Dio
questo sconosciuto.
(cfr. pag 43 del Bollettino Salesiano- aprile 2017).
Quando non si parla di Dio, si perde il senso della vita
e la forza di affrontare serenamente la morte.
Questa lettera fu trovata dall'infermiera dell'ospedale
**** sotto il cuscino di un giovane appena deceduto.
«Cara mamma, da alcuni giorni riesco a stare seduto sul
letto solo per mezz'ora e per il resto della giornata sono immobilizzato. Il
cuore non vuole più battere. Stamattina presto il professore ha detto qualcosa
che suonava come "essere pronto". Per che cosa? Certo è diffìcile
morire giovani! Devo essere pronto al fatto che all'inizio della settimana sarò
un trapassato; e non sono pronto. I dolori scavano in modo quasi
insopportabile, ma ciò che mi sembra davvero insopportabile è che non sono
pronto. La cosa peggiore è che, quando guardo il cielo, è buio. Diventa notte
ma non brilla sopra di me nessuna stella nella quale io possa immergere lo
sguardo. Mamma, non ho mai pensato a Dio, ma ora sento che esiste ancora
qualcosa che non conosciamo, qualcosa di misterioso, un potere nelle cui mani
cadiamo, al quale dobbiamo dare delle risposte. E la mia pena è che non so chi
è. Se solo lo conoscissi!... Mamma, ricordi come tu, con noi bambini, camminavi
nel bosco, nell'oscurità che stava calando, incontro al papà che tornava dal
lavoro? A volte ti correvamo davanti e ci vedevamo improvvisamente soli.
Avanzavano dei passi nell'oscurità: che paura dei passi sconosciuti! Che gioia
quando riconoscevamo che quel passo era quello del papà che ci amava…. E ora,
nella solitudine, sento ancora dei passi che non conosco. Perché non li
conosco?...
Mi hai detto come mi devo vestire e come mi devo
comportare nella vita, come mangiare, come cavarmela. Ti sei occupata di me e
non ti sei stancata di tutta questa preoccupazione.
Ricordo che tu, la notte di Natale, andavi a Messa con noi,
i tuoi bambini. Mi ricordo anche della preghiera della sera che qualche volta
mi suggerivi. Ci hai sempre indirizzati all'onestà. Ma tutto questo ora per me
si scioglie come neve al sole. Perché ci hai parlato di tante cose e non ci hai
detto nulla di Gesù Cristo? Perché non mi hai fatto conoscere il suono dei suoi
passi, in modo che fossi in grado di accorgermi se è lui che viene da me in
quest'ultima notte e nella solitudine della morte?...In modo che io sapessi se
quello che mi aspetta è un Padre! Come potrei morire allora in modo
diverso...».( B.F.)_
E’ curioso questo che segue…
Posta tra terra e Cielo:
«Caro Dio, perché non hai salvato la piccola bambina
uccisa nella sua classe? Distinti saluti, uno studente preoccupato».
La risposta:
«Caro Studente Preoccupato, nelle scuole non mi è
permesso entrare. Distinti saluti, Dio».
***Purtroppo,
possiamo dire che
«Vietato
l'ingresso ai cani e a Dio»
è il
cartello più diffuso oggi.
(cfr. pag 43 del Bollettino Salesiano- aprile 2017).
E prendendo il Vangelo....: (Lc 24, 13-35)
Nell’episodio
di Emmaus, noi vediamo delle persone che hanno il cuore e la mente disorentati
e sentono una profonda delusione, ma rimangono nella ricerca e si aprono alla
Parola di Dio che viene donata da Colui che in primo momento non e’
riconosciuto, ma e’ il Risorto ed è la stessa Parola del Padre. E proprio
perche’ hanno ascoltato la Parola di Dio (..."E cominciando da Mose' e da tutti i Profeti spiego' loro in tutte le Scritture cio' che si riferiva a Lui"), si sono aperti all’attenzione verso l’Altro (" Resta con noi perche' si fa sera e il giorno gia' volge al declino. Egli entro' per rimanere con loro."),
così, senza saperlo, hanno potuto incontrare il Risorto.
Essi
riscopriranno nello stare con Lui la gioia e la pace e ritroveranno in Lui la strada di casa, il
senso della vita e la forza di affrontare la morte in modo vincente. Hanno
capito quello che comprendiamo pure noi: la stessa Vita in Persona, Gesù
risorto, sta con noi, ci orienta ad incontrarlo ancora e sempre nella Parola , nella
Assemblea Domenicale, nella Celebrazione Eucaristica, nella Comunione e amore
fraterno, nella Famiglia che è la Chiesa di Cristo, nella vita e nella morte,
sempre!…
Ora
infatti aperti all'ascolto della Parola, anche noi come i due discepoli di Emmaus sappiamo riconoscere il suono dei suoi passi!