Dire di si' a Cristo che ti passa accanto.
Siamo entrati ormai nel periodo di preparazione alla Pasqua quale e' la Quaresima.
E' cosa bella allora vedere gli esempi che ci illuminano nel "fare sul serio seguendo Cristo Gesu' sulla via della croce' che conduce alla gioia vera...Per divenire uomini veri che sono un Paradiso sulla terra.
(Dal libro di Silvano Gianduzzo, Exallievi Don Bosco,2014, Fed. Exallievi )
PISTONI Luigi
Un
testamento scritto con il sangue
Partigiano
(1924-1944), servo di Dio
- Luigi
Pistoni, in famiglia detto Gino, nasce il 25 febbraio 1924 a Ivrea, in
provincia di Torino. Inizia gli studi presso le scuole elementari dell'Opera
Pia
Morena, gestita dalle suore di Carità dell'Immacolata Concezione.
Frequenta
poi le prime classi del ginnasio al Collegio salesiano
"Giusto
Morgando" di Cuorgnè, in provincia di Torino.
Termina quindi gli studi al
Collegio "San Giuseppe" di Torino, diretto dai Fratell delle Scuole
Cristiane, diplomandosi ragioniere.
Il 1942
segna una svolta decisiva per la sua vita:
entra infatti nelle file dell'Azione Cattolica di Ivrea. Nell'associazione ha modo di conoscere figure eminenti nella formazione della gioventù, sacerdoti e laici, che gli sono guide
e assistenti nella sua attività di giovane impegnato a mettere in pratica il
triplice motto "Preghiera, Azione, Sacrificio". L'8 febbraio 1944
scrive a un socio dell'Azione Cattolica: «Se il Signore ti ha chiamato, non
rigettare la sua Grazia, ma rispondi generoso all'appello divino».
In
occasione del suo ingresso nella "Società Operaia del Getsemani",
movimento spirituale di dedizione all'apostolato fondato da Luigi Gedda
all'interno dell'A.C, Gino scrive questa preghiera: «Il mio cuore oggi eleva a
Te, o Signore, un inno di lode e di ringraziamento per le molteplici e sublimi
grazie che visibilmente mi hai elargito in abbondanza in questi ultimi anni.
Ti ringrazio di avermi chiamato, due anni fa, a far parte dell'Azione Cattolica
e di aver dato alla mia vita, prima di allora veramente vuota, uno scopo che la
rendesse degna di essere vissuta... Ti chiedo la grazia di dividere con Te le
sofferenze del Getsemani; accettale benigno e dammi la forza di sopportarle in
espiazione dei peccati miei e dell'umanità intera. Concedimi inoltre la grazia
necessaria per vivere una vita interamente e profondamente cristiana, tutta
dedita al Tuo servizio e alla salvezza delle anime. Amen».
All'inizio
del 1944 gli perviene la chiamata alle armi della Repubblica di Salò. Pistoni
si presenta al Distretto di Ivrea e presta servizio militare dal 30 aprile al 26 giugno
1944. Il 20 giugno 1944 entra a far parte della Resistenza, col nome di battaglia di "Ginas", e si dà alla macchia.
Il 25
luglio seguente, durante un attacco tedesco delle SS, nentre gli altri
partigiani fuggono, egli si attarda a soccorrere un
soldato tedesco ferito, ma viene colpito da una scheggia di mortaio che gli
recide l'arteria femorale. Resta nella più completa solitudine a dissanguarsi
e a consumare la sua agonia, compiendo con le residue forze, prima di spirare,
un vero atto di fede: con le dita intrise di sangue, scrive sulla tela del
tascapane un messaggio-testamento rimasto unico nella storia della Resistenza:
«Offro la mia vita per l'Azione Cattolica e per l'Italia. W Cristo Re». Muore
così presso Gressoney la Trinité, in provincia di Aosta. Il cadavere viene
ritrovato quattro giorni dopo con accanto, macchiato di sangue, il
"Piccolo Ufficio della Madonna".
Il
funerale si tiene in forma privata a causa della guerra e il corpo è sepolto
nella tomba di famiglia nel cimitero di Ivrea. Ma la fama della sua santità si
estende subito e il suo testamento di sangue diviene oggetto di scritti di
dirigenti di Azione Cattolica dell'epoca.
Il cippo
funebre posto nel luogo della morte così ricorda il sacrificio di Gino Pistoni:
«Su queste rocce, dove oggi è gioia e libertà, nel tragico mattino del 25
luglio 1944, recisi dal lampo di colpi mortali, reclinavano nella morte i venti
anni di Gino Pistoni. Fedele al precetto divino che non esiste amore più grande
di chi dà la vita per un amico, egli donava la sua per il nemico e, sull'umile
sacco testimone di nobile lotta, col sangue ardente scrisse ITALIA, e come
fuoco incise VIVA CRISTO RE».
Il Comune di Ivrea gli ha intitolato lo Stadio
comunale e una piazza della città e la Diocesi di Ivrea gli ha dedicato una
casa alpina a Gressoney Saint Jean.
Nel 1994,
a cinquant'anni dalla morte, il vescovo di Ivrea monsignor Luigi Bettazzi ha
avviato la causa di beatificazione di Gino Pistoni.
Un
sacerdote che lo conosceva bene ha scritto di lui: «E un giovane che ha saputo
rispondere generosamente al primo impulso della Grazia: dire di sì a Cristo
che gli passava accanto».