dituttounpoco

Benvenuto a salire
con me il Monte del Signore.

sabato 29 dicembre 2012

Accogliersi e capirsi e' possibile.


INCONCILIABILITA’


Tu dici:” Non possiamo capirci perche’ siamo troppo diversi!...”
Ma c’e’ una strada che ci aiuta a superare questo ostacolo.

Se vuoi...
 Ecco, vediamo insieme...






Gesù è ritrovato dai genitori nel tempio in mezzo ai maestri.

+ Dal Vangelo secondo Luca 

I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. 
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. 
Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.



L’inquietudine e l’incomprensione di Maria e di Giuseppe, nonostante la loro vicinanza a Gesù, nonostante che siano stati preparati da Dio al compito di accompagnare i primi passi della vita di Gesù, ci riportano a quello che è il nostro atteggiamento di fronte all’opera di Dio in noi e intorno a noi. Ogni essere è un mistero per quelli che lo circondano. La sofferenza che nasce da questa solitudine collettiva non trova pace se non nella fede. 
Noi siamo vicini gli uni agli altri perché siamo tutti amati di un amore divino.

 L’amore , lungi dall’abolire il nostro essere diversi gli uni dagli altri, rafforza, anima e sviluppa quanto c’è di originale in noi e ci unisce .

 Ma solo una carità che venga da Dio può mettere nei nostri cuori una tale disposizione.
 
Maria e Giuseppe non hanno capito a fondo ciò che Gesù diceva o faceva. Ma hanno accettato, nella fede e per amore, di vederlo compiere la sua vita e adempiere alla sua missione, partecipandovi nell’oscurità della loro fede.

Che lezione per noi! Quando non capiamo l’azione del nostro prossimo, perché supera le nostre capacità, dobbiamo saper amare senza capire: solo con un tale atteggiamento tutto diventa possibile. 

E’ cosi’ che diventa realizzabile  la vita di ogni Comunita’.












domenica 16 dicembre 2012

Spigolando. Il Sacerdote educatore...-Orientamento Vocazionale

Il Sacerdote educatore.




Sacerdote e giovani.
(raccogliendo e spigolanddo da Don G. Quadrio SDB) 

1- Vogliamo vedere Gesu’
«Gli uomini che vi avvicinano o vi fuggono sono tutti indi-
stintamente affamati di bontà, di comprensione, di solidarietà, di amore:
muoiono del bisogno di Cristo, senza saperlo. A ciascuno di voi essi
volgono una preghiera disperata: Vogliamo vedere Gesu’.Non deludete
l'attesa della povera gente. Sappiate capire, sentire, cercare, compatire, scusare, amare. Non temete: tutti aspettano questo!...
Prima che con i dotti discorsi predicate il Vangelo con la bontà sempli
ce e accogliente, con l'amicizia serena, con l'interessamento cordiale, con
l'aiuto disinteressato, adottando il metodo dell'evangelizzazione "feria
le", capillare dell'uno per uno, a tu per tu. Entrate attraverso la finestra
dell'uomo per uscire attraverso la porta di Dio. Gettate il ponte dell'amicizia, per farci passare sopra la luce della grazia di Cristo».



Cinque consigli a un sacerdote novello.

1.      La Messa sia il sole della tua giornata. Sforzati di comprenderla,
gustarla, viverla. Non dimenticarti che la Messa meglio celebrata è quella
meglio preparata. Celebra ogni tua Messa come se fosse la prima, l'ultima,
l'unica della tua vita...
Trasforma la tua Messa in vita vissuta e tutta la tua vita in una Messa continua... Un sacerdote che ogni giorno santamente celebra la sua Mes­sa, non commetterà mai sciocchezze.

2.      Il santo Breviario è il miglior termometro del tuo fervore sacer-
dotale. Ordinariamente è il primo ad essere massacrato dal prete tiepido.
A costo di sudar sangue, non permettere che il tuo breviario diventi una
catena di distrazioni, di negligenze e di peccati. Amalo come lo scudo
avendolo ricevuto dalla Chiesa nel giorno del tuo sud-
diaconato
(a quei tempi, era ancora in vigore, ndr.).
Non considerarlo come una pesante catena, ma come anello nuziale che ti lega alla Chiesa, la tua Sposa.

Non recitare il tuo Breviario, senza aver prima pensato a quello che fai e a quello che sei per mezzo della preghiera ufficiale: sei nel cuore della Chiesa, sei la bocca del Corpo mistico.
Non accontentarti di "dire" il Breviario: devi "celebrarlo" in persona Cristi et Ecclesiae. Conserva a questa celebrazione il tono del dialogo e il senso del dramma, è l'opus Dei, non una semplice lettura o filastrocca magica... Varia opportunamente le intenzioni alle varie Ore. Sii certo che con il tuo Breviario puoi cambiare il mondo più che con le dotte tue conferenze o lezioni.

3.      La confessione regolare ed accurata salverà il tuo sacerdozio dalla superfi-cialità, dalle illusioni, dalla tiepidezza e dalla catastrofe. E’ lacri-
mevole constatare quanto noi sacerdoti siamo trascurati e negligenti nel
ricorrere a questo Sacramento.
Ricordati che, nei pericoli immancabili della tua vita sacerdotale, la salvezza sarà l'avere un uomo che sappia tutto di te, che con mano ferma possa guidarti e sostenerti con amore paterno. Guai a te se, per tua colpa, in quei momenti, dovessi confessare a te stesso: Hominem non habeo...

