Distinguiamo i ruoli degli insegnanti sebbene siano pur essi educatori ed animatori
dal ruolo degli educatori ed animatori in quanto i primi hanno un compito specifico scolastico che non sempre hanno gli altri.
2- Gli Insegnanti(*)
Il ruolo degli insegnanti nell'orientamento vocazionale
Il loro compito si riferisce all'informare ed al formare.
Spetta a loro informare gli allievi sulle possibilita' della scelta scolastica e professionale.
E' pure copito loro formare attraverso l'acquisizione di un metodo di lavoro e di studio alla competenza professionale, dare possibilita' di crearsi una sufficiente conoscenza di se' per l'autovalutazione nonche' la formazione di una coscienza critica sulla realta'e inoltre aiutarli a sviluppare delle capacita' manuali.(De Pieri )
3- Il ruolo degli educatori ed animatori nell'orientamento vocazionale
Tutti i giovani sono destinatari di educazione, orientamento e accompagnamento vocazionale.
Questo fa si' che gli educatori ed animatori assumano un ruolo particolare nell'orientamento vocazionale sicche' ad essi competa di
- curare la formazione a divenire persone mature,
- percorrere un itinerario circa la vocabilita' dei giovani che punti ad una vita unificata dal Vangelo,
- far scoprire ai giovani la diversita' di vocazioni e nello stesso tempo della loro caratteristica di radicalita', legata ad un carisma ed ad un dono dello Spirito Santo,
- portar a maturazione la scelta vocazionale in conformita' con le caratteristiche della sua specificita'.
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(*) vedi SEVERINO DE PIERI, Orientamento educativo e accompagnamento vocazionale, Elledici, Leumann, Torino , 2000,pp.142.
Alcuni consigli
ad un educatore attento al progetto
e alla scelta vocazionale dei giovani.
(Dagli scritti del Venerabile Salesiano e Teologo Prof. Don Giuseppe Quadrio)
«...Assuma
il suo compito come una missione affidatale da Cristo e dalla sua Chiesa.
Per i suoi ragazzi Lei
rappresenta ed è Cristo e la
Chiesa.
Ami il suo lavoro.
Scopo della sua missione è
edificare la Chiesa che e' li' ove si trova lei, cioè fare dei suoi ragazzi... una comunità di fede, di amore,
di gioia, una comunione di santi tra di voi e con Lui. La Comunione si fa con la Messa.
Sia sua
aspirazione portare il suo gruppo a "sentire" e vivere la Messa. La strada è lunga
e difficile; ma non c'è altro mezzo per fare la Chiesa. Ogni giorno
un passo, instancabilmente. Messa comunione nell'amore.
Non si lamenti mai. Non
litighi mai. Cerchi l'accordo con i Superiori e i colleghi.
Avvicini
con coraggio specialmente gli scontenti e i sofferenti.
Ascolti sempre: con pazienza,
con comprensione, ma senza connivenza. La malattia e il dolore sono una porta
aperta per entrare in un'anima.
Abbia con ciascuno relazioni personali. Si
informi, si interessi direttamente e discretamente.
Se il
bene comune esige una rivelazione, si intenda prima con l'interessato.Per quanto è possibile corregga personalmente e non
per interposta persona.
Parli
poco. Ascolti volentieri. Dia importanza a tutti. Mostri fiducia.
...
Si consigli
con l'Autorità.”
Non sia fanatico, se non di Cristo.
Non
attenda ricambio.
Sìa magnanimo di fronte all'ingratitudine.
Tutti sentano che
Lei dona, non vende. Disinteressatamente.
Non si meravigli perciò di sentirsi
ferito. Sappia nasconderlo e mostrarsi superiore.
Dimentichi il bene fatto e il male ricevuto.
Sappia
sorridere di sé con serena "ironia".
Suo primo
dovere è pregare. Il resto viene dopo.
Ogni suo gesto, parola,
intervento, lavoro deve essere sacro, educativo e come tale deve apparire a tutti, in privato e in
pubblico.
E sempre
in servizio.
Sempre educatore. Anche per i suoi colleghi.
Anche
piantando chiodi o scherzando in cortile.
Non si accontenti della lettera. Punti sullo spirito
che è il fine della lettera.
Non
disprezzi la lettera ma la orienti e subordini allo scopo.
Il Regolamento, le Pratiche, le Le Istituzioni, ecc.
non sono fini a se stesse ma mezzo e via.
Non si
cammina per camminare ma per arrivare.
Non si accontenti di osservare "le
prescrizioni", ma si sforzi di raggiungere il fine.
Però non
presuma di arrivare, senza camminare per la strada indicata.
Non
faccia di Sua testa. L'intesa col suo Direttore è garanzia sicura.
Allo spirito evangelico appartiene
"la ragionevolezza", che vuol dire, tra l'altro, che non importa se
non ciò che è ragionevole, cioè ragionando e persuadendo.
Questo
vale soprattutto per le pratiche religiose.
Nulla è più irriverente per Dio,
più contrario al Vangelo, più controproducente pedagogicamente che
costringer i giovani a fare ciò che non comprendono, non vogliono, non amano.
....Prima far capire, poi far fare. Si può essere
contro lo Spirito dell’educatore anche osservando tutte le prescrizioni. Non
sia formalista...
Un'ultima cosa importantissima: sappia scaricarsi,
distendersi, respirare, dormire a sufficienza, mangiare con tranquillità.
Non se la prenda.
Rida.
Stia
allegro e ottimista».
(Ven D. Quadrio)