Una testimonianza di vita.
Bacau 6 ottobre 2012
Caro Paolo,
quando ho ricevuto la tua telefonata mi trovavo al confine con la Romania e la Rep. di Moldavia perche' mi recavo in Moldavia a fare un ritiro con i miei confratelli di Constanta e di Chishinau e di Bacau. Non ho potuto conversare molto con te anche perche' la guardia di confine stava per venire a chiederci le informazioni di rito.
Sapendoti sofferente e ancora una volta sofferente! anch'io mi sono chiesto il perche'... Certo posso aver pregato male e non aver ottenuto quello che speravo dal Signore per intercessione del Beato Don Rua....Certo che forse anche tu dovevi star piu' attento nel muoverti ed usare le attenzioni di una persona che ha problemi nel camminare... Ma restava la domanda: "perche'?" E mi sono quasi arrabbiato con il Beato Don Rua... Ma non ho voluto arrabbiarmi con lui ne' con il Signore. Pensavo infatti che noi siamo piccole creature e quindi non possiamo capire tutto quel che ci succede, ma dobbiamo accogliere con Gesu' in Croce le nostre pene. Dopo ci verra' il premio, la gioia, la pace, la Salute eterna nella gioia.
Ma.. E l'altro giorno ho letto un libro che parla di un nostro grande salesiano morto in concetto di santita'. Per lui "tutto il mondo" ha pregato Don Rua, perche' si ottenesse dal Signore la guarigione da un gravissimo male di cui soffriva quel santo confratello di nome Don Giuseppe Quadrio. Non e' guarito, e' morto di quel male dolorosissimo.. era il 1963...
Ma prima di morire Don Quadrio diceva: " Don Rua non mi ha voluto far guarire. Ma mi ha dato nel cuore una grande pace, la forza di sopportare la malattia ed una gioia intensa che mi accompagna ogni giorno..." Ho visto questo in te. E mi sono rappacificato con Don Rua, con me stesso, con il dolore che ti perseguita.
Coraggio Paolo!
Ti sono vicino con la preghiera.
Un saluto affettuoso a te e al tuo angelo Angela.
Ciao.
tuo cugino.
La sofferenza puo' cambiarsi in grandezza d'animo ed esempio di fede.
"Il dolore e' come una seconda natura dell'uomo, appartiene alla sua essenza, e' un mistero, che porta o allontana da Dio, dalle persone. E' un test della nostra fede, della nostra vita, e' il vaglio della forza e delle convinzioni di una qualsiasi persona..."( Chiari D. Vittorio).
E, per dirla ancora una volta con Don Quadrio:
"E' sotto gli Ulivi che va cercato il Cristianesimo.
Se non fossero i buoni a soffrire, il Regno di Dio non sarebbe piu' uno scandalo o un fallimento,
come e' stato dal Calario in poi, ma diventerebbe una pacifica repubblichetta di benpensanti... Il Signore, da allora, non si lascia trovare che sotto gli ulivi. Non solo il Signore della santita' e della gioia, ma anche quello del proprio dovere..."