4.      Le anime siano la tua unica passione. Sei sacerdote per loro, non
per te stesso. Sii sempre, dovunque, con tutti veramente sacerdote: non solo nel
confessionale, ma anche sulla cattedra, in cortile, per strada. Abbi una coscienza vivissima e "senza eclissi" della tua dignità sacerdotale: non un testo o una parola che non siano intonati ad essa. Da' un'anima genuina­mente sacerdotale ad ogni tua occupazione, fosse anche la più profana. In te il sacerdote deve assorbire tutto il resto...
Sia tua delizia confessare specialmente i piccoli e gli adolescenti; i sa­cerdoti e i religiosi siano i "privilegiati clienti" del tuo confessionale: non farti mai attendere.

Incomincia al lunedì a "pensare" alla tua predica della successiva do­menica. Le tue prediche siano ricavate dalla tua meditazione personale, non
 dai "repertori predicabili". Predica il Vangelo, continuamente, con la vita, a tu per tu, con tutti.


5.         La carità sia l'anima e lo stile della tua vita sacerdotale. Sii buono
e gentile sempre e con tutti. Ognuno che ti avvicina veda in te il prolungamento vivente della
benignitas et humanitas del nostro Salvatore.
Sii “come lui". Considerati a servìzio e a disposizione dì tutti.





CONCLUSIONE

Ed ecco "il cappello" a tutto il discorso di orientamento vocazionale fatto
nei vari posters precedenti. Sono le parole di un sacerdote ad un adolescente di 14 anni.


"...prego perche' la tua giovinezza sia gioiosa e ardente. E' necessario avere un ideale che ci aiuti ad essere "Noi stessi"; e' nello sforzo della realizzazione che sta la nostra gioia. Ti sono vicino in questa ricerca, che fara' di te un "autentico" uomo.
Nella fede e nella donazione agli altri, nella razionale rinuncia al nostro egoismo, troveremo la serenita'...La scelta deve essere libera e cosciente, allora si andra' avanti bene, senza tentennamenti".( D. P. Penzo)
Un programma di vita.

lunedì 3 dicembre 2012

Poesie


Poeta
La vena 
di far poesie.
Spreco di carta?
spreco di mente?
...chissa'!?
E' vena 
di far poesie.

Chiostro del Convento del Santuario di Maria                                                                                                                                                                                                                                                                         a Follina (TV) Italia.

Mattino alpestre

Aria fresca
e cortine deliziose:
nebbie chiare
mattutine,
intessute
dai raggi
del bel sole.

Soffi d'aria 
e scherzi di vento
refolante,
che risale
verso noi:
si solleva
dalla valle, 
rimbombante
del lavoro.

I Cadini Auronzo Cadore Italia


La Luna

In superbi squarci, la luna,
che sale attenta la via
sul cielo che lento s'arrossa, 
tacer fa il pensiero e lo placa.

Dall'alto, ove brilla e scintilla
la faccia di luna ridente,
nubi fumose illumina,
fiaccola soave della sera.




venerdì 30 novembre 2012

Apporto delle scienze antropologiche al problema vocazione.


Orientamento vocazionale 
Concetti e apporti finali.(cfr. De Pieri, op. ct.,pp.117-118.120.125).


*  Concetti adatti di vocazione.

Una certa antropologia afferma:

- La vocazione e' radicata nella dimensione fondante l'esistenza. Essa da' senso al divenire 
E' un dialogo tra Dio e l'uomo, un dono da portare a compimento in un contesto storico culturale, che richiede continua crescita e adattamento, sotto la guida dello Spirito che rinnova incessantemente l'esperienza e la storia umana.


*  Dinamica vocazionale.
La perasona umana si pone davanti ad un Tu trascendente e totale, non un assoluto generico o un bisogno di significato, ma una Persona da accogliere in un profondo rapporto vitale personale, affidandosi a Lui e impegnando intenzionalmente la propria esistenza nel quotidiano e dentro il divenire della storia con capacita' di impegno, creativita' e liberta', seguendo un progetto che e' centro di unificazione e di integrazione della personalita' aperta a Dio ed al prossimo.

* Definizione di vocazione.

Per quanto detto sopra, la vocazione si puo' definire un progetto trascendente realizzato in modo consapevole e libero dalle persone illuminate e guidate da persone competenti e dalle scienze quali la filosofia , l'antropologia, la psicologia, la pedagocia, la sociologia  interagenti tra loro.





E se vuoi saperne di piu;'

Orientare è educare.
Studi e saggi psicologici e pedagogici
S. DE PIERI, Orientare è educare. Studi 
e saggi psicologici e pedagogici, Limena (PD), libreriauniversitaria.it, 2012, 
volume I pp. 1-474, volume II pp. 475-
1002. Presentazione di Pascual Chávez 
Villanueva.



