dituttounpoco

Benvenuto a salire
con me il Monte del Signore.

giovedì 20 settembre 2012

Il Mare ci parla

Poesie ritmiche...



Il Mare ci parla
Il movimento del mare con le sue onde sulla spiaggia offre, con un suo linguaggio  ritmico, un messaggio, che si puo' indirizzare alla vita dell'uomo, che nasce e cresce, sviluppandosi nelle varie tappe dell'eta': dalla fanciullezza all'anzianita'.
L'uomo puo' vivere una  vita che si adagia o si impegna pur nella monotonia del quotidiano e nel variare delle forze. Il mare con le sue onde sulla batigia, lungo la spiaggia, nella sua monotona riepetizione dei movimenti, sembra dare un invito alla persona umana perche' non perda il coraggio e continui, secondo le possibilita', a rendere ricco di speranza ogni istante della sua vita.


L'onda ti culla,
su e giu';
la barca traballa
sul mare stupendo
col sole e la nebbia. 
Su... va l'onda
giù... va l'onda.






Quel sali
e quel scendi
bel bello,
che torna 
e comincia
di nuovo:
su giù, su giù,
su giù...
s'imprime di dentro 
nel cuore dell'uomo 
che a lungo vi vive 
lì accanto,
a marina.



"Io salgo, io scendo"
il mare ti dice
o antico abitante
sul mare...
o nuovo abitante
a lui succeduto
or ora...."





Su e giù
sale e scende 
nell'onda,
nel lento
del mare
respiro,
il mare.




S'imprime l'andare, 
s'imprime il tornare
nel cuore dell'uomo
e nuovo compare
un velo di vita, 
insegnamento:




" Non lasciarti
cullare! riprendi
con forza e vigore!
tu cosa non sei,
ma vivi di grazia,
di fede, di forza 
di mente che pensa 
che vuole,
che agisce sapendo. 
L'andare e il tornare
a te non si addice,
ma forza e volere
cosi ' il tuo vivere sia."






Simbolica l'onda
sospira e ripete
il suo dolce
movimento  
perenne...
alla vita.






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Ho paura.

Ho paura!...
Ho paura di volervi bene
quando mi fate irritare.
Ho paura di cercarvi
quando voi mi fuggite.
Ho paura dì appassionarmi
per voi che ricusate
con altezzosa pretesa
il mìo povero aiuto
di uomo che tenta di dare
quello che spera di avere.
Non vorrei “essere per voi”
quando vi parlo dolente
del vostro rifiuto,
ma ho paura che presto
dalla   vostra sarò,
appassionato di voi,
della vostra povertà:
perche’,lasciata la mia ricchezza,
mi sentirò di essere
uno di voi:
ricco di povertà suprema, 
di una sete profonda, 
sete di Cristo, 
sete di Dio. 
Ho paura, ho paura 
che presto vi ami dell'amore di un Dio 
che si è perso nell'uomo
perché l'uomo fosse 
con Dio...Ho paura!?





Se non diviene evidente che ci muo­ve solo l'amore del prossimo per amore di Dio, la nostra azione riu­scirà solo a irritare.

Se, personalmente, noi che esigiamo la conversione de­gli altri, dessimo l'esempio di una conversione interiore!