IL QUARTO RE MAGIO
Dopo
che i tre Magi si congedarono dal Bambino Gesù e da sua Madre, dalla Persia
arrivò un quarto Re che aveva deciso di portare in dono tre
bellissime perle, grosse come uova di piccione.
Giunto davanti al Bambino, cominciò a scusarsi e a dire: “Lo so, sono fuori tempo massimo e a mani vuote, ma ecco perché:
un giorno, mentre entravo affamato e stanco in una locanda, ho visto un vecchio che tremava dal freddo.
Ho preso una perla e l’ho data all’oste dicendogli: «Procuragli cibo e medicine».
Stavo per raggiungere i tre Magi che mi precedevano quando, dall’interno di un cortile, udii delle grida di aiuto. Entrai e vidi dei mascalzoni che infastidivano una ragazza. Allora ho preso la seconda perla e ho comprato la sua libertà. Lei mi abbracciò e fuggì verso la montagna.
Mi restava una perla. Almeno quella avrei voluto portarti, ma, arrivato qui a Betlemme, incontrai alcuni militari che infierivano su dei bambini. Un soldato era lì lì per ucciderne uno. Così, presi l’ultima perla che mi restava, gliela regalai ed egli riconsegnò il piccolo alla madre.
Eccomi ora davanti a te a mani vuote, o Signore”.
Nella stalla si fece silenzio.
Maria e Giuseppe fissarono dolcemente quell’uomo avvilito.
Il Piccolo, che dormiva tra le braccia della Madre, aprì gli occhi.
Allora Maria fece cenno al Re di accostarsi e, con la scusa di cercare qualcosa, gli pose Gesù tra le braccia sussurrandogli:
“Non temere, Lui ha tanto gradito le tue perle”.
Giunto davanti al Bambino, cominciò a scusarsi e a dire: “Lo so, sono fuori tempo massimo e a mani vuote, ma ecco perché:
un giorno, mentre entravo affamato e stanco in una locanda, ho visto un vecchio che tremava dal freddo.
Ho preso una perla e l’ho data all’oste dicendogli: «Procuragli cibo e medicine».
Stavo per raggiungere i tre Magi che mi precedevano quando, dall’interno di un cortile, udii delle grida di aiuto. Entrai e vidi dei mascalzoni che infastidivano una ragazza. Allora ho preso la seconda perla e ho comprato la sua libertà. Lei mi abbracciò e fuggì verso la montagna.
Mi restava una perla. Almeno quella avrei voluto portarti, ma, arrivato qui a Betlemme, incontrai alcuni militari che infierivano su dei bambini. Un soldato era lì lì per ucciderne uno. Così, presi l’ultima perla che mi restava, gliela regalai ed egli riconsegnò il piccolo alla madre.
Eccomi ora davanti a te a mani vuote, o Signore”.
Nella stalla si fece silenzio.
Maria e Giuseppe fissarono dolcemente quell’uomo avvilito.
Il Piccolo, che dormiva tra le braccia della Madre, aprì gli occhi.
Allora Maria fece cenno al Re di accostarsi e, con la scusa di cercare qualcosa, gli pose Gesù tra le braccia sussurrandogli:
“Non temere, Lui ha tanto gradito le tue perle”.
Hai portato anche tu le tue perle a Gesù'?...
Cosa curare per crescere in amore verso
il Signore,
secondo Papa Francesco (22 Dicembre 2014)
In questo tempo trascorso in mezzo a voi ho potuto notare la cura che
riservate al vostro lavoro, e per questo vi ringrazio tanto. Tuttavia,
permettetemi di esortarvi a trasformare questo Santo Natale in una vera
occasione per “curare” ogni ferita e per “curarsi” da ogni mancanza.
Per questo vi esorto a:
- curare la vostra vita spirituale, il vostro rapporto con Dio, perché
questa è la colonna vertebrale di tutto ciò che facciamo e di tutto ciò che
siamo. Un cristiano che non si nutre con la preghiera, i Sacramenti e la Parola
di Dio, inevitabilmente appassisce e si secca. Curare la vita spirituale;
- curare la vostra vita famigliare, dando ai vostri figli e ai vostri cari
non solo denaro, ma soprattutto tempo, attenzione e amore;
- curare i vostri rapporti con gli altri, trasformando la fede in vita e le
parole in opere buone, specialmente verso i più bisognosi;
- curare il vostro parlare, purificando la lingua dalle parole offensive,
dalle volgarità e dal frasario di decadenza mondana;
- curare le ferite del cuore con l’olio del perdono, perdonando le persone
che ci hanno ferito e medicando le ferite che abbiamo procurato agli altri;
- curare il vostro lavoro, compiendolo con entusiasmo, con umiltà, con
competenza, con passione, con animo che sa ringraziare il Signore;
- curarsi dall’invidia, dalla concupiscenza, dall’odio e dai sentimenti
negativi che divorano la nostra pace interiore e ci trasformano in persone
distrutte e distruttive;
- curarsi dal rancore che ci porta alla vendetta, e dalla pigrizia che ci
porta all’eutanasia esistenziale, dal puntare il dito che ci porta alla
superbia, e dal lamentarsi continuamente che ci porta alla
disperazione. Io so che alcune volte, per conservare il lavoro, si sparla
di qualcuno, per difendersi. Io capisco queste situazioni, ma la strada non
finisce bene. Alla fine saremo tutti distrutti tra noi, e questo no, non serve.
Piuttosto, chiedere al Signore la saggezza di saper mordersi la lingua a tempo,
per non dire parole ingiuriose, che dopo ti lasciano la bocca amara;
- curare i fratelli deboli: ho visto tanti begli esempi tra di voi, in
questo, e vi ringrazio, complimenti! Cioè, curare gli anziani, i malati, gli
affamati, i senzatetto e gli stranieri perché su questo saremo giudicati;
- curare che il Santo Natale non sia mai una festa del consumismo
commerciale, dell’apparenza o dei regali inutili, oppure degli sprechi
superflui, ma che sia la festa della gioia di accogliere il Signore nel presepe
e nel cuore.
Curare.
Curare tante cose. Ognuno di noi può pensare: “Qual è la cosa che io devo
curare di più?”. Pensare questo: “Oggi curo questo”.(fonte Ghiggini)
erau unii pastori...i-a învăluit lumină...şi le a apărut un înger... |
Păstorii au spus unii către alţii -Să mergem până la Betleem |
...au plecat deci în grabă... |
şi să vedem acest Cuvânt... |
şi au gâsit pe Maria, pe Iosif şi copilul culcat în iesle |
au ajuns la Jerusalim nişte Magi din Răsărit... |
Când au văzut steaua, au fost cuprinşi de o bucurie foarte mare |
Şi, intrând în casă au vazut.. |
.şi deschizând tezaurele lor, i-au oferit în dar aur,tămâie şi smirnă |
Mihai şi Rupi |
Paul Ion |
Gabi al doilea |