“Non si mettono al mondo....come....”
Questa frase me la sentii dire da una signora tanti anni
fa.
E’ una frase popolare che richiama alla mente la saggezza del popolo che
riconosce negli atti umani dei valori morali e spirituali altissimi che non
hanno nulla a che fare con il mondo irragionevole.
E’ certo che ogni
atto umano e’ tale in quanto ragionevole e responsabile.
E’ allora bello e confortante sentirsi dire dal Papa che
la stessa procreazione, contrariamente
alla confusione attuale circa il modo di vedere la vita sessuale,
e’ un atto eminentemente umano e quindi ragionevole e
responsabile e che tale deve essere sempre.
Questo ci ricorda il pensiero di Pio XII che in tre
discorsi ai medici parla in modo suggestivo su questo argomento ( discorso del
29 settembre 1949, del 19 maggio 1956 e del 12 settembre 1958).
“ Il bambino e’ frutto dell'unione coniugale, quando essa
si esprima in tutta la sua pienezza, attraverso la messa in opera (simultanea)
delle funzioni organiche, delle emozioni sensibili ad esse collegate ,
dell’amore spirituale e disinteressato che le anima e dell’intenzione
procreatrice...”.
Ma ricorda anche in modo chiaro ciò’ che Papa Paolo VI
proclama nell'enciclica Humanae vitae: nella loro decisione procreativa i
coniugi sono chiamati a procedere non su supposizioni meramente soggettive e
arbitrarie, ma altamente oggettive,
senza egoismo e nel rispetto della legge morale.
"Perciò l'amore coniugale richiede negli
sposi una coscienza della loro missione di «paternità responsabile», sulla
quale oggi a buon diritto tanto si insiste e che va anch'essa esattamente
compresa. Essa deve considerarsi sotto diversi aspetti legittimi e tra loro
collegati.
In rapporto
ai processi biologici, paternità responsabile significa conoscenza e rispetto
delle loro funzioni: l'intelligenza scopre, nel potere di dare la vita, leggi
biologiche che fanno parte della persona umana.
In rapporto
alle tendenze dell'istinto e delle passioni, la paternità responsabile
significa il necessario dominio che la ragione e la volontà devono esercitare
su di esse.
In rapporto
alle condizioni fisiche, economiche, psicologiche e sociali, la paternità
responsabile si esercita, sia con la deliberazione ponderata e generosa di far
crescere una famiglia numerosa, sia con la decisione, presa per gravi motivi e
nel rispetto della legge morale, di evitare temporaneamente od anche a tempo
indeterminato, una nuova nascita.
Paternità
responsabile comporta ancora e soprattutto un più profondo rapporto all'ordine
morale oggettivo, stabilito da Dio, e di cui la retta coscienza è fedele interprete.
L'esercizio responsabile della paternità implica dunque che i coniugi riconoscano
pienamente i propri doveri verso Dio, verso se stessi, verso la famiglia e
verso la società, in una giusta gerarchia dei valori.
Nel compito
di trasmettere la vita, essi non sono quindi liberi di procedere a proprio
arbitrio, come se potessero determinare in modo del tutto autonomo le vie
oneste da seguire, ma devono conformare il loro agire all'intenzione creatrice
di Dio, espressa nella stessa natura del matrimonio e dei suoi atti, e
manifestata dall'insegnamento costante della Chiesa”.
Ringraziamo
allora Papa Francesco che in modo immediato e semplice ci ha ricordato questi
concetti e valori.