Ecco un’opera che ridà dignità all’orientamento, riscattandolo da una funzione strumentale e subordinata all’establishment scolastico e al mercato del 
lavoro, e collocandolo all’interno della 
persona e nel cuore del processo educativo, come dimensione centrale ed 
essenziale dello sviluppo personale e 
della crescita culturale e valoriale della 
società.
Il lavoro che il Prof. De Pieri presenta 
nella bella veste della Editrice Libreria Universitaria è quasi una enciclopedia dell’attività psicopedagogica di 
cui ogni professionista del settore potrebbe avvalersi nell’attività di orientamento o per completare il proprio percorso di formazione. 
 L’opera Orientare 
è educare, fondata scientificamente e 
scritta con intento operativo-pratico e 
divulgativo, si pone all’interno di un 
approccio umanistico e sistemico-relazionale 
che utilizza apporti pluridisciplinari 
nell’ambito orientativo.
La scelta di presentarla in due volumi è 
funzionale alla mole notevole di contenuti svolti nella trattazione.  
Per avere un’idea della sua completezza bisogna 
prendere in esame tutti e due i volumi 
inscindibili, uno continuazione dell’altro. 
...

Il primo volume 
è dedicato alla concezione dell’orientamento 
educativo esistenziale ad arco intero evolutivo, 
inteso come realizzazione del progetto 
di sé in risposta all’appello vocazionale, ed è composto 
di tre sezioni.
La prima sezione comprende 13 capitoli sull’orientamento educativo-esistenziale ed approfondisce le dimensioni in cui esso si articola in una prospettiva dinamica, flessibile e creativa.
La seconda sezione comprende 14 capitoli ed è dedicata all’orientamento ad 
arco intero evolutivo, secondo la concezione attuale della life-long orientation. 
Un’azione corretta di guida o di supporto è funzionale alla buona gestione di sé nelle varie stagioni della 
vita e nelle inevitabili situazioni difficili che tutti sperimentano.
La terza sezione comprende 9 capitoli e si concentra sopra le modalità del percorso di orientamento e discernimento vocazionale, in quanto tutti hanno una vocazione. E’ rivolta agli operatori che 
aiutano e facilitano la persona a ricercare la sua particolare “vocazione” basata sopra valori umani e spirituali, che devono sostenere il dialogo continuo con se stessi, con la società in cui ognuno vive, e con Dio che, secondo i credenti, ha messo nell’uomo una ricerca di verità che lo trascende.

Il secondo volume in cui viene particolarmente 
sottolineato l’ausilio delle scienze psicologiche e pedagogiche, oltre che l’apporto 
della ricerca-azione nell’ambito dell’orientamento,è composto di quattro successive sezioni. 
In particolare:
La quarta sezione, che consta di 11 capitoli, riguarda il problema dell’handicap, 
classificato secondo i criteri sindromici internazionali in uso nelle varie istituzioni 
di aiuto. Ogni sindrome è inquadrata nel modello sistemico-relazionale che include la famiglia e la società, spesso causa, o amplificazione del disagio psicologico di chi è già di per sé svantaggiato dalla disabilità. 
Si sottolinea la necessità di una diagnosi pluridimensionale adatta a delineare obiettivi e metodi di integrazione, raggiungibili dalla persona portatrice di disabilità. Inoltre la sezione tratta anche, 
sotto il profilo prevalentemente pedagogico, le situazioni di disagio, disadattamento, devianza e demotivazione, connesse con l’orientamento.
La quinta sezione, che  consta di 12 capitoli, porta il titolo Psicologia e Educazione. 
Presenta l’iter della costruzione dell’identità personale e di genere nelle varie fasi di crescita, sia negli esiti positivi che problematici. Accenna inoltre alle sfide poste all’educazione in una società in trasformazione, con particolare attenzione alla formazione della coscienza e al ruolo educativo degli adulti significativi, sulla scia del Grande Orientatore S. Giovanni Bosco.
La sesta sezione si intitola: Psicologia e religiosità. 
Partendo dalla condizione umana, esposta sempre al dubbio e all’incertezza, vengono presentati, con rigore 
scientifico e critico, modelli religiosi adeguati al processo di crescita, necessari a maturare una “visione spirituale” dell’esistenza, chiamata ad autotrascendersi.
La settima sezione, che comprende altri 5 capitoli, descrive la panoramica delle 
ricerche sul campo svolte dall’Autore e collaboratori, delineando una quasi antologia, verificata empiricamente, circa la condizione giovanile in Italia, ripartita in 
quattro periodi: gli anni che vanno dal 1964 al 1969; dal 1970 al 1979; poi dal 1980 
al 1989; e si conclude fino ad oggi, scavalcando il secolo, in una stagione che vede 
la generazione giovanile restia a diventare adulta. 
Ogni sezione è introdotta brevemente dalla presentazione di un membro del Comitato Scientifico Promotore IUSVE. Essa illustra i contenuti specifici che riguardano la sezione e delinea il senso di ogni capitolo e l’approccio teorico che regola la pratica e inquadra la dottrina. Quasi ad ogni capitolo viene aggiunta una 
bibliografia scelta, funzionale alla comprensione di quel nucleo di dottrina nel dibattito nazionale e
internazionale. 

La presentazione di quest’opera porta un nome prestigioso nel campo educativo: 
quello del messicano Don Pascual Chávez Villanueva, Rettor Maggiore della Congregazione dei Salesiani di Don Bosco e Gran Cancelliere della Università Pontificia Salesiana di Roma. In proposito egli scrive:
 “Severino De Pieri ha contribuito a 
delineare, attraverso lo studio e la prassi, la figura professionale dell’orientatore, 
non ancora regolamentata dalla legislazione italiana. Per De Pieri orientare è educare, ossia percorrere con i giovani e gli adulti le tappe di apprendimenti idonei a 
progettare un futuro professionale non solo aperto alle offerte del lavoro, e quindi 
utile alla società, ma anche concepito come “vocazione” per la realizzazione del 
progetto di Dio sul cammino di ogni esistenza”.  

