La Chiesa e il nostro tempo.
C'e' una pagina in Zenit del 30 giugno 2012 che sollecita la nostra riflessione e la nostra preghiera.
"La Chiesa non è certamente nuova
alle bufere e ha conosciuto nei secoli lo strazio e le eresie che
dilaceravano la veste inconsutile di Gesù…
La Chiesa poi, in virtù della
sua vitalità divina, una volta localizzato il male, reagiva come un corpo
sano reagisce alle infezioni, e creava quelle antitossine che erano: più
santità, maggior spirito di preghiera, scienza più approfondita e
comunicata obbedienza più filiale e devota e generosa, così che il volto
della Chiesa brillava più bello e più puro. Infatti la storia delle eresie
è tutta costellata da santi di prima grandezza.
"Padre Santo, ecco la
nostra docilità in ascoltarvi come Maestro; la nostra prontezza di
obbedienza come a Pastore, la nostra generosa tenerezza di amore come a
Padre delle anime nostre e di tutto il Popolo di Dio".
[ZI120630]
C'e' una pagina in Zenit del 30 giugno 2012 che sollecita la nostra riflessione e la nostra preghiera.
E' una pagina indimenticabile,che vorrei
conservare e far conoscere …
Si esprime il pensiero di Mons. Aristide Pirovano.
Eccola.
"Mons. Aristide Pirovano (1915-1997), fondatore della diocesi
di Macapà in Amazzonia brasiliana (1946-1965) e superiore generale
del Pime (1965-1977), era un uomo, come si dice, tutto d’un pezzo. Uno
dei suoi “chiodi fissi” era l’amore e l’obbedienza a Cristo e al Papa.
In tempi di diffusi relativismi e confusione di voci, parlando
e scrivendo ai missionari si riferiva spesso al Papa, fino a dire
e ripetere questo slogan: “La mia linea è quella di stare sempre
col Papa”.
Da uomo di
fede, semplice e pratico qual era, non si fermava a discutere di temi che
riguardavano la fede (lui diceva che la sua fede era quella che gli aveva
insegnato la mamma): se il Papa aveva parlato, lui era d’accordo con Paolo
VI. E aveva la capacità e il
carisma di agire di conseguenza.
carisma di agire di conseguenza.
Ecco alcuni passaggi del suo “Discorso ai
missionari partenti” tenuto il 22 settembre 1968 a Milano:
Oggi, purtroppo, cari confratelli, quello che vi aspetta non
è un'eresia, uno scisma. A mio modo di vedere è qualcosa di ben
più grave, di più pericoloso.
Oggi, oserei dire, è la potenza
delle tenebre che con un infernale gioco di astuzia e con profonde parvenze di verità e di scienza, tende a trasformarsi in angelo di luce e pretende
di insegnare al popolo di Dio, ma specialmente ai leviti e ai sacerdoti,
nuovi principi di sociologia, di filosofia e persino di esegesi biblica,
di morale e anche di teologia dogmatica.
E questa manovra non è una lotta aperta e leale, ma subdola
e sottilmente velenosa; si dice di non voler negare la fede ma solo di
volerla rendere più comprensibile, più razionale, più facile; si dice di
non voler negare la morale ma di voler soltanto renderla più
personale, mettendo in maggior evidenza, vorrei dire "deificare"
la cosiddetta personalità umana.
"Non si nega il Concilio, dice Paolo VI, ma pensandolo
già superato e non ritenendo di esso che la spinta riformatrice
senza riguardo di ciò che quelle solenni assise della Chiesa hanno
stabilito, vorrebbero andare oltre, prospettando non già riforme, ma rivolgimenti che credono da sé autorizzare, e che giudicano tanto più geniali quanto meno fedeli e coerenti con la tradizione, cioè con la vita della Chiesa, e tanto più ispirati quanto meno conformi
all'autorità e alla disciplina della Chiesa stessa, ed ancora tanto più plausibili quanto meno differenziati dalla mentalità e dal costume del secolo". Così dice Paolo VI.
stabilito, vorrebbero andare oltre, prospettando non già riforme, ma rivolgimenti che credono da sé autorizzare, e che giudicano tanto più geniali quanto meno fedeli e coerenti con la tradizione, cioè con la vita della Chiesa, e tanto più ispirati quanto meno conformi
all'autorità e alla disciplina della Chiesa stessa, ed ancora tanto più plausibili quanto meno differenziati dalla mentalità e dal costume del secolo". Così dice Paolo VI.
