Augurando la Buona Pasqua
con un episodio che ci parla della forza dell'amore di Gesù risorto.
la liberazione del
Signore nella vita di monsignor Henrique Soares
Monsignor
Henrique Soares da Costa
(ALETEIA| Martedì
21 marzo 2018)
Un'esperienza
incredibile del potere e dell'amore di Dio
Mio
caro amico,
il
20 marzo 2009 ho vissuto momenti di intensa emozione. In quel giorno per me
indimenticabile ho sperimentato la mano di Dio, che ci guida in modo davvero
incomprensibile.
La
mattina mi ero recato a Salvador, perché il Nunzio Apostolico desiderava
parlarmi. L’argomento presupponeva un rovesciamento nella mia vita: il Papa mi
invitava ad accettare di essere consacrato vescovo ausiliare di Aracaju. Dove
voleva portarmi Dio? Cosa desiderava da me? Ho detto “Sì” al Nunzio. No, non al
Nunzio: al Papa attraverso il Nunzio! No, non al Papa: a Cristo attraverso il
Papa! Ho detto “Sì” senza pensare – non si pensa quando il Signore chiama; non
si calcola! Si dice semplicemente “Sì”! È quello che ho cercato di fare in
tutta la mia vita, nonostante tante infedeltà e codardie… Dio le conosce, tu
no, caro amico!
Ma
ho detto “Sì”. E sono tornato a Maceió, perché era un venerdì di Quaresima e
avevo alle 16.00 la Via Crucis nella mia chiesa do Livramento (indimenticabile
e della quale ho tanta nostalgia), e poi una Messa a Povoado Poxim, Coruripe,
nella diocesi di Penedo… In fretta, senza aver pranzato, ho fatto la Via Crucis
e sono andato a Poxim. Al ritorno, verso le 21.00-21.30, l’inaspettato,
l’assurdo, il disegno di Dio che non conosco ma Lui sì, che non comprendo e Lui
vede invece chiaramente. Un’utilitaria mi ha bloccato. C’erano quattro uomini
con la pistola in pugno. Sono scappato. Mi hanno inseguito. Mi hanno ributtato
nella mia macchina. Sei pallottole l’hanno perforata e hanno sgonfiato le ruote
anteriori. Mi hanno tirato via dall’auto, mi hanno picchiato tanto, rimesso
dentro e portato in mezzo al bosco. Perdevo molto sangue. Mi hanno detto che mi
avrebbero ucciso. Quelli sarebbero stati i miei ultimi istanti…
Mi
chiedevo per tutto il tempo che senso avesse proprio quel giorno in cui avevo
ricevuto la notizia della nuova missione che il Signore mi aveva affidato. In
quello stesso giorno il Signore avrebbe permesso che mi privassero della vita…
Ho detto loro di non uccidermi perché avevo ancora una missione da compiere.
Indossavo – come sempre – la tonaca, la veste del sacerdote, la veste del
vescovo, la veste che deve significare che siamo di Dio, siamo consacrati, che
qualcosa in noi ha spezzato il rapporto con il mondo, di modo che viviamo
pienamente nel mondo ma siamo uomini di Dio, testimoni dell’Assoluto,
messaggeri dell’Infinito. Non so se hanno avuto paura o rispetto di un uomo di
Dio… Non mi hanno ucciso. Mi hanno lasciato in macchina, sanguinante, ferito…
con il chierichetto che mi accompagnava e al quale non hanno fatto alcun male
(sì, miei cari chierichetti! Ne ho avuti più di 40, e ho sempre cercato di
farne veri uomini e cristiani! Li ho sempre amati e li amo ancora oggi come
figli nel Signore. Di questi, tre sono già sacerdoti e uno è in formazione
sacerdotale…). Quando i malviventi se ne sono andati mi sono recato con il
chierichetto in strada e ho chiesto un passaggio fino alla stazione di polizia.
Tutto
questo otto anni fa! Sono vivo, sono vescovo e continuo la mia vita, viaggiando
tante volte di notte, su strade deserte, compiendo la missione che il Signore
mi ha affidato. Ogni volta che viaggio su strade buie ricordo quello che mi è
successo… Ricordo che può accadere di nuovo…
Un
sacerdote mio amico, che per me è come un fratello, mi ha detto: “Oggi il
Signore ti ha risparmiato la vita. Oggi dovevi morire! Ti ha lasciato vivere
perché d’ora in poi è come se fossi già morto: non ti devi risparmiare, non
devi tenerti per te stesso: devi offrirti per Lui, darti a Lui, essere disposto
a perdere tutto per Lui…”
È
vero! Sono nelle sue mani! Lui dev’essere la mia vita, la mia forza, la gioia
dei miei giorni e il senso della mia esistenza! Da Lui sono venuto, in Lui
vivo, a Lui vado! Sia benedetto il suo Nome in me, nella vita e nella morte! E
che Egli non permetta mai che mi separi da Lui! Oggi, come otto anni fa, in
manus tuas, Domine…