(Dal Notiziario IspettorialeINE, Italia:Recensione di Umberto FontanaIUSVE - Mestre 15)

martedì 27 novembre 2012

Orientamento vocazionale


IL FORMATORE
(De Pieri, op. cit., pp.96-99).


Tratti della sua personalita'.

- equilibrio psicologico
- semplice
- libero da compromessi
- vive quello che dice ed apprezza
- mantiene il dislivello educativo: occorrono infatti distacco e distanziamento rispetto alla persona, al giudizio su di lei ed alle scelte che la persona deve fare con liberta'.

Il compito del formartore vocazionale.
Facilita la scoperta della chiamata e sostiene nel cammino di maturazione.
Si propone cinque obiettivi
- Cogliere gli interrogativi delle persone.
- garantire dei percorsi.
- Seguirne gli sviluppi.
- Facilitare le prese di responsabilita'.
- Facilitare la decisione.

Per fare cio', deve essere:
1- Capace di grande umanita' e di empatia, ma non sostiutirsi alla persona che va formata partendo dal suo punto di vista. " Piu' che formare la persona, deve essere in grado di facilitare la formazione che la persona stessa compie all'interno di se' "(De Pieri).
2- "Aiuta la persona a prendere chiara coscienza delle risorse che esistono in lei, delle carenze che la condizionano, dei bisogni, dei valori, delle motivazioni, dei limiti e aiuta ad accogliere e a superare gli insuccessi". Si occupa quindi dello sviluppo integrale della persona.
Fa attenzione che il giovane non dipenda, ma esprima le sue scelte attraverso la presa di coscienza delle motivazioni e delle decisioni da compiersi con liberta'.
3- Rispetta le attese e i modi propri della crescita. " Fino a quando un adolescente ed un giovane non si sentono accettati e compresi, anche nei tratti negativi e nelle incertezze, senza venir giudicati, finiscono con il prendere decisioni reattive e difensive".

4-  Aiutare  ad esprimersi liberamente ed a capire le proprie lacune per migliorarasi concretamente con responsabile autonomia. Per questo il formatore deve ascoltare attentamente e dar modo di rispondere a se stessi, aiutare ad aiutarsi!




L'educatore vocazionale di fronte a varie categorie di persone. 

...e gli adolescenti
In questo caso deve tener presente che
- La vocazione e' un'emozione privilegiata, un impulso interiore, che appare come una chiamata.
- Essa e' osteggiata dal consumismo, dal libertinismo e dal scientismo.
- Bisogna orientare dando significati e o presentando valori che aumentano la liberta' e la responsabilita', il dono di se'.
- Deve essere piu' un testimone che un maestro.

Le aree di crescita da sviluppare:
* Autonomia ed indipendenza (dai genitori).
* Capacita' di critica.
* Maturazione psico-sessuale.
* Le prime ipotesi circa la vocazione personale.
* L'appartenenza a gruppi significativi (inserimento sociale).
* Formazione della coscienza morale.
* Acquisizione di un sistema di valori.
* Rielaborare il vissuto religioso in vista di una valida religiosita'.

Tenendo presente che l'adolescente costruisce la propria identita' maggiormente in linea esperienziale-relazionale, riferendosi a modelli ed ai propri coetanei, consideri in lui segni di vocabilita' specifica i seguenti:
. Contestazione del consumismo
. Attitudine alla ricerca critica
. Sincerita' e trasparenza
. Disponibilita' ad un percorso spirituale
. Sincera socialita' disinteressata
. Dedizione generosa
. Capacita' di ripresa
. Dialogo con una guida spirituale
. Predisposizione a vivere in gruppi o comunita'
. Entusiasmo e passione per gli ideali di una vocazione.


.... e il giovane
(De Pieri, op. cit. pp. 110- 115).
Il giovane ha maggiormente il senso del reale a confronto dell'adolescente. Ridimensiona le tensioni adolescenziali con l'adulto. Cerca con meggior cura il senso dell'esistenza.

Il periodo della giovinezza si e' attualmente dilatato o si e' ritardato il suo inizio. Mentre dagli anni 1930 agli anni 1968 i giovani possedevano come obiettivo in generale quello di integrarsi nella societa', dagli anni 1968 agli anni 1980 l'obiettivo era quello di cambiarla, dagli anni 1980 agli anni 1990 quello di consumare e star economicamente bene; ma dagli anni 1990 in poi  si e' ingenerata una seria crisi di valori morali accompagnata da difficolta' di maturazione affettiva che comporta senso di smarrimento, perdita di dignita', confusione, fragilita'...
Nelle generazioni giovanili recenti appare cioe' una ricerca di relazionarsi agli altri, di prassi immediata,  e per questo i giovani attualmente presentano una identita' debole, ma non priva di slanci e di ricuperi promettenti, di apertura al volontariato, di ricerca del senso della vita e dei valori sociali ; si lamenta tuttavia tra essi forme di dipendenza, di imitazione e di conformismo eccessive, ricerche esasperate di gratificazioni nella coppia, orizzonti consumistici, attaccamento a valori temporanei della moda o della cultura, senso di incertezza ed inquietudine. Esternamente sembrano fieri e contenti, "dentro" rivelano un atteggiamento di dubbio e di paura e ansia, rifuggendo dall'impegnarsi in un progetto di se' stessi per il futuro.
Non manca il disimpegno sociale e la disaffezione al lavoro. Rivelano ancora un pensiero problematico, caratterizzato da molte incertezze per un futuro che a loro appare inquieto, incerto. La partecipazione al pruppo e' vista come un sostegno, una protezione, un riconoscimento alla propria persona. La religiosita' e' vissuta talora come consumo emozionale di esperienze fino al fanatismo al settarismo. E' una situazione di passaggio pero', di crisi, che dovrebbe sfociare in una soluzione positiva.

