandoci in uomini nuovi, semi di riconciliazione e
di pace
per la guarigione del mondo.
(cfr. Eclesia Mater, anno
LVII, aprile 2019, pp. 25-26).
Allora capisco: il suo perdono è una nuova generazione…
Allora capisco che il coomando “Amatevi come io vi ho amato” e
“amate i vostri nemici, porgi l’altra guancia”… è possibile!...e io potrò amare come Dio!..
.Già ora lo posso!...
Ci sarà dato un giorno il cuore stesso di Dio.
Ogni volta che noi chiediamo al Signore: «Donaci un cuore
nuovo»,
noi stiamo invocando di poter avere un giorno il cuore di
Dio,
di conformarci agli stessi sentimenti del cuore di Dio.
È straordinario, verrà il giorno in cui il nostro cuore
che ha fatto tanta fatica a
imparare l’amore, sarà il cuore di Dio
e allora saremo capaci di un amore che rimane in eterno,
che sarà la nostra anima,
per sempre, e l’anima del mondo. (AA…)
«Amate i vostri
nemici, fate del bene a quelli che vi odiano» (Lc 6,27).
E’ l’amore gratuito e immeritato che riceviamo da Gesù
a
generare nel cuore un modo di fare simile al suo, che rifiuta ogni vendetta.
…E’ possibile che una persona giunga ad amare i propri
nemici?
Se dipendesse solo da noi, sarebbe impossibile.
Ma ricordiamoci che, quando il Signore chiede qualcosa,
vuole donarla.
Che cosa Dio è contento di donarci? La forza di amare,
che non è una cosa, ma è lo Spirito Santo. La forza di amare è lo Spirito Santo,
e con lo Spirito di Gesù possiamo rispondere al male con il bene, possiamo
amare chi ci fa del male.
E poi pregare per chi ci ha fatto del male (cfr Lc 6,28).
Noi, quando ci hanno fatto qualcosa di male, andiamo subito
a raccontare agli altri e ci sentiamo vittime. Fermiamoci,
e preghiamo il Signore per quella persona, che l’aiuti,
e così viene meno questo sentimento di rancore.
Pregare per chi ci ha trattato male è la prima cosa
per trasformare
il male in bene. La preghiera. Così fanno i cristiani.
La Vergine Maria ci aiuti a essere operatori di pace
verso
tutti, soprattutto verso chi ci è ostile e non ci piace ( Papa Francesco).