dituttounpoco

Benvenuto a salire
con me il Monte del Signore.

domenica 19 dicembre 2021

POESIE Ricordando Don Aldo Bort




Per ricordare Don Bort...(morto in ottobre 2013) .

...uno dei primi Salesiani della fine del secondo millennio, il quale venne in Romania a Constanța per offrire l' Unico Amore di Gesù riflesso sui giovani da Don Bosco e dai suoi "figli" i Salesiani, e il quale diresse la Comunità salesiana di Constanța ,

 presento due sue poesie scritte nel tempo di Natale

e ben intonate a quel periodo.


Il bimbo della chitarra.

Suona la tua chitarra                                   

bambino biondo, 

coperto di stracci.

Suona 

il tuo triste ritornello. 


Ma chi ti accoglie 

Bambino,

venuto per noi? 

Sono chiuse le porte, 

non c’è lume 

alle finestre sbarrate, 

né filo di fumo, 

dal focolare.  


Tu te ne stai solo

nel gelo.

Chi ti ascolta

nel livido inverno, 

Bambino, 

dai neri occhi 

sperduti?


Ma tu suona 

la tua canzone. 

Non deporre, 

ti prego, 

la tua chitarra

Qualcuno udrà

alla fine. 

E, forse, verrà

a parlare con te. 


D. Aldo Bort


N.B. A commento della visione di un bambino che in una strada di Constanța, in Romania, trascina la sua chitarra sulla neve , chiedendo l’elemosina, il poeta esprime la sua compassione e ricorda Gesù nella sua Nascita. 


Storia di una stella

Inverno sul Mar Nero . 


Ornavo l’Albero in Chiesa...

Raruca,bambina zigana,

uccellino spaurito,

mi guardava rapita.

Si intrecciavano fili d’argento

stelline colorate,

fragili campanelle dal tenue suono.

“Si eu vreau un pom de Crăciun”.

Mi disse,alla fine,ardita.

“Ma non ho un albero per te.

Ti piace,invece,questa campanella piccina?”

“Da!”

“Ma prima,forse meglio, una scodella di latte caldo

ed un pezzo di pane per la tua fame!”

Inzuppò il pane nel latte e mangiò felice.

Poi se ne andò, tenendo stretto il suo piccolo tesoro.

E venne Natale.

La neve bella e cattiva,

imbiancò la città,

coprì di gelo le case dei poveri.

Ma la mia piccina non aspettò il sole,

quel giorno, per giocare con i suoi fratellini.

Fuggì, invece, dal livido inverno..

E, per incanto, divenne una piccola stella.

Fuggì e si nascose nella ...nebulosa di Orione.

Era così piccina che nessuno la vedeva.

Io solo sapevo dov’era e, forse,

brillava soltanto per me.

Allora la chiamai:


“Lascia, ti prego, le tue superbe compagne,

la gigantesca Rigel, la gialla Betelgeuse

e Sirio luminosa

e va in cerca del Signore del cielo.

Certo lo troverai.

Parlagli dei bambini che, come te, conoscono

solo il soffrire.

Cercalo, so che ti aspetta.

Prega per loro un poco di pane e di speranza,

un raggio di pace, un giorno d’amore. 

Cercalo, so che ti ascolterà.

Per questo ti ha fatto diventare una stella”.         

D. Aldo Bort



NB: 

Ricordando gli zingari più poveri e i loro bimbi, che sanno soffrire in silenzio, 

D. Bort racconta un esempio avvenuto prima di Natale, 

un fatto che lui trasfigura e rende immortale.