Nasce allora qui il problema per ogni formatore...:
- Come aiutare il giovane a passare e a valicare questo suo periodo di transizione? per non vivere alla giornata nell'annebbiamento della coscienza e degli ideali?...

E' opportuno e valido questo percorso:
1- Sfruttare il positivo dei contatti inter-relazionali, pur non assolutizzandoli o fermandosi in essi.
2- Proporre condizioni, itinerari e mezzi che favoriscano la presa di coscienza della propria identita' e vocazione.
3- Dare motivazioni a corto raggio che aprano al dono di se'.
4- Aiutarli a riscoprire la bellezza delle piccole cose che vivono gia' e che hanno il valore della gratuita' e della tenerezza e solidarieta', amore, rispetto, amicizia e lealta', coerenza. Porli nel loro terreno che porta a scelte, decisioni, proprie della loro stagione e opera apertura fino alla scelta vocazionale.


UN APPORTO DI FORMAZIONE
MOLTO VALIDO PER OGNI ETA'


L'Educazione secondo lo stile di Don Bosco.

L'educazione secondo lo stile di Don Bosco, propria del sistema educativo salesiano chiamato Sistema preventivo, avvia all'autonomia della persona ed e' eminentemente promozionale della scelta vocazionale.
In rapporto  e tenendo conto delle diverse eta' della vita, essa mette in primo piano il protagonismo giovanile. Fa crescere i giovani con la capacita' di esprimere delle scelte. Sollecita' cosi' la personalita' tempestivamente e favorisce in questo modo la maturita' umana, la consistenza psicologica, il senso critico, l'autonomia e la responsabilita'. I giovani si sentono amati anche perche' si sentono utili e riconosciuti personalmente. Attuandosi dall'educatore l'amare educando e il riamare dall'educando, si fa dell'educazione e della formazione" una cosa di cuore". Ci si fida cioe' dell'opera di Dio Padre che ha cura dei suoi figli e li ama e che, essendo il Custode dei cuori, rende l'educazione feconda di frutti. 
Infatti, insegna Don Bosco, " L'educazione e' cosa di cuore e Dio solo ne e' il Padrone, e noi non riusciremo a cosa alcuna, se Dio non ce ne insegna l'arte e non ce ne da' in mano la chiave".


lunedì 26 novembre 2012

Nuova evangelizzazione


Il Sinodo dei Vescovi  sulla nuova Evangelizzazione.


I punti nodali.
(Elaborazione mia)

 Fiducia
Se questo evangelizzare e rinnovare nella fede fosse affidato alle nostre forze, ci sarebbero seri motivi di dubitare, ma la conversione, come l’evangelizzazione, nella Chiesa non ha come primi attori noi poveri uomini, bensì lo Spirito stesso del Signore.

Il male non avrà mai l’ultima parola, né nella Chiesa né nella storia:
«Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore», ha detto Gesù ai suoi discepoli (Gv
14,27). L’opera della nuova evangelizzazione riposa su questa serena certezza.


«La prima parola,
l’iniziativa vera, l’attività vera viene da Dio e solo inserendoci in questa iniziativa divina,
solo implorando questa iniziativa divina, possiamo anche noi divenire – con Lui e in Lui –
evangelizzatori» (Benedetto XVI.mo).

È nostro dovere, perciò, vincere la
paura con la fede, l’avvilimento con la speranza, l’indifferenza con l’amore.

 *********
Invitare gli uomini assetati a far incontrare Gesu', acqua viva.

Dissetare
Sta a noi oggi rendere concretamente accessibili esperienze di Chiesa, moltiplicare i pozzi
a cui invitare gli uomini e le donne assetati e lì far loro incontrare Gesù, offrire oasi nei
deserti della vita. Di questo sono responsabili le comunità cristiane e, in esse, ogni
discepolo del Signore: a ciascuno è affidata una testimonianza insostituibile, perché il
Vangelo possa incrociare l’esistenza di tutti; per questo ci è chiesta la santità della vita.
L’opera di evangelizzazione non è compito di qualcuno nella Chiesa, ma delle comunità
ecclesiali in quanto tali, dove si ha accesso alla pienezza degli strumenti dell’incontro con
Gesù: la Parola, i sacramenti, la comunione fraterna, il servizio della carità, la missione.


Come fare tutto questo?...