Ma esiste una medicina che garantisce la salute
dell'anima, un'arma che garantisce la vittoria, un mezzo che ci rende
invincibili.
Quale?
La roccia su cui Cristo ha fondato la sua Chiesa:
PIETRO, il PAPA. "Tu sei Pietro e su questa pietra io edificherò la
mia Chiesa"
(Mt. 16, 18).
(Mt. 16, 18).
E chi è il Papa?
Rispondiamo con Paolo VI: "Il Signore
stesso ha voluto definire la persona di Colui che Egli sceglieva come
primo dei suoi discepoli, dalla missione che gli conferiva: non si sarebbe
più chiamato Simone, figlio di Giona, ma Pietro, suo nome d'ufficio; dove
è evidente che Gesù dava al suo eletto una virtù particolare, e un ufficio particolare, raffigurati l'uno e l'altro nell'immagine della pietra, della roccia; e cioè la virtù della fermezza, della stabilità, della solidità, dell'immobilità, sia nel tempo che nelle traversie
della vita; e l'ufficio di fungere da fondamento, da caposaldo, da sostegno, come Gesù stesso disse nell'ultima cena a Pietro medesimo: "Conferma i tuoi fratelli" (Lc. 22,32). Pietro doveva essere la base sulla quale tuttala Chiesa del Signore è costruita. Il pensiero
di Cristo è chiarissimo”....
è evidente che Gesù dava al suo eletto una virtù particolare, e un ufficio particolare, raffigurati l'uno e l'altro nell'immagine della pietra, della roccia; e cioè la virtù della fermezza, della stabilità, della solidità, dell'immobilità, sia nel tempo che nelle traversie
della vita; e l'ufficio di fungere da fondamento, da caposaldo, da sostegno, come Gesù stesso disse nell'ultima cena a Pietro medesimo: "Conferma i tuoi fratelli" (Lc. 22,32). Pietro doveva essere la base sulla quale tutta
"E' da ricordare poi, dice sempre Paolo VI, che nella
Sacra Scrittura la figura della Pietra è dapprima riferita a Dio,
come spesso si incontra nell'Antico Testamento; poi è riferita al Messia,
a Cristo medesimo, la pietra viva e angolare (1Pietro, 2, 4-6).
Ma
poi da Gesù la figura della Pietra è attribuita al primo degli
Apostoli.
"Dio, Pietra, Cristo, Pietro, il Papa".
Ecco, cari confratelli, l'unico parametro a cui tutto
riferire: idee, dottrine, teorie, movimenti, tendenze, progetti, per
verificare la loro ortodossia e la loro capacità di salvezza e di
produzione di grazia.
Cari confratelli, solo col Papa e nel Papa si viene ad
attuare quella unità, quella comunione con Cristo e con Dio, unità per
la quale Gesù rivolse al Padre quella sublime preghiera del
Cenacolo; unità che si allarga in giri concentrici da Pietro
all'ordine sacerdotale, e da questo a tutto il popolo di
Dio.
Obbedienza totale e devota, sincera e fattiva al Santo Padre.Ecco la salvezza nostra e delle anime che saranno a noi
affidate. ... E termino chiedendo al Signore per
me, e per tutti voi...la grazia
di rimanere fedeli a questa invocazione:
"Padre Santo, ecco la
nostra docilità in ascoltarvi come Maestro; la nostra prontezza di
obbedienza come a Pastore, la nostra generosa tenerezza di amore come a
Padre delle anime nostre e di tutto il Popolo di Dio". La Madonna ci aiuti e ci
benedica."
[ZI120630]
Il nostro tempo non si presenta molto diverso.
Linee di oscurita' e di sbilanciamento non mancano anche ora
e questa pagina ci fa serrare i ranghi attorno alla nostra Fede,
attorno alla Roccia che e' Pietro, attorno al Papa.
Con Cristo.