Bacau 30 marzo.
Conosciamo il libro dei Fioretti di San Francesco. Potremmo cominciare a scriverne uno
di un nuovo "Santo": Il Santo Padre Francesco.
Ecco una testimonianza viva che ha origine da un confratello
della nostra Congregazione salesiana.
Vaticano - A pranzo dal Papa
Don
Maurizio Verlezza, direttore della comunità del
postnoviziato di San Tarcisio di Roma, ha avuto il 28 marzo, un inaspettato
invito a pranzo.
Questo e' il resoconto di una giornata certamente
indimenticabile per lui.
- Solo pochi giorni fa un benzinaio vicino casa
mi aveva detto: “ah don Mauri’, sai che questo mi piace un sacco; quando lo
vedi salutamelo!”. Ero stupito che quell’apprezzamento venisse proprio da lui
che si reputa ateo e miscredente. Mai avrei pensato che solo pochi giorni dopo
avrei pranzato accanto al Santo Padre. Ho mantenuto la promessa fatta al
benzinaio.
Mercoledì, per diverse volte, avevano cercato
di raggiungermi telefonicamente dalla Segreteria di Stato per invitarmi a
pranzo. Avevo il cellulare spento perché ero agli esercizi spirituali a
Greccio, nella terra francescana. In serata mi raggiunge mons. Angelo Becciu, e
mi invita a pranzare il giorno dopo
con il “grande capo” senza aggiungere altro;
mi dice solo di farmi
trovare alla porta Sant’Anna
il giorno dopo alle ore 12.30.
Ieri, fedele all’appuntamento, vengo
accompagnato, insieme a don Antonio Petrosino salesiano, delegato regionale del
CNOS-Fap, ad altri 5 sacerdoti romani, nell’appartamento di mons. Becciu. Ero
sicuro che avrei incontrato il card. Tarcisio Bertone, ma con grande sorpresa scopro
che
il “grande capo” era proprio il Santo Padre.
Ancora adesso mi sembra un
sogno:
pranzare con Papa Francesco!
È stato un pranzo semplice e cordiale, fatto
di quotidiani racconti della vita dei preti a Roma. Era stato il Santo Padre ad
esprimere il desiderio a mons. Becciu di pranzare insieme ad alcuni sacerdoti
romani, il giorno della festa del Sacerdozio.
Insieme a don Petrosino abbiamo parlato a
lungo della missione dei salesiani con i ragazzi delle periferie romane e il
Santo Padre ci ha ricordato del suo amore per Maria Ausiliatrice e del dono
della statua che gli ha fatto pochi giorni prima il Rettor Maggiore. Abbiamo
ricordato della sua passione per il calcio e per la squadra argentina del San
Lorenzo, fondata da un salesiano con i ragazzi di strada.
È rimasto in un ascolto profondo davanti ai
nostri racconti vocazionali e ha chiesto della situazioni di povertà della
città di Roma, che sono state ben illustrate dal responsabile della Caritas diocesana.
Gli unici due religiosi eravamo don Antonio ed io, oltre al presidente della
Caritas della Diocesi di Roma, erano presenti vari parroci di Roma tra i quali
uno che ha lavorato per tanti anni come prete operaio e ora anima una
parrocchia della periferia di Roma.
Alle ore 14.45 ci ha salutati.
Ho provato ad
inchinarmi per baciargli la mano, ma lui mi ha abbracciato e mi ha detto “Prega
per me e salutami i salesiani.”; si doveva congedare da noi per prepararsi alla
celebrazione del Giovedì Santo al carcere minorile di Casal del Marmo.-(Questa testimonianza e' confermata dalle notizie di Zenit e ci proviene dal nostro Segretartio Ispettoriale, via internet.)