Si tratta di riscoprire i modi in cui, nella vicenda di Gesù, le persone si sono accostate a lui e da lui sono state chiamate, per immettere quelle stesse modalità nelle condizioni del nostro
tempo.
 - La Parola
La Chiesa deve anzitutto porsi in ascolto della Parola.

La lettura frequente delle Sacre Scritture, illuminata dalla Tradizione della Chiesa, che ce
le consegna e ne è autentica interprete, non solo è un passaggio obbligato per conoscere
il contenuto del Vangelo, cioè la persona di Gesù nel contesto della storia della salvezza,
ma aiuta anche a scoprire spazi di incontro con lui.

 - La Conversione
L’invito ad evangelizzare si traduce in un appello alla conversione personale, di ciascuno.

 - Ambiente
Occorre poi dare forma a comunità accoglienti, in cui tutti gli emarginati trovino la loro casa, a concrete esperienze di comunione, che, con la forza ardente dell’amore – «Vedi come si
amano!» (Tertulliano, Apologetico, 39, 7) –, attirino lo sguardo disincantato dell’umanità
contemporanea.


- La Liturgia
La bellezza della fede deve risplendere, in particolare, nelle azioni della
sacra Liturgia, nell’Eucaristia domenicale anzitutto. Proprio nelle celebrazioni liturgiche la
Chiesa svela infatti il suo volto di opera di Dio e rende visibile, nelle parole e nei gesti, il
significato del Vangelo.


- La Famiglia
Il ruolo della famiglia nella trasmissione della fede e’ essenziale. Non si può pensare una nuova evangelizzazione senza sentire una precisa responsabilità verso l’annuncio del Vangelo alle famiglie e senza dare loro sostegno nel compito educativo.

La vita familiare è il primo luogo in cui il Vangelo si incontra con l’ordinarietà della vita e mostra la sua capacità di trasfigurare le condizioni fondamentali dell’esistenza
nell’orizzonte dell’amore.

Oggi il Vangelo si ripropone alle famiglie come nuova
evangelizzazione tramite la vita liturgica, la catechesi, la preghiera familiare quotidiana, il
digiuno, la solidarietà tra le famiglie, la partecipazione dei laici alla vita delle comunità e al
dialogo con la società


- La Vita consacrata
Il senso ultimo della nostra vita è
oltre questo mondo, in quella comunione piena con Dio che attendiamo alla fine dei tempi.
Di questo orizzonte ultraterreno del senso dell’esistenza umana sono particolari testimoni
nella Chiesa e nel mondo quanti il Signore ha chiamato alla vita consacrata.
E’ il segno di un mondo futuro che relativizza ogni bene di questo mondo


- La Parrocchia
Emerge anzitutto il ruolo della parrocchia come presenza della
Chiesa sul territorio in cui gli uomini vivono, «fontana del villaggio», come amava
chiamarla Giovanni XXIII, a cui tutti possono abbeverarsi trovandovi la freschezza del
Vangelo.

Nella parrocchia continua ad essere decisivo il ministero del sacerdote, padre e pastore
del suo popolo. I diaconi, i catechisti,... tante altre figure ministeriali e di animazione nel campo dell’annuncio e della catechesi, della vita liturgica, del servizio caritativo, nonché le varie forme di partecipazione e corresponsabilità da parte dei fedeli, uomini e donne, per la cui dedizione nei molteplici servizi nelle nostre comunità non saremo mai abbastanza riconoscenti.

 - Il laicato
Ci sono poi tante altre figure ministeriali e di animazione nel campo dell’annuncio e
della catechesi, della vita liturgica, del servizio caritativo, nonché le varie forme di
partecipazione e corresponsabilità da parte dei fedeli, uomini e donne, per la cui dedizione
nei molteplici servizi nelle nostre comunità non saremo mai abbastanza riconoscenti.

 - I giovani e i gruppi e movimenti
La nuova evangelizzazione ha nel mondo dei giovani un campo
impegnativo ma anche particolarmente promettente, come mostrano non poche
esperienze, da quelle più aggreganti, come le Giornate Mondiali della Gioventù, a quelle
più nascoste ma non meno coinvolgenti, come le varie esperienze di spiritualità, di servizio
e di missionarietà. Ai giovani va riconosciuto un ruolo attivo nell’opera di evangelizzazione
soprattutto verso il loro mondo.


- L'inculturazione
La nuova evangelizzazione ha al suo centro Cristo e l’attenzione alla persona umana, per
dare vita a un reale incontro con lui. Ma i suoi orizzonti sono larghi quanto il mondo e non
si chiudono a nessuna esperienza dell’uomo. Questo significa che essa coltiva con
particolare cura il dialogo con le culture, nella fiducia di poter trovare in ciascuna di esse i
« semi del Verbo » di cui parlavano gli antichi Padri.

 - Fede e ragione in dialogo
 In particolare la nuova evangelizzazione ha bisogno di una rinnovata alleanza tra fede e ragione.
 L'incontro tra la fede e la ragione nutre anche l’impegno delle comunità cristiane nel
campo dell’educazione e della cultura.

- Scuole e universita’
Va riservata particolare cura alla Scuola cattolica e alle Università cattoliche, in cui
l’apertura alla trascendenza, propria di ogni sincero itinerario culturale ed educativo, deve
completarsi in cammini di incontro con l’evento di Gesù Cristo e della sua Chiesa.

- Inserimento nei Mass media
Operosa attenzione va al mondo delle comunicazioni sociali.


