dituttounpoco

Benvenuto a salire
con me il Monte del Signore.

sabato 2 settembre 2017

Mese di settembre Ecologia e fede

Ancora una volta ci e' guida in questo mese
il commento   di Don Ferdinando Colombo:



Settembre e l'amore al creato.

In questo mese, ormai da 12 anni la Chiesa ci invita a porre attenzione al creato invitandoci avivere la vocazione di custodi del creato.

Papa Francesco, parlando di cura della casa comune ricorda a ogni persona che abita questo pianeta, che pur dando spazio alla lode: «Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra», «questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei».

Viviamo nel mondo, ma non siamo i padroni del mondo, bensì i custodi. 

Il Patriarca Ecumenico Bartolomeo perciò ci ricorda che «un crimine contro la natura è un crimine contro noi stessi e un peccato contro Dio».

Questa nostra terra è impregnata di Divino

Con l'incarnazione di Cristo, una Persona della Trinità si è inserita nel cosmo creato, condividendone il destino fino alla croce, e quindi il destino dell’intera creazione passa attraverso il mistero di Cristo.

Cristo come Parola del Padre è presente fin dall’origine: «Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui» (Col 1,16), ma in modo particolare a partire dall’incarnazione.

Per circa 33 anni il Gesù terreno è stato in relazione concreta e amorevole con il mondo e ha moltiplicato e trasformato i frutti della terra con il lavoro umano.
Ora, Risorto, è presente in tutto il creato con la sua signoria universale: «È piaciuto infatti a Dio che abiti in lui tutta la pienezza e che per mezzo di lui e in vista di lui siano riconciliate tutte le cose» (Col 1,19).
In tal modo, il creato non ci si presenta più come una realtà esclusivamente naturale, perché il Risorto lo avvolge misteriosamente e lo orienta a un destino di pienezza.


Le benedizioni di Dio
Ogni volta che celebriamo un Sacramento valorizziamo e trasfiguriamo uno dei beni della terra: l'acqua per il Battesimo, il grano e l'uva per l'Eucaristia, l'oliva e il suo prezioso olio per consacrare o curare.
 Ma anche la cera delle api, il fuoco, i fiori e soprattutto il nostro corpo:
 la mente e il cuore per pregare, le mani per benedire.

Sono il modo privilegiato in cui la natura viene assunta da Dio e trasformata in strumento di grazia:

quando vogliamo incontrarci con Dio usiamo con sapienza i suoi doni: 
tutto è benedizione, tutto è grazia, 
se l'uomo riconosce il suo compito di vivere rispettando il creato.


Afferma san Giovanni Paolo II: «Il Cristianesimo non rifiuta la materia, la corporeità; al contrario, la valorizza pienamente nell’atto liturgico, nel quale il corpo umano mostra la propria natura intima di tempio dello Spirito e arriva a unirsi al Signore Gesù, anche Lui fatto corpo per la salvezza del mondo». 




Vivere come sacerdoti del creato.

Se questa presenza del divino nella natura ci affascina, pensate con quanta gioia vivremo quando il creato sarà trasfigurato nei cieli nuovi e nella terra nuova.

Cristiani e non, persone di fede e di buona volontà, dobbiamo essere uniti nel dimostrare misericordia verso la nostra casa comune – la terra – vivendo con sapienza e valorizzando pienamente il mondo in cui viviamo come luogo di condivisione e di comunione.

                                 Don Ferdinando Colombo

Grazie don Ferdinando.
Porremo in pratica le tue esortazioni.








. Domenica 3 settembre 2017.

 Lodiamo Dio per il creato, la natura, i fiori i monti, l'atmosfera, il cielo, la terra, il mare, i fiumi, i diversi animali...tutto e' dono. E dobbiamo amare e rispettare Colui che ci ha regalato cosi' tanti doni.

 Quando vogliamo incontrarci con Dio usiamo con sapienza i suoi doni. 

Tutto è benedizione, tutto è grazia,
 se l'uomo riconosce il suo compito 
di vivere rispettando il creato 
come un dono d'amore di Dio 
che volendoci bene, ci fa suoi figli di adozione
e amministratori del creato...














Il pensiero della Chiesa:

Redento, infatti, da Cristo e diventato nuova creatura dello Spirito Santo, l'uomo può e deve amare anche le cose che Dio ha creato. Da Dio le riceve, e le guarda e le onora come se al presente uscissero dalle mani di Dio. Di esse rin­grazia il Benefattore e, usando e godendo delle creature in verita’ e libertà di spirito, viene introdotto nel vero possesso del mondo, quasi al tempo stesso niente abbia e tutto possegga: “...tutto, infatti, è vostro; ma voi siete di Cristo, Cristo di Dio”(1 Cor. 3,22-23).
                                   

Gaudium et Spes nr. 37