- Fede e scienza
Un particolare ambito dell’incontro tra fede e ragione si ha oggi nel dialogo con il sapere
Scientifico.

- Fede ed arte
L’arte nelle sue varie forme ci aiuta a rendere
evidente la bellezza del volto di Dio e di quello delle sue creature. La via della bellezza è
una strada particolarmente efficace nella nuova evangelizzazione.

- Il lavoro
Il lavoro si fa cooperatore della creazione divina. L’uomo nel lavoro con cui trasforma il mondo è chiamato anche a salvaguardare il volto che Dio ha voluto dare alla sua creazione, anche per responsabilità verso le generazioni a venire.
Per il mondo dell’economia e del lavoro dalla luce del Vangelo scaturiscano alcuni richiami: riscattare il lavoro dalle condizioni che ne fanno non poche volte un peso insopportabile e una prospettiva incerta, minacciata oggi spesso dalla disoccupazione, specie giovanile;  e porre la persona umana al centro dello sviluppo economico; pensare questo stesso sviluppo come un’occasione di crescita del genere umano nella giustizia e nell’unità.

 - La sofferenza
Il Vangelo illumina anche la condizione della sofferenza.


- L'emigrazione
Alcuni fedeli sono costretti all’emigrazione e, mantenendo viva l’appartenenza alle proprie comunità di
origine, possono dare il proprio contributo alla cura pastorale e all’opera di
evangelizzazione nei paesi che li hanno accolti.

 - La politica
Un ambito in cui la luce del Vangelo può e deve risplendere per illuminare i passi
dell'umanità è quello della politica. Il cristiano nella politica vive la carita’ di Cristo. Di qui anche l’inserimento della dottrina sociale della Chiesa nella formazione dei cristiani che si impegnano a servire la convivenza umana nella vita sociale e nella politica.

 - Le religioni
Il dialogo della Chiesa ha un suo naturale interlocutore, infine, nelle religioni.

- La mistica contemplativa
Ma due espressioni della vita di fede  ci appaiono di particolare rilevanza per testimoniarla nella nuova evangelizzazione.
Il primo è costituito dal dono e dall’esperienza della contemplazione. Solo da uno sguardo
adorante sul mistero di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, solo dalla profondità di un
silenzio che si pone come grembo che accoglie l’unica Parola che salva, può scaturire una
testimonianza credibile per il mondo. Solo questo silenzio orante può impedire che la
parola della salvezza sia confusa nel mondo con i molti rumori che lo invadono.


 - La cura dei poveri
L’altro simbolo di autenticità della nuova evangelizzazione ha il volto del povero. Mettersi
accanto a chi è ferito dalla vita: 
«Tutto quello che avete fatto a uno di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40).

Il gesto della carità, a sua volta, esige di essere accompagnato dall’impegno per la
giustizia, con un appello che riguarda tutti, poveri e ricchi. Di qui anche l’inserimento della
dottrina sociale della Chiesa nei percorsi della nuova evangelizzazione e la cura della
formazione dei cristiani che si impegnano a servire la convivenza umana.


- Maria
Questo cammino, come ci ha detto Benedetto XVI, potrà apparirci un itinerario nel deserto;
La figura di Maria ci orienta nel cammino; sappiamo di doverlo percorrere portando con
noi l’essenziale:
la compagnia di Gesù,
la verità della sua parola,
il pane eucaristico che ci nutre,
la fraternità della comunione ecclesiale,
lo slancio della carità.
È l'acqua del pozzo che fa fiorire il deserto.

E..., come nella notte del deserto
le stelle si fanno più luminose,
così nel cielo del nostro cammino
risplende con vigore la luce di Maria,
Stella della nuova evangelizzazione,
a cui fiduciosi ci affidiamo.


La Consolata- Torino

venerdì 9 novembre 2012

Orientare e' educare.







L'orientamento e l'accompagnamento. (1)

La figura del Direttore spirituale.
Il giovane credente, che si forma alla vita e diviene respondabile di se' necessita di una persona che  lo aiuti a scoprire la propria vocazione  nella societa' e che lo aiuti ad ascoltare la voce di Dio che lo chiama a fare della propria vita un dono. Tale persona puo' essere detta  con una voce tradizionale Direttore spirituale.


Il Direttore spirituale.

Il Direttore spirituale puo' essere un eccclesistico, un religioso, un laico cui la comunita' ha dato riconoscimento in questo compito. Egli non puo' non essere uno che ascolta la Parola di Dio e vive un intenso rapporto con Dio con cui  sa dialogare nella preghiera come ad un Tu Personale. Tutto  questo lo rende per ogni giovane che lo accosta un testimone dell'amore di Dio, un fratello, un amico, un padre che accoglie e aiuta a divenire se' stessi, ad essere fedeli alla chiamata dello Spirito Santo, di Dio.

Le sfide alle quali ogni orientatore deve rispondere
 sono le seguenti:




La situazione in cui si trovano i giovani riguardo a una pro­gettazione cristiana del proprio futuro è contraddistinta da alcu­ni fenomeni importanti:
a) La prima sfida riguarda le trasformazioni socio-culturali
che investono manifestazioni, valori, simboli e pratiche religiose tradizionali.
Tra esse, a modo di esempio, si contano:
-   una cultura pluralista con grande quantità e disparità di messaggi e di modelli di vita, che rende difficile orientarsi per la scelta di un progetto di vita;
-   il secolarismo e il materialismo dominanti nella cultura che creano una mentalità critica, più attenta ai valori immediati e utili e meno sensibile ai valori trascendenti e di gratuità, un re­lativismo che diminuisce il senso morale e rende fragile l'e­sperienza e la vita di fede;
-   il ricupero del sociale all'infuori di motivazioni religio­se;
-   il prolungamento dell'età giovane e il ritardo dell'ingresso nelle responsabilità sociali.
  
b) La seconda sfida si riferisce all'atteggiamento psicologico e religioso dei giovani davanti alle scelte.
 In esso gravitano:
-   la valorizzazione della persona come valore assoluto e la ri­cerca di senso nella vita quotidiana;
-   la necessità di sperimentare personalmente il desiderio di corresponsabilità e di partecipazione, il bisogno di soddisfazioni immediate;
 - il forte senso comunitario che si manifesta nella ricerca della vita di gruppo e della comunicazione, con una acuta sensibilità per la giustizia, per la solidarietà e il servizio agli ultimi;
-   una diffusa nostalgia del profondo, di silenzio, di preghiera e di forme diverse di religiosità, ma molte volte segnate dal sog­gettivismo e dalla frammentarietà;
-   una tendenza psicologica a mutamenti di valutazioni di giu­dizio, che comporta una difficoltà nell'assumere e portare a ter­mine impegni a lunga scadenza.


c) Come terza sfida si possono considerare modelli di identificazione significativi di alcune vocazioni specifiche nella Chiesa, come la vocazione religiosa e sacerdo­tale.
Infatti:
-   non risulta chiara la loro identità, cioè il contributo specifi­co che queste scelte di vita offrono alla comunità umana;
-   la forma in cui sono vissute in un contesto concreto (la lo­ro realizzazione umana, il tipo di rapporto che impostano e con­cretizzano, la serenità e la sicurezza nei momenti di prova...) non appare troppo credibile, cioè come un modello di vita che incoraggia a scelte simili.

 Per questo la pastorale vocazionale, non raramente, oscilla tra due estremi di fronte a un mondo giovanile contraddittorio e complesso: o ignora le dinamiche della psicologia, facendo proposte che non interrogano e non interessano, o resta come intimorita lasciando mancare cammini seri in prospettiva voca­zionale, paga di proporre solo esperienze senza decisioni per la vita.

Si impongono allora all'accompagnatore vocazionale scelte precise.
Questa situazione  e le sfide elencate esigono per i giovani una educazione vocazionale con basi corrispondenti. E cioe' essa dovra' essere 
•  basata sulla qualità vocazionale degli educatori e della comu­nità educativa. La loro testimonianza di vita e la dinamica con la quale vivono la propria vocazione saranno la mediazione più ef­ficace per aiutare i giovani in una generosa e cosciente proget­tazione del loro futuro;
•  L'educazione  e formazione  per essere autenticamente vocazionale dovra' esser inserita nell'itinerario di educazione alla fede, come convergen­za di tutti gli sforzi per educare e per evangelizzare.



Questo itinerario suppone:

a) un orientamento vocazionale offerto a tutti i giovani, mediante:
-   l'orientamento pedagogico e professionale, secondo l'età e le diverse situazioni, che aiuti ogni giovane a scoprire le proprie risorse e a far fruttificare i doni ricevuti;
-   un ambiente educativo con testimoni significativi che viva­no la vita come vocazione;
-   l'avere informazioni sulle diverse vocazioni nella società e nella Chiesa (incontri, testimoni, esperienze, ecc.);
-   l'offerta di esperienze di servizio gratuito verso i più biso­gnosi, come allenamento alla generosità e alla disponibilità;
-   il contatto formativo personale offerto a tutti i giovani che lo desiderano.


b) Una proposta chiara e credibile mediante:
-   la presenza e il contatto con testimoni personali e comuni­tari significativi;
-   una formazione spirituale profonda;
-   la partecipazione attiva alla vita della comunità attraverso i gruppi e movimenti, considerati come luoghi privilegiati di ma­turazione;
-   l'approfondimento dell'itinerario di educazione alla fede e del tema vocazionale, soprattutto nelle tappe di adolescenza e di giovinezza;
-   l'invito personale a seguire la vocazione;
-   la possibilità d'un contatto diretto con qualche comunità di riferimento vocazionale.


c)   Un discernimento accurato e graduale fatto in comunità se­condo criteri condivisi, attraverso la conoscenza diretta, il dialo­go e la comunicazione.
d)   L'accompagnamento personale, che assicuri diverse possibi­lità e momenti di incontro e di dialogo personale per i singoli, i gruppi e le famiglie specialmente attraverso la direzione spiri­tuale sistematica.

(1) Vedi per questo S. De Pieri, Orientamento e accompagnamento vocazionale , Elledici, Torino, 2000,
pagg 92.94.96. Il valido Docente ha editato recentemente una nuova opera  intitolata "Orientare e' educare".
L'opera consta di due volumi. La presentazione e' del Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Pascual Chavez, che, parlando recentemente al Sinodo dei Vescovi a Roma, ha affermato proprio questa idea. "Orientare e' educare" e "non si puo' educare e formare senza formazione